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Di foto smarrite, di altre ritrovate. E, soprattutto, di profonda amicizia.

Da Birdin
Di foto, nella mia vita, a pensarci bene ne ho smarrite non poche, per diversi motivi. Foto regalate nell'entusiasmo del momento senza prima preoccuparmi di averne ancora i negativi, foto smarrite in traslochi, foto sottratte, scambiate, dimenticate in rullini mai sviluppati. E poi le foto rovinate da una tazza di caffè, da una caduta in acqua, da un ricordo da non ricordare più.  Poi le foto digitali. Da scaricare su pc condivisi che non sono mai stati del tutto miei, da conservare in qualche cartella, ma senza troppa importanza perché, ho capito di recente, la carta per me è importante, uno schermo meno. Meno importante chissà perché, visto che negli ultimi due anni, quasi, attraverso questo blog, è proprio a uno schermo e una tastiera a cui affido le immagini, le storie, i sapori di una vita. E, come dicevamo, il fatto che un click mi abbia portato a perdere  tanto lavoro fotografico, mi ha fatto riflettere. Anzi, mi ha lasciato come un'amante lasciata all'improvviso, da uno a cui non mi ero mai presa la briga di dire "ti amo". In questi giorni mi sono rimessa al lavoro e, se mi sono fatta attendere, è perché ho un computer che lavora a manovella, perché ho dovuto prendermi del tempo per vivermi l'accaduto e poi perché stavo cercando di capire come volessi la nuova intestazione. In tutto ciò, sono anche stata a Londra a festeggiare il compleanno del mio amore in carne, ossa e occhi azzurri e, credetemi, non ho ancora avuto il tempo di scaricare le foto del viaggio (che voglio proporvi al più presto, insieme a un po' di storie culinarie!).Allora, in mezzo alle tante foto smarrite, mi è venuto in mente che, da qualche mese, ovvero in tempi non sospetti, avevo voglia di raccontarvi la storia di una foto ritrovata.
Di foto smarrite, di altre ritrovate. E, soprattutto, di profonda amicizia.Quella che vedete qui sono io. Negli anni '70. E la foto che mi sono preoccupata finalmente di scansionare e, quindi, di preservare, io l'avevo persa l'anno scorso...Girava per casa e ci piaceva, a me e Tonino, averla sotto gli occhi. Insomma, in realtà l'avevo regalata a Tonino e lui ce l'aveva sul suo comodino e un po' per casa. A me, che in genere sono più ordinata di un'archivista, piaceva che in fondo fosse così.A un certo punto la foto girovaga viene meno. Cioè, mi accorgo che da un po' non mi capitava tra le mani, fino a che realizzo che in realtà ce l'eravamo persa.Quest'estate, dopo circa un anno, torniamo da una giornata di mare e troviamo nella cassetta della posta una lettera da Camerino.???Tonino la apre (era indirizzata a lui), estrae un foglio scritto a mano e, nell'aprirlo, ne cade una foto. La mia, questa che non si trovava più. Dopo un attimo di 'smarrimento' e sorpresa, leggiamo e capiamo quello che era successo.Da un paio di anni, Tonino raccoglie libri tra amici, parenti e conoscenti, ne fa un bel pacco (anzi, spesso, grazie alla generosità delle persone, anche più di uno) e lo spedisce al carcere di Macerata, in dono per i detenuti. La direttrice di questo carcere è stata infatti subito molto disponibile nell'accettare la sua proposta e si preoccupa di smistarli anche al carcere di Camerino. Bene, la mia foto era andata a finire in un libro, "Leggero il passo sui tatami", che proprio un mese prima era stato inviato al carcere insieme a tanti altri. Un detenuto l'aveva letto e, nel trovare la foto, si è preoccupato di rispedircela, col pensiero del valore affettivo che potesse avere. La sua lettera e il suo gesto ci hanno subito parlato di una persona dal cuore profondo e da allora sia io che Tonino cerchiamo di avere un contatto con lui: gli scriviamo lettere su fogli di carta, riceviamo le sue, cariche di umanità e riflessioni.R. per me è il contatto con un mondo a cui non avevo mai veramente pensato, se non negli atti di denuncia, di cui uno proprio di pochi giorni fa, da parte dell'associazione Antigone, del nostro sistema carcerario. Ma R. per me non è solo una persona che sta vivendo un'esperienza tra le più dure che la vita possa riservare. E' anche un amico, una persona che mostra per prima il suo cuore, che fa il primo passo e che si preoccupa per me.Io gli sono profondamente grata. Per avermi fatto ritrovare la foto di me bambina, per il suo cuore, per l'opportunità che mi offre di scrivere su un pezzo di carta che lui conserva e rilegge, che io conservo e rileggo. Per il fatto di accettare entrambi la nostra amicizia, capaci di non giudicarci.E sono profondamente grata anche a tutte le persone che aspettavano queste mie semplici righe, che mi hanno scritto e mi hanno colmato le insicurezze e i vuoti.E in ultimo, ma non meno importante, sono profondamente grata a Maurizio, amico e sostenitore di questo spazio un po' strampalato, che mi ha offerto il suo tempo e la sua bravura per riprogettare l'intestazione del blog. Spero presto, non vedo l'ora anche io, vedrete il risultato del nostro lavoro. Che poi, ve lo confesso, il pensiero che il blog diventi ancora di più l'insieme di una condivisione, dei miei post, dei vostri stupendi commenti, dei contributi grafici degli amici, mi piace troppo, troppo...

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