Avrebbe dovuto compiere l’ultimo viaggio in Europa nell’estate 2008: era stato annunciato come la principale guest star della prima edizione di «Uchronia Comics Convention» al palazzo dei Congressi di Lugano, in Svizzera, insieme a Robin Wood e a Carlos Gòmez, l’autore e il disegnatore di «Dago». Già malato, fu costretto al forfait: l’organizzatore Fabio “Wayne” Romiti riuscì solo a collegarsi con lui in Internet per una breve chiacchierata con il pubblico.
Noto anche con lo pseudonimo di Adam Austin, questo splendido disegnatore è stato una firma di punta degli artsiti della Silver Age dei comics statunitensi. Frequentò la George Washington High School a New York, nel quartiere di Washington Heights di Manhattan, e proseguì gli studi alla Art Students League of New York. Venne influenzato, in quel periodo, principalmente da Syd Shores, Coulton Waugh e Milton Caniff.
Tornò dalla Seconda guerra mondiale con i gradi di caporali, guadagnati in una divisione speciale degli Army Air Corps nelle Filippine dove disegnò per il «Manila Times».
Colan debuttò come disegnatore in patria nel 1944 illustrando la serie di avventure di fantascienza «Wings Comics» della casa editrice Fiction House. Nel 1946 cominciò a lavorare per la Timely Comics, l’editrice che poi sarebbe diventata Marvel Comics. Ricorderà in un’intervista pubblicata dal numero 52 di «Alter Ego» nel marzo 2006:
«Stan Lee, l’editore capo, mi assunse come disegnatore. Sapeva vedere delle cose che avevano bisogno di essere sviluppate, così mi diede quella possibilità. Cominciai con una paga di circa 60 dollari la settimana. Syd Shores era l’art director…».
Due anni dopo, licenziato come tutto il personale della Timely per la crisi del settore, Colan passò a lavorare come free lance alla National Comics, la futura D. C. Comics che divenne l’eterna rivela della Marvel.
Fissato della precisione, Colan effettuava ricerche meticolose sulle storie di guerra per la DC: «All-American Men at War», «Captain Storm» e «Our Army at War», così come per quelle Atlas Comics «Battle», «Battle Action», «Battle Ground», «Battlefront», «G. I. Tales», «Marines in Battle», «Navy Combat» e «Navy Tales».
Arrivò ad affittare film western a 16 millimetri di Hopalong Cassidy per controllare se esistessero similitudini con la serie D. C. che disegnò dal 1954 al 1957.
Esordì nel genere supereroistico per la Marvel sotto lo pseudonimo di Adam Austin: presentò il personaggio di Sub-Mariner all’interno di «Tales to Astonish» e successe a Don Heck nel disegno di Iron Man in «Tales of Suspense».
Poi, firmandosi col suo vero nome, Colan divenne uno dei principali artisti della Silver Age della Marvel, illustrando dagli anni Sessanta ai Settanta una schiera di personaggi di primo piano come The Avengers, Captain America, Doctor Strange e il suo personaggio “simbolo”, Daredevil.
La lunga sequenza della collana «Daredevil» comprende una serie ininterrotta (a parte tre) di 81 numeri dal 20 (settembre 1966) al 100 (giugno 1973), oltre al primo «Daredevil Annual» del 1967. Colan tornò a disegnare dieci numeri della collana tra il 1974 e il 1979 e una sequenza di otto numeri nel 1997.
Si deve a lui la storica storia nella quale Matt Murdock, l’avvocato cieco, si toglie la maschera per rivelare la sua identità all’amata Karen Page, la segretaria dello studio legale di cui è cotitolare insieme al vecchio compagno di studi Foggy Nelson, poi procuratore distrettuale.
Gli anni Settanta lo videro dedicarsi alla serie horror «Tomb Of Dracula» e creò lo strano personaggio «Howard The Duck» per la collana “cult” scritta da Steve Gerber.
Oltre a partecipare all’ideazione di nuovi personaggi, Colan collaborò con lo scrittore di «Tomb of Dracula», Marv Wolfman, a una sequenza di 14 numeri di «Night Force», con Cary Bates in una di 12 numeri di «Silverblade» e con Greg Potter in una di 12 numeri di «Jemm, Son of Saturn». Disegnò, inoltre, i primi sei numeri della serie dell’87 «The Spectre» di Doug Moench.
Lo stile di Colan, caratterizzato da un disegno fluido delle figure e da un esteso uso delle ombreggiature, era insolito tra gli artisti della Silver Age e divenne più pronunciato con il progredire della sua carriera.
Di solito, svolgeva il ruolo di disegnatore avvalendosi della collaborazione di inchiostratori come Klaus Janson e Tom Palmer. Uscì dal consueto schema disegnatore-inchiostrator-/colorista tipico della produzione di fumetti di massa creando disegni finiti a carboncino e ad acquerello. Ne sono esempi degni di nota le miniserie della Eclipse Comics «Nathaniel Dusk», «Nathaniel Dusk II» e «Ragamuffins» realizzate tra l’84 e l’86, tutte scritte da Don McGregor con cui collaborò di frequente.
I lavori di Colan per le case indipendenti comprendono il graphic novel «Detectives Inc.: A Terror Of Dying Dreams» del 1985, scritto da McGregor, e le miniserie «Predator» e «Hell & Hot Water» della Dark Horse Comics. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta collaborò con la Archie Comics disegnando e occasionalmente scrivendo alcune storie.
Tornato alla Marvel, collaborò di nuovo con Marv Wolfman per una serie di «Tomb of Dracula» e con McGregor per una serie di storie di «Black Panther» per l’antologia «Marvel Comic Presents».
Negli anni Duemila, Colan è ritornato alle storie di vampiri disegnando un paio di storie per «Buffy the Vampire Slayer» della Dark Horse Comics.
Ha insegnato a varie riprese alla School of Visual Arts ed al Fashion Institute of Technology di Manhattan e ha tenuto diverse mostre alla Bess Cutler Gallery di New York e alla Elm Street Arts Gallery di Manchester, nel Vermont, dove si era trasferito con la seconda moglie, Adrienne.
Nel 2007 ha disegnato le pagine finali del numero 12 della seconda serie di «Blade», che raffigura un flashback in cui il personaggio si rivede nei classici panni che portava negli anni Settanta. Ha disegnato alcune pagine del numero 100 della seconda serie di «Daredevil» in cui erano anche ristampati due dei suoi numeri classici della prima serie, il 90 e il 91.
Ha conquistato numerosi premi. Dopo essere stato candidato per lo Shazam Award come migliore disegnatore nel 1974, Colan ha ricevuto l’Eagle Award nel 1977 e nel 1979 per il miglior fumetto umoristico con «Howard the Duck» ed è stato candidato cinque volte nel 1978.
Secondo i critici, il suo stile di disegno si rivelava l’ideale per il bianco e nero. La dinamicità delle inquadrature – le mascelle volitive, gli spigomi sporgenti e i “piedoni” – e il taglio delle tavole, poi, lo facevano rivaleggiare con le opere di artisti di primissimo spessore come Neal Adams e Dick Giordano.
In Italia, le sue storie di «Daredevil» e «Tomb of Dracula» sono state pubblicate dall’Editoriale Corno e, molti anni dopo, dalla Star Comics.
Riferimenti:
Gene Colan Virtual Studio: www.genecolan.com