Magazine Diario personale

Devi Dormire – Il pollosauro

Da Icalamari @frperinelli

[segue]

pollosauro

(un post per chi è stanco di scuola elementare)

.

Quando eri ancora piccolo piccolo

una volta, al parco giochi,

ti sei messo a scavare nella terra

con la tua amichetta Leyre.

E scavavate e scavavate.

Eravate tutti insozzati di erba e terra,

fino ai capelli.

Io guardavo il papà di Leyre,

cercavo una sponda,

ma quell’omaccione era tutto soddisfatto.

Contento lui.

Mi sa che dei bucati si occupa la mamma.

A un certo punto hai sollevato qualcosa,

qualcosa di biancastro.

Mi pare che stessi per metterlo in bocca

perché mi ricordo di averti sgridato,

ma mi sono subito vergognata perché

il papà di Leyre invece rideva.

Ci siamo avvicinati per osservare meglio

che cosa avevi in mano.

Anche Leyre ti osservava.

Era un piccolo pezzo di qualcosa.

Era biancastro.

Sembrava un osso, un minuscolo

osso,

fatto come quello di un pollo.

Mi ricordo che hai detto

“Dinosaulo”

E io mi sono messa a ridere.

Ma mi sono subito vergognata perché

il papà di Leyre invece era rimasto serio.

Allora abbiamo avvicinato

la testa alla buchetta scavata

dalla tua manina.

Lo abbiamo fatto tutti insieme

e da fuori si è sentito un rumore sordo,

come di cocci.

Ma era solo un’impressione.

Ci siamo messi a scavare insieme

intorno a dove avevi trovato l’osso.

E ne è sbucato un altro

un po’ più grande.

Poi un altro.

E un altro.

E un altro.

Finché il papà di Leyre ha detto

“Basta così”.

Mi pare che ci fosse venuta all’improvviso

La tremarella.

A tutti.

E ci siamo allontanati così veloci,

ma così veloci,

che ci siamo ritrovati, non so come,

tu a letto,

io accanto a te mano nella mano,

nel buio della tua cameretta.

Il giorno dopo

Al parco, al posto della collinetta

dove avevi giocato con la tua amica,

si era aperta una voragine.

C’erano zolle di terra dappertutto.

Perfino sugli alberi.

Ci siamo fatti largo tra la gente,

spingendola via con il passeggino.

Abbiamo guardato giù.

Niente più ossa di pollo.

Invece, si allontanavano dalla buca

delle orme incredibili,

grandissime.

Come di enormi zampe di gallina.

Tu hai detto di nuovo

“Dinosaulo”

e mi hai convinto

non so come

a seguire quelle impronte

che schiacciavano l’erba alta.

Abbiamo solcato chilometri di sterrato

con i copertoni del tuo passeggino.

Abbiamo attraversato paludi,

deserti  infuocati,

abbiamo sofferto la sete,

la fame,

specie in presenza di certi cespugli

con delle bacche rosse

che odoravano di formaggio

andato a male.

Ma alla fine,

di spalle,

ricurvo su se stesso,

abbiamo visto lui:

il dinosauro più orripilante,

un Pollosauro Blu.

Blu, come il colore dei sogni.

E infatti, proprio mentre si girava

e apriva il becco spaventoso

nella nostra direzione,

ci siamo ricordati

di stare sognando.

E il pollosauro

*Puf*

È scoppiato in silenzio

e si è frammentato

in una miriade di bollicine

che ci sono ricadute addosso

sfrigolando.

Per il solletico

abbiamo chiuso gli occhi.

Quando ho riaperto i miei

ho visto che dormivi

con la testa sul cuscino,

nella tua cameretta.

Mentre io, accanto a te,

avevo ancora la mano

stretta nella tua.

 

Nouvelle Vague – Let Me Go


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :