Di come Scintilla sia riuscita nel suo intento

Creato il 30 maggio 2011 da Ladybug
Un paio di settimane fa, nella mia cucina.Ore 20.00.Mi destreggio tra i fornelli, assaggiando il mio ragù di pesce, messo sul fuoco rigorosamente 2 ore fa e contemporaneamente controllo in forno la cottura del mio polpettone ripieno…sì, ok, sto scherzando. In realtà sto facendo una tristissima minestrina da ospedale, ma mi piaceva darmi un tono.Comunque, all’improvviso suona il cellulare.
“Pronto?”Un sussurro: “Pronto, sono io!” dice Scintilla dall’altra parte della cornetta e me la immagino che controlla a destra e a sinistra che nessuno la stia ascoltando.“Scintilla ciao! Che ti succede? Come mai bisbigli?”“Sono di fretta, Uby (Uberto, il suo fidanzato) torna tra poco, ma volevo dirti che è tutto organizzato. Tra due settimane usciamo a cena con Gi.”
Ci risiamo. Eppure pensavo di essere stata chiara.Mi imbarazza. Mi sa di sfigata. Mi sembra di essere la protagonista di una commedia americana.Insomma, non voglio che mi si organizzino appuntamenti per presentarmi uomini.Io sono più il tipo che crede nel destino, nel fato, nell’incontro casuale. Se deve succedere succederà. E succederà quando meno me lo aspetto. E poi sarò ancora capace di trovarmelo da sola un uomo, no?Ma lei niente, non vuole sentire ragioni. Per qualche strano motivo che ignoro ha deciso che io e Gi, amico di Uby, siamo fatti per stare insieme. E si vuole sostituire al fato e farci incontrare.Anzi, ad essere precisi vuole farci conoscere. Perché per incontrarci, io e Gi, ci siamo già incontrati. Un mese fa. Ad una festa piena di gente dove non si vedeva una mazza (quindi non sono nemmeno in grado di dire come fosse il tipo in questione). E dove, al momento delle presentazioni, l’uomo che secondo Scintilla ha tutti i numeri per diventare il mio secondo marito finchèmortenoncisepariamen, ha mostrato per la mia persona lo stesso interesse che si mostra di solito nei confronti di un cesso a pedali: un misto tra lo schifato e il disgustato. Umiliante.Ma Scintilla, donna tanto riccia quanto caparbia, non demorde. Prima di sventolare bandiera bianca e dichiararsi sconfitta, vuole almeno una cena insieme. Almeno che ci parliamo. Almeno che ci guardiamo bene in faccia.Ed è così che ho acconsentito e qualche sera fa mi sono ritrovata seduta a cena a mangiare pesce con Scintilla, Uby e Gi, l’uomo della mia vita.Cosa dire della serata?A parte io e Scintilla che ci siamo trovate prima al ristorante e, esattamente come quando avevamo sedici anni, ci abbiamo messo ¼ d’ora a decidere come disporci a tavola, cercando di capire se fosse meglio che lui mi stesse seduto di fronte o accanto, ma cercando di far apparire il tutto molto casuale e avendo il sospetto che, comunque, le sedicenni di oggi, siano molto più sgamate di noi.A parte che quando l’uomo dei miei sogni si è palesato scortato dal fidanzato di Scintilla, ha guardato noi, poi ha guardato lui e ha detto “Comunque no” (No? No che cosa? Non ti ricordavi di me? Mi ricordavi più bella? Mi ricordavi più brutta? No hai già deciso che non ti piaccio?) e che Scintilla si è affrettata a dare voce a quello che io stavo pensando, chiedendo: “No cosa? Te la ricordavi diversa?”.A parte il fatto che io, a quel punto, devo aver assunto un colorito molto simile a quello di Adriano Pappalardo nel momento in cui raggiunge la nota più alta di “Ricominciamo”, che di certo mi donava molto poco.A parte che alla fine della cena Scintilla ha fatto di tutto perché io lo accompagnassi alla sua macchina, lasciandoci quindi da soli quei 5 minuti sufficienti a trasformarsi in un’eternità imbarazzante se non si ha nulla da dirsi. Ma lui ha ignorato il suggerimento della mia amica in tutta scioltezza, facendomi sentire sollevata da una parte, ma elegantemente scagata dall’altra.Insomma, a parte questi dettagli, tutto bene. Bella serata, ottimo pesce.E lui è simpatico. Molto.Per il resto si vedrà.

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