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Questa sera, nello spazio scenico del Frantoio della Briccola, degli amici di TerritorioTeatro, è stato messo in scena uno spettacolo che coniuga la commemorazione della festa della donna, e la chiusura dell'anno in cui è stato festeggiato il 150° dell'Unità d'Italia.
Di fatto Teresa (dalla biografia di Teresa Mattei), di e con Silvia Bagnoli, regia di Mauro Monni.
Lo spettacolo è il racconto, nel monologo di Silvia Bagnoli, dell’evoluzione della figura della donna italiana, nei cruciali anni che vanno dalla guerra di liberazione, come tale era diventata la seconda guerra mondiale nella sua parte conclusiva, ai primissimi anni del dopoguerra, caratterizzati dalla stesura della Costituzione.
Un'evoluzione raccontata attraverso la storia della partigiana Chicchi, lo pseudonimo usato da Teresa Mattei, tracciando i contorni di una delle personalità femminili di maggiore spicco nel novecento italiano.
L’ultima donna ancora in vita del gruppo delle donne della Costituente, la più giovane madre della Costituzione, la prima ragazza madre del parlamento, la prima ad aver fatto battaglia perchè le donne potessero entrare in magistratura.
Teresa Mattei è stata anche l’ideatrice della mimosa come simbolo dell’ 8 marzo.
Si racconta che, approssimandosi l’8 marzo del 1945, Luigi Longo, a quel tempo vicesegretario del P.C.I. e responsabile delle donne iscritte al partito, si consultò con un gruppo di partigiane su quale potesse essere il fiore da distribuire per celebrare quella ricorrenza, pensando a quanto già avveniva in Francia, dove si usava donare mughetti e violette.
Le socialiste indicarono l’orchidea, ma Teresa ebbe un'idea diversa. Consapevole dei costi delle orchidee e delle difficoltà di trovare violette e mughetti in ogni parte d'Italia, per convincere Longo si inventò una leggenda, affermando che fosse cinese, ma assolutamente inesistente, che raccontava come la mimosa, fiore di stagione ampiamente disponibile nelle campagne, rappresentasse il calore della famiglia e la gentilezza femminile.
Di solito certi temi vengono rappresentati con più teatralità, con toni più drammatici, trasportando gran parte della narrazione nella Storia, peraltro quella prosopopeica scritta dai vincitori.
Silvia, che ho avuto il piacere di conoscere solo pochi giorni fa, ne ha fatto soprattutto una storia di donna, togliendo retorica e gran parte dell'epopea.
Facendone, soprattutto, il racconto di una vita.
Brava Silvia!
Allo spettacolo ha assistito anche la sorella di Teresa, Ida Mattei, che vive a Lari.
E' una signora ricca di energia e suggestivo carisma.
Dopo lo spettacolo ho avuto l'onore di ricevere l'invito a cenare con la compagnia.
E' stato un vero piacere...
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