Io non ho il vizio di mettermi lì a pensare troppo sulla vita. E dico vizio perché secondo me non è una buona cosa.
Intendo se la vita mi ha più dato o più preso, intendo se la devo vedere rosa o la devo vedere grigia e intendo se la devo prendere di tacco o di punta.
La prendo come viene, senza creare una partitura filosofica per ogni avvenimento che mi tocca o per ogni scelta che faccio.
E non amo svaccarmi in riflessioni sul mezzo bicchiere che la vita ogni giorno ti serve al bancone.
Anche perché non è detto che lo status di mezzo pieno sia migliore del mezzo vuoto, se dal bicchiere ci ho bevuto io.
Ma se mi costringete a usare un binocolo per guardarmi in giro, per puntarlo sulla mia famiglia, sul mio Paese, sugli amici, sul mio lavoro o sui miei piedi state pur certi che l'impugnerò dalla parte canonica.
I vedo nero per partito preso, quelli con il grugno stampato, quelli che anche se sorridono stonano tanto son disabituati, quelli che prendono lo stramaledetto binocolo e lo usano rovesciato mirando il mondo, ecco, quelli, non so... mi sembra che fanno(*) due fatiche.
(*) Aut. Min. Conc.