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Di Max e della vita assieme a te

Da Dalailaps @dalailaps
Di Max e della vita assieme a te
Il post che avevo scritto per oggi era diverso, molto diverso da quello che leggerete.
Mi ero ripromessa di parlare di femminilità e attitudine, argomento con cui combatto quotidianamente, ma ho deciso di rimandare quelle chiacchiere alla prossima settimana e scrivere di quello che è successo ieri sera; ho potuto stringere la mano a Max Pezzali, una delle persone che ha accompagnato la mia infanzia, la mia adolescenza e la mia crescita fino a oggi.
Avevo già scritto di un altro mito che mi ha ispirata e aiutata a crescere, usando le sue stesse parole per ringraziarlo; dopo un concerto come quello di ieri, ho pensato di usare le parole di Max per ringraziare l’uomo che mi sta accanto tutti i giorni.
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Sai Fra, te lo dico spesso che se siamo qui è perché tu hai creduto in noi, prima ancora che io ne fossi capace quanto te. Perché lo sai, dopo troppe batoste avevo smesso di credere nell’amore.
Ero sicura di non volere più qualcuno accanto. Avevo paura di provare ancora, convincendomi che mi sarei bastata.
Me la caverò proprio come ho sempre fatto: con le gambe ammortizzando il botto. Poi mi rialzerò, ammaccato non distrutto. Basterà una settimana a letto, poi verrà da sé, ci sarà anche qualche sera in cui usciranno lacrime, ci sarà anche qualche sera in cui starò per cedere, ma poi piano piano tutto passerà..
C’era stata una persona che mi aveva spezzata in due. Mi aveva fatto talmente male da farmi credere di non meritare niente di buono, tanto che il tempo per dimenticarlo è stato più del previsto.
Non ho nessun rimpianto, nessun rimorso. Soltanto certe volte capita che, appena prima di dormire, mi sembra di sentire il tuo ricordo che mi bussa, ma io non aprirò.
E poi sei arrivato tu, dimostrandomi che “l’amore arriva quando meno te l’aspetti” non fosse solo una frase fatta. Avevo mandato a quel paese più di una persona quando ripetevano quella manfrina, soprattutto quando lo dicevano con la stessa energia con cui si dice “Rosso di sera, bel tempo si spera”.
E invece tu sei qui, mi hai rimesso al proprio posto: i più piccoli pezzi della mia esistenza, componendoli, dando loro una coerenza.
Con te è iniziato il mio secondo tempo, prendendomi per mano e facendomi credere di nuovo nel bene. Facendomi vedere il buono che ce n’è in te, come anche in me che in noi.
Mi stai aiutando a crescere ancora, e di questo non te ne sarò mai abbastanza grata.
E siamo qui ai piedi di una strada che sale su ripida e dissestata: la chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone. Io spero di poterla fare tutta, guardare giù quando arriverò in vetta anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot.
Te l’ho mai detto che mi hai salvata da me stessa? Sì, credo di sì.
Io non ti prometto qualcosa che non ho: quello che non sono non posso esserlo. Anche se so che c'è chi dice “per quieto vivere bisogna sempre fingere”.
Perché mi hai fatto capire che non c’è niente di sbagliato in me.
Anche quando rido talmente tanto da sembrare Woody Woodpecker, quando dimentico il latte fuori dal frigo; quando mi chiudo nel mio bisogno di solitudine, quando mi comporto da mammina e ti dico di non mangiarti le unghie, quando la notte ti rubo tutte le coperte e quando ti faccio il solletico per vendicarmi dei tuoi dispetti.
Quando ti guardo e credo profondamente che sia valso ogni minuto della mia vita prima di te, se ora posso cullarti tra le mie braccia.
Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà, se tu ci sarai, io ci sarò.

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