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Creato il 06 febbraio 2014 da Makinsud

Non bastavano le 8 sentenze emesse dai Giudici di Pace di Lecce che condannano la sanità della Regione Puglia al rimborso delle spese mediche per 40 pazienti oncologici salentini che hanno dovuto metter mano al portafogli per sottoporsi privatamente a Pet e Tac, due esami strumentali fondamentali per la diagnosi medica.

ospedale quattro

A distanza di pochi mesi la sanità pugliese finisce ancora una volta sul banco degli imputati: malcapitati di turno i pazienti oncologici di Taranto.

E’ sospesa da alcuni giorni infatti l’attività di trasporto e assistenza offerto ai malati affinché si possano recare in sicurezza e serenità presso le strutture ambulatoriali per ricevere cure adeguate.

E’ di fine gennaio gennaio la nota stampa con cui l’ Azienda Sanitaria comunica la sospensione del servizio causa esaurimento fondiin data 31 gennaio 2014 risulta completamente utilizzata la somma di euro 650.000” .

Restano così a casa 35 autisti e 9 operatori sociosanitari mentre chi non resterà a casa invece sono i pazienti che dovranno recarsi autonomamente presso gli ambulatori si spera, potendo far affidamento su parenti e amici che possano garantire loro ciò che le istituzioni non permettono.

Fabrizio Scattaglia manager della Asl di Taranto si difende sostenendo di aver utilizzato al meglio il budget messo a disposizione lo scorso luglio dal tavolo occupazionale della Regione.

Per il sindacalista e segretario provinciale dell’ Uil Funzione Pubblica, Emiliano Messina,  “bisogna prima individuare la copertura finanziaria e poi trovare la forma giudica dell’offerta non prevista nel LEA.”

Il LEA (livelli essenziali di assistenza) è un decreto ministeriale nel quale si include le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, ma purtroppo il servizio di accompagnamento e assistenza non è incluso tra le attività fornite.

ospedale uno

Questa non può e non deve essere una motivazione valida per archiviare la faccenda perché non ce lo dimentichiamo, parliamo di pazienti oncologici che si trovano ad affrontare uno status di malato fatto di dolore e sofferenza e che dei “mi dispiace” di circostanza non sanno cosa farsene. I pazienti oncologici non hanno bisogno di parole di conforto, o almeno non da parte delle istituzioni, queste devono “solo” garantire loro la tranquillità di un servizio di accompagnamento che non diventi un ulteriore grattacapo per chi si trova a dover combattere con un male infido e sordido.


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