Secondo la maggior parte degli adolescenti, il pericolo più grande che li riguarda proviene dalla tecnologia: ciò che fa loro più paura è infatti il cyberbullismo, una forma di bullismo che utilizza smartphone e internet per aggredire e umiliare chi ne è vittima. Nei dati della ricerca I ragazzi e il cyber bullismo di Save the Children, dati recentissimi, il cyberbullismo fa agli adolescenti più paura di quanto non ne facciano le droghe, l’essere molestati da un adulto o il contrarre l’AIDS.
Come e perché avviene l’aggressione nel cyberbullismo?
La causa degli attacchi da parte del cyberbullo? L’aspetto fisico, la timidezza, l’orientamento sessuale o l’essere stranieri. Dicono i ragazzi e le ragazze intervistati, è sufficiente essere in un qualsiasi modo “diversi” per attirare l’attenzione del cyberbullo. Anche l’essere molto carine o la disabilità possono funzionare da molla apparente per scatenare un cyberbullo.
Per la maggior parte di ragazzi e ragazze, il cyberbullismo è dovuto a dinamiche che riguardano un intero gruppo, attraverso forme di influenza sociale: per il 70% degli intervistati, uno comincia e gli altri gli vanno dietro.
Perché tanta paura del cyberbullismo?
Nella percezione che ne hanno ragazzi e ragazze, le conseguenze che derivano dall’essere vittima di cyberbullismo sono drammatiche: il cyberbullismo compromette il rendimento scolastico, spinge a isolarsi dagli altri, porta alla depressione o ad atti di autolesionismo. Secondo gli adolescenti, chi subisce cyberbullismo si rifiuta di andare a scuola o fare sport, non vuole più uscire da casa né vedere gli amici, si chiude in se stesso e non si confida più con nessuno.
Per vedere l’infografica di Save The Children sul cyberbullismo, fare click sull’immagine.
Per la maggior parte degli adolescenti intervistati, gli episodi di cyberbullismo sono molto più dolorosi di quelli reali, perché non ci sarebbero limiti a quello che si può dire e fare e perché potrebbero avvenire continuamente, in ogni ora del giorno e della notte.
Non c’è da stupirsi se il cyberbullismo è per il 72% di ragazzi e ragazze il pericolo più grande che corrono, ciò di cui hanno più paura e se, rispetto ai recenti episodi di suicidio da parte di vittime di cyberbullismo (penso a Carolina, ad Andrea, ad Amanda, ma l’elenco sarebbe ahimé lungo), soprattutto le ragazze ritengono che il cyberbullismo abbia giocato un importante ruolo nella decisione di togliersi la vita.
Cosa fare, secondo gli adolescenti?
Rivolgersi agli adulti, i genitori in primis. E, sempre secondo i ragazzi e le ragazze intervistati, chiedere ai gestori delle piattaforme social e ai gestori telefonici adeguate contromisure, fare attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione che coinvolgano scuola, istituzioni, aziende e genitori.
Con la speranza che questi ottimi suggerimenti siano ascoltati dagli Osservatori Regionali sul bullismo. E con la speranza che la si smetta di pensare che il problema sia la tecnologia e non l’uso erroneo che se ne fa.
Photo credit: Blue Square Thing
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.
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