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Di: Phoebes

Creato il 06 ottobre 2012 da Phoebes

Di: Phoebes
di Helmut Uhlig

Voto: 7/10
Di: Phoebes

Se in contrasto con la parola «terra» consideriamo «mondo» la parte di natura modificata dall’esistenza e operosità umane, allora possiamo parlare per la prima volta di «mondo» su questa terra intorno al 3000 avanti Cristo in Mesopotamia.

(Pagina 157)

Mi sto rimettendo in pari con le recensioni, ed ecco qui un altro libro finito più o meno a inizio mese (ma iniziato mesi fa!). Si tratta di un saggio, e questo è il motivo di tanta lentezza nella lettura: è un genere che non mi appassiona molto! ;) Però ogni tanto mi piace leggere anche questo tipo di libri, specie su quest’argomento che mi appassiona così tanto: la Storia!

Un saggio sui Sumeri: storia, religione, letteratura, personaggi, usi, costumi, scoperte.

Di: PhoebesHo preso questo libro in Biblioteca dopo aver finito di leggere la parte dedicata alle civilà mesopotamiche sul mio libro di Storia del Liceo per il progetto Reading History. I motivi per cui l’ho preso sono stati due: il primo è che questa parte di Storia mi aveva molto affascinato e volevo saperne di più; il secondo è stata la buffissima immagine di copertina, con queste statue dagli occhi enormi che fanno pensare ai chibi dei manga giapponesi, quelle immagini solitamente caricaturali con gli occhioni grandi grandi… insomma, mi hanno incuriosito molto. Leggendo il libro ho poi scoperto che non si sa ancora (o almeno non si sapeva trent’anni fa, ché il libro è piuttosto datato) il motivo di questi occhi smisurati. Una motivazione potrebbe essere che i soggetti rappresentati sono degli oranti, o forse sacerdoti, meravigliati al cospetto del dio. Fico.
[A destra le due statue a figura intera, cliccandoci su l’immagine si apre in dimensioni maggiori in un’altra finestra, ed è possibile leggere le didascalia]Come ho detto il libro è datato, e penso che questo sia il motivo della collocazione delle uniche foto presenti fuori dal testo, in un gruppo di pagine plastificate al centro. La cosa, non posso negarlo, mi ha dato un po’ fastidio, perché quando nel testo si parla di arte, architettura o cose simili non c’è neanche un’immagine esplicativa, e nemmeno c’è scritto tipo “vedi foto numero…”. Una mancanza non da poco per me, perché ritengo che poter vedere quello di cui stiamo parlando, quando si tratta di un saggio, sia molto importante.Ma vabbè, passiamo avanti! Parliamo un po’ di religione! Non molto, giusto per dire: troppo complicata la genealogia degli dei sumeri, non c’ho capito niente! ;) D’altronde i Sumeri considerarono il mondo circostante come popolato di una quantità di esseri divini, sicché parlare degli dei era per essi lo stesso che parlare della vita (Pagina 5). L’unica dea di cui mi ricordo è Inanna, presente un po’ dappertutto, molto potente, legata ai miti più disparati.A proposito di questi miti, com’era facile aspettarsi ci sono in essi diverse similitudini con quelli biblici: il diluvio, ovviamente, ma anche la storia di Caino e Abele, vista come la spiegazione dell’ostilità tra pastori (nomadi) e agricoltori (sedentari) quando questa seconda professione era appena stata inventata.Di: PhoebesI Sumeri sono famosi per le loro ziqqurat, le torri (o piramidi) a gradoni, costruite tra il IV e il III millennio a.C.: edifici grandiosi che sono tra i primi monumenti dell’umanità. La famosa “Torre di Babele” era probabilmente una di queste, identificata con quella ritrovata ad Aquar Kuf, nell’immagine qui a fianco.Veniamo alla parte più interessante (per me). Sto parlando ovviamente di scrittura e letteratura!Innanzitutto, la scrittura cuneiforme: affascinantissima! Qui sotto un prospetto dell’evoluzione della prima scrittura fatta di disegni a quella cuneiforme con i simboli.Di: PhoebesAvendo inventato la scrittura sono stati ovviamente anche i primi a lasciarci opere scritte, per esempio è sumera la prima poesia d’amore, scritta da una sacerdotessa della dea Inanna. Sumera anche la prima storia epica, la famosa Epopea di Gilgamesh. La conoscevo di nome, e avevo qualche vago ricordo dagli studi liceali. Grazie a questo libro ho potuto scoprire qualcosa di più. Innanzitutto il suo autore, tale Sinleque-Unnini (io credevo fosse anonima!), e poi il tema principale di questa epopea:L’Epopea di Gilgamesh è il primo poema che mostri l’uomo nel processo di svincolamento dagli dèi, ma anche nell’angoscia derivante dall’ineluttabilità della morte. Ciò che si svolge dinanzi agli occhi del lettore è una prima manifestazione di pensiero illuminato: una protesta contro gli dèi.

(Pagina 151)

Infine, un’ultima curiosità su questo argomento che mi ha colpito moltissimo: nelle biblioteche sumere sono stati trovati dei testi scritti con caratteri così piccoli che per leggerli occorrono lenti di ingrandimento: come hanno fatto questi ignoti amanuensi a scriverli 5000 anni fa?Come ho detto all’inizio, questo libro è piuttosto datato. Più volte durante la lettura l’autore parlava di dubbi ancora insoluti e misteri da svelare: mi chiedo se alcuni di questi non siano stati risolti in questi ultimi trent’anni! Purtroppo non me li sono segnati, altrimenti magari già una breve ricerchina sul web avrebbe potuto aiutarmi!Tutto sommato un bel libro, il voto un po’ basso deriva appunto dall’essere così vecchio e dalla mancanza di immagini nei punti giusti. Comunque una lettura che mi ha soddisfatto!
Copertina e Titolo
La copertina, come ho detto, mi piace moltissimo per l’immagine dei due oranti con gli occhi grandi grandi! Il titolo è semplicissimo, ma trattandosi di un saggio penso sia perfetto: senza inutili fronzoli spiega perfettamente di cosa tratta il libro.

Dammi 3 parole

Affascinante antichissima civiltà

Scheda del libro

Di: PhoebesTitolo: I sumeri
Titolo originale: Die Sumerer
Autore: Helmut Uhlig
Nazionalità: tedesca
Anno prima pubblicazione: 1976
Ambientazione: Mesopotamia (grossomodo odierno Iraq), III e IV millennio a.C.
Casa Editrice: Garzanti, collana “Il corso della storia”
Traduzione: Gianni Pilone Colombo
Copertina: Oranti, particolare (statuette in pietra, prima metà del III millennio a.C. da