Eccomi qua a scrivere, dieci giorni dopo il ritorno a casa, dell’Alofood Camp e dell’Alofood Tour di Apecchio città della Birra.
Sono stati due giorni molto belli e intensi all’insegna dell’Alo… ovvero della birra, dei prodotti di qualità e del territorio e a proposito di territorio Apecchio si è rivelata in tutta la sua bellezza e in tutta la sua particolarità.
Di Apecchio…
E proprio partendo dal territorio e dall’ Alofood Tour per Apecchio, che è stato l’inizio della nostra due giorni, inizia il mio racconto…
Ad accompagnarci nel tour e a raccontarci Apecchio è stata Daniela Rossi la nostra guida turistica. Lo ha fatto con l’amore e l’entusiasmo di chi vive la nella propria terra e con essa ha un profondo legame trasmettendo agli altri sensazioni altrimenti inenarrabili.
Cominciamo raccontando un po’ di storia della città…
Il primo nucleo abitato fu probabilmente costruito dai Piceni 2400 anni fa. Successivamente proprio per la posizione geografica in cui è posto ad Apecchio passarono altri popoli quali gli Umbri, i Celti, gli Etruschi, i Romani e i Messi dello Stato Pontificio. Dagli inizi del 1400 Apecchio e la valle circostante divennero dominio della famiglia Ubaldini di Firenze che una volta divenuti “ Signori della Carda” si stabilirono prima in un imponente castello costruito su di uno sperone di roccia nei pressi della città, poi a metà del 1400 si trasferirono a Palazzo Ubaldini un palazzo che si sviluppa su tre livelli e che fu progettato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
Nei sotterranei di Palazzo Ubaldini ha sede il Museo dei Fossili e minerali del Monte Nerone, dove è custodita una ricca collezione di ammoniti e materiale paleontologico che attira studiosi da un po’ tutto il mondo.
Alcuni di questi reperti sono veramente uno di questi è l’Hybopeltoceras paviai ritenuto da molti esperti di rara bellezza e di alto per valore paleontologico.
Nel museo sono custoditi anche il cranio e l’impronta del piede dell’Orso delle caverne che ha vissuto sul Monte Nerone sino a 10.000 anni fa,
alcuni utensili in pietra fabbricati da uomini primitivi, e le zanne e la mandibola dell’ Elephas antiquus.
Che dire di tutte queste meraviglie?
Le ammoniti e il loro mondo, mi affascinano da sempre, la vastità dei reperti esposti ( oltre 2000) e il racconto fatto con tanta passione dal Sig. Bei Domenico, che ci ha accompagnati nella visita al Museo, mi hanno affascinata ancor di più, quindi penso che questo sarà un altro dei validi motivi per tornare ad Apecchio…
Una curiosità dei sotterranei di Palazzo Ubaldini?
Il pozzo o neviera, posto al centro del colonnato in cui si raccoglieva e manteneva la neve per un lungo periodo dell’anno e che veniva utilizzato, come fosse un frigorifero, per la conservazione degli alimenti
Al piano terra di Palazzo Ubaldini hanno sede
il porticato con volta a botte sostenuta da 8 colonne sostenute da raffinati capitelli ionici
su cui si affacciano le finestre del “piano nobile” con arco a tutto sesto e cornici adorne del primo stemma degli Ubaldini (il giglio di Firenze),
stemma che in seguito fu adornato con la testa di un cervo e che fu dato in dono dell’imperatore Federico II al conte Ubaldino Ubaldini per un atto di valore.
il teatro comunale “G. Perugini”
e la sala di musica realizzata con un soffitto a volte “a crociera” ornate con capitelli pensili e nella quale c’è un grande camino con lo stemma dei Conti Ubaldini.
al primo piano ha sede il piano nobile con i suoi saloni e attualmente è la sede del Consiglio Comunale.
Nel centro storico di Apecchio, nella piazza a fianco di Palazzo Ubaldini c’è la Pieve dedicata ai Santi Martino e Giovanni Battista, oggi chiamata Santuario del SS. Crocifisso, che era a capo di 24 chiese minori.
Oltre alla Pieve, in Apecchio vi sono le chiese della Madonna della Vita, di Santa Lucia e quella antichissima di Santa Caterina d’Alessandria, che ha la particolarità di avere l’altare sulla cripta sotterranea.
L’antico paese fortificato aveva due porte, una Porta Castello, con il ponte levatoio, che è stata distrutta e Porta Maggiore, è ancora esistente.
Ma il monumento più caratteristico di Apecchio è per me il ponte medioevale “a schiena d’asino” costruito probabilmente in un periodo antecedente l’anno 1000 con blocchi di arenaria grigia, che sormonta con eleganza e raffinatezza le acque del fiume Biscubio.
Non si hanno date certe sulla sua costruzione, ma un antico documento della fine del Trecento è scritto che era stato danneggiato come atto di guerra dai Tifernati ( gli abitanti di Città di Castello).
Anticamente sul colmo del ponte c’era un’edicola con l’affresco della Madonna del Ponte, a cui gli abitanti della zona erano molto devoti, ma all’inizio del 1900 fu smontata per alleggerire il ponte, che non reggeva più il peso e non fu più ricostruita.
Negli anni ’80 il ponte, che fino ad allora costituiva una importante via di transito, venne consolidato e restaurato. Si dice che sul ponte transitasse anche Raffaello Sanzio durante i suoi spostamenti tra Urbino, sua città a natale e Roma.
Questa tesi è avvalorata dal fatto che nello sfondo del quadro della Madonna del Cardellino ( di cui una copia è all’inizio del ponte ) siano raffigurati il Ponte di Apecchio, le montagne dell’Appennino, il castello di Frontone e la cupola del Duomo di Cagli, quindi simboli di queste terre che Raffaello ben conosceva.
