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Di buona densità

Creato il 03 maggio 2015 da Annalife @Annalisa
promosso, caro Weaver

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Secondo volume della trilogia che ha per protagonista l’ex-giornalista David Raker. Nessun problema di lettura per chi non conoscesse il primo romanzo, se non per la curiosità di andarselo subito a leggere dopo gli accenni alla storia precedente che vengono seminati qui e là.
Ambientato in Inghilterra, ha comunque un taglio molto americano (è una sensazione straniante: più volte ho dovuto rammentarmi che, no, ero a Londra e non in Nord-America).
Raker, abbandonato il giornalismo, si occupa ora di trovare persone scomparse. Pare abbia un sesto senso che aumenta l’empatia e la comprensione nei confronti di chi sta cercando e, nello stesso tempo, ha in sé molto forte la volontà (a volte irrazionale, se si può dire…) di arrivare alla fine della storia a tutti i costi.
Stavolta deve trovare la figlia di una ricca e buona famiglia cittadina, che è svanita nel nulla mentre la polizia brancola nel buio (come direbbe la seconda generazione dei Pokémon).

Parte così una ricerca sempre più intricata, ostacolata anche da una parte dei protagonisti che pure dovrebbero essere a fianco di Raker. La storia si intreccia e si dipana con svolte improvvise e disvelamenti che in realtà nascondono altri problemi da risolvere, mentre al lettore fischiano a volte le orecchie perché gli sembra di aver già annusato alcune delle situazioni che l’ex-giornalista si trova ad affrontare. Confesso di essere andata a controllare da quale romanzo fosse tratto un film che mi veniva suggerito da alcune delle pagine di “Tracce di morte” (ed era un romanzo di Patterson).
Ma, un momento, diciamo subito che sono sensazioni che svoltano presto verso soluzioni originali, e che, forse, sono dovute alla globalità della situazione: si parla di giovani donne, si parla di serial killer e di boschi, e certi momenti di déja-vu sono quasi obbligatori.
Per il resto, mi sembra che, al di là della trama, giustamente complessa e ricca di colpi di scena, e di una scrittura capace di avvincere, il punto forte del romanzo sia il protagonista, David Raker, molto naturale e credibile, sia nelle sue intuizioni, che nella sua ostinazione (a volte deleteria), così come nei rapporti che instaura con i comprimari. Bel personaggio, che mi ha convinto a leggermi anche gli altri due romanzi che lo hanno come protagonista.



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