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Di altruismo mediatico e terzo mondo

Creato il 29 novembre 2010 da Wanderer @Inneres_Auge
Ieri ho visto al tg un servizio su Haiti. Ormai tutti i giorni c'è qualche servizio sull'isola del centramerica: è tornata di moda perchè c'è il colera e ci sono le elezioni presidenziali.
Haiti è il paese più povero dell'emisfero settentrionale, il 60% della popolazione è disoccupata,  la mortalità infantile è del 74 x mille. Il 54% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno. A gennaio un terremoto ha devastato il paese già martoriato da anni di guerra e degrado sociale, ambientale. 300mila morti e ad oggi ancora 1 milione e mezzo di persone vivono nelle tendopoli. Per me che il terremoto l'ho vissuto, sentire queste cose è terribile perchè penso che qui siamo stati "fortunati" e so giò che con quest'affermazione potrei far adirare qualcuno. Ovviamente non si può fare un paragone sui numeri visto che la popolazione dell'Aquila è nettamente inferiore a quella di Port au Prince e non si può fare un paragone sulle condizioni di vita pre-sisma. Però lì la ricostruzione non sanno manco cosa sia e se gli va bene, quelli che oggi sono bambini abiteranno in una casa tra 50 anni.
A noi non ce ne frega nulla di quelle persone, non c'interessavano prima del terremoto ed ora è uguale. Però la televisione ti fa entrare nel loro mondo e allora vedi che non hanno niente, che stanno morendo di fame, sete e colera. Colera, una malattia impensabile per noi occidentali che lì invece, è la norma. La tv ti fa sentire colpevole ma solo per qualche giorno. Poi dimentichiamo.
Un paese pieno di fosse comuni, dove l'aspettativa di vita è (o sarebbe meglio dire ERA) di 52 anni. Così lontano da noi e non solo geograficamente. Ma si, in fondo se stanno così è colpa loro. 
Di altruismo mediatico e terzo mondoUn paese che non ha petrolio o grano da esportare quindi non vale niente per i "grandi" della terra. Haiti, questa è la differenza, viene da secoli di terremoti civili e sono quelli che restano nella memoria delle persone molto di più. Haiti oggi è il simbolo del divario tra primo e terzo mondo. Haiti ha l'esclusiva sui telegiornali di tutto il globo in attesa del prossimo evento catastrofico. Arriverà un nuovo Haiti e quello vecchio non c'interesserà più perchè sarà scomparso dalla tv. Per le organizzazioni umanitarie per fortuna non è così.
Non fanno altro che mettere nelle pubblicità quelle strisce con filmati di bambini presumibilmente di Haiti, con gli occhi tristi, in mezzo al nulla e sotto la scritta "Invia un sms qui- Chiama il numero tot e fai una donazione" Ora io vorrei sapere se i soldi che diamo (anzi date, perchè io non l'ho mai fatto) a Mediafriends e altre associazioni vadano davvero a chi ne ha bisogno. Queste pubblicità però durano poco, anche loro rispondono delle leggi del mercato. E quei bambini fanno parte delle leggi del mercato, fanno audience, ti fanno commuovere e quando esce la lacrima parte anche il click sul cellulare: e via 2€...
Tutti diventano improvvisamente altruisti grazie alla tv...http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss

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