Il vicolo degli ebrei, la sinagoga e il forno …
Fin dalla fine del XV sec. ad Apecchio era presente una comunità ebraica. Negli statuti che il conte Ottaviano Ubaldini della Carda dette al castello di Apecchio nel 1492, sono riportati alcuni capitoli che disciplinano le attività svolte dalla piccola comunità ebraica apecchiese formata da una trentina di persone. La comunità ebraica visse ed operò in questo paese per oltre cento trent’anni, fino al 1631 quando, a seguito della devoluzione del Ducato di Urbino alla Santa Sede, gli ebrei vennero trasferiti nei ghetti di Pesaro, Senigallia e Ancona.
In via dell’Abbondanza, così detta perché qui gli ebrei avevano i magazzini per deposito e il banco delle loro merci, si trova il vicoletto degli ebrei, lungo 28 metri e largo da un minimo di 37 a un massimo di 42 centimetri, considerato uno dei più stretti tra quelli esistenti in Italia.
Il “giro d’aria”, come veniva anche definito, delimita l’intero caseggiato di destra formato dalle abitazioni degli ebrei, dove era presente il piccolo cortile dove veniva celebrata la festa delle Capanne (Sukot).
La sinagoga conserva ancora sopra le finestre i triangoli di mattoni che riportano alla tradizionale forma ad ogiva e all’interno del fondo ha conservato un antico forno a legna
con la volta bassa adatto alla cottura del pane azimo e sprovvisto di canna fumaria. Il fumo fuoriusciva dalla porta e dalla finestra lasciando evidenti segni sulla parete esterna.
Una curiosità…
Il guado è una pianta che veniva coltivata dal 1400 alla fine 1700 e serviva, dopo essere stato essiccato e polverizzato, a colorare di azzurro stoffe e pellami ed ha costituito per molti secoli una notevole fonte di reddito in considerazione dei numerosi raccolti annui ( 7 )
Apecchio era una dei maggiori produttori di guado nel Ducato di Urbino e qui è possibile vedere una macina da guado ritrovata nel vecchio mulino del Castello di Apecchio e li vicino nel prato ci sono alcuni cespugli di questa pianta .
Della birra artigianale…
Apecchio, ormai è risaputo, è la città della birra e questo brand è conosciuto in tutto il mondo.
Sul territorio sono presenti due birrifici che sono una autentica ricchezza: Amarcord e Collesi che producono birre che ricevono premi in competizioni di alto livello.
Collesi produce birre dal 2007, Amarcord dal 2008.
Entrambi utilizzano l’acqua pura che sgorga dal Monte Nerone che con l’aggiunta di luppoli di qualità pregiata danno origine a birre di ottima qualità.
In entrambi i birrifici ci hanno spiegato come avviene la produzione, e quali sono le fasi di produzione dei vari tipi di birra.
E ho scoperto, con piacere che, la birra Collesi è praticamente a Km 0 perché l’orzo che utilizzano è coltivato nei campi delle Tenute Collesi, trattato al maltificio regionale marchigiano e quindi una volta trasformato i malto utilizzato per la preparazione delle birre.
In merito alla visita ai birrifici voglio ringraziare Giulia Minardi e Giuseppe Collesi per l’accoglienza e la disponibilità riservateci .
Dell’Alofood Camp…
Un AloFood Camp – food, web, beer and tourism experience”, in collaborazione con Gnammo e Luca Marcelli – consulente Turistico Locale. Nel dibattito, dopo il saluto del Sindaco di Apecchio Orazio Ioni e di Massimo Cardellini – Presidente dell’Associazione Apecchio Città della Birra,
sono intervenuti Livia Baldelli – Architettura e Turismo, Laura di Pietrantonio – Food & Beer, Gian Luca Ranno – CEO & Co-Founder di Gnammo, Ilaria Barbotti – Presidente Instagrammers Italia e creatrice di “Aroundconero” e Sandro Giorgetti – Coordinatore Social Media Team Marche che ha parlato del caso “Marche Tourism”.
Ha concluso l’incontro l’Assessore al Turismo , Eno-Alogastronomia della Provincia di Pesaro e Urbino Renato Claudio Minardi che ha parlato di “strategie comunicative per la promozione territoriale. Non serve essere grandi, l’esempio Apecchio”.
E poi noi le 7 foodblogger provenienti da varie regioni d’Italia ognuna con una esperienza diversa, ma tutte piene di entusiasmo per il nuovo concetto di birra che fa turismo pronte a diffondendolo in rete tramite i blog e i social network.
Laura di “Foodie” Tamara di “Un pezzo della mia Maremma, Giovanna di Enogastroweb , Chiara e Beatrice di RicetteSenza, Ashley di Latavolamarche; Sabrina di Natosottoilcavolo Foodblogger
Dell’Alogastronomia…
Come già detto più volte Alogastronomia é:
Birra: Apecchio è conosciuta per essere la città della birra e nel suo territorio sorgono due birrifici artigianali Amarcord e Collesi.
Prodotti di qualità ( gastronomia ) : Apecchio e il circondario sono terra di tartufi e di vere e proprie eccellenze alimentari e non solo.
Territorio: Apecchio è un piccolo paese ricco di storia, di arte di cultura e di tradizioni posto a cavallo tra Marche, Umbria e Toscana conosciuto fin dall’antichità.
Quindi con queste due splendide giornate è cominciato il cammino verso Festival Nazionale di Alogastronomia che si svolgerà nel 2014 ed Apecchio continuerà a stupirci!!!