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Di Gotham, origini originali e supercriminali con i sandali

Creato il 31 agosto 2014 da Pontomedusa @Pontomedusa

gothamIeri ho saputo per caso dell’imminente messa in onda di una nuova serie, Gotham, ambientata negli anni dell’infanzia di Bruce Wayne e il cui protagonista è un giovane Gordon.

Dopo essermi asciugata la bava, mi sono però resa conto che c’è un personaggio che mi lascia perplessa, Poison Ivy.

Le orgini dei personaggi dei fumetti sono sempre un po’ confuse, tra retcon, universi alternativi e riscritture per i varii media, ma in linea di massima possiamo dire che Poison Ivy sia una botanica di nome Pamela Isley che, per un incidente di laboratorio, sviluppa un’immunità ai veleni e la capacità di produrre tossine.
Qui invece abbiamo una bambina che si chiama Ivy (che fantasia!) Pepper. Che storia inventeranno? Farà cadere le braccia? Certo è che uno dei tratti di Poison Ivy è la sensualità da femme fatale, che in una preadolescente sarebbe decisamente inappropriata.

Vedremo se faranno un merdone o avranno un’uscita geniale. D’altra parte, nel Bat-verse ci sono stati casi di origini alternative così azzeccate che a volte hanno persino sostituito quelle originarie.

E’ il caso ad esempio di Mr Freeze.

freeze cartoon

All’inizio, era solo un cattivo con un tema, il ghiaccio. La drammatica storia della moglie affetta da una malattia incurabile, che lui criogenizza nella speranza di poterla un giorno curare, è stata creata per l’ottima Batman The Animated Series, ed è diventata l’origine ufficiale del personaggio, che ha così acquisito spessore e un lato tragico.
Certo, purtroppo è stata anche usata per l’urèndo Batman e Robin di Joel Schumacher.

...vabbè.

…vabbè.

Oppure, abbiamo il caso di Catwoman.

catwoman michelle
Nel suo secondo film su Batman, Tim Burton ignorò l’origine ufficiale di Catwoman, una delinquentella di strada che si evolve fino a diventare una ladra di classe, scegliendo di inventare una storia originale.
Qui, allora, Selina è una timida segretaria che viene uccisa dal suo corrotto datore di lavoro e che, grazie a un gruppo di gatti, ritorna alla vita dotata di un’agilità felina e di una nuova personalità, sensuale e sicura di sé.

A me questa storia non dispiace, peccato che sia stata ripresa para para per produrre l’ignobile Catwoman con Halle Berry. Oltretutto, in questo secondo film, gli sceneggiatori per sottolineare la felinità di Patience (pure il nome le hanno cambiato, e con quale profondo simbolismo!) le fanno mangiare tonno dalla scatoletta dalla mattina alla sera. Chissà l’alito.
Il costume, poi! Va bene che i costumi di supereroine e supercattive sono sempre fantasiosi e poco pratici, ma immaginarmi Catwoman che salta sui tetti della città in reggiseno, pantaloni a zampa strappati, guanti con unghie di strass applicate sopra e sandali (sandali che oltretutto sembrano le ghette di Zio Paperone coi tacchi), è proprio al di sopra delle mie possibilità.

...ri-vabbè.

…ri-vabbè.

Personalmente, trovo che Michelle avesse più sensualità in un dito mignolo che Halle in tutto il corpo fasciato di cinghie di dubbio gusto. Ma si sa che i maschi sono maschi.


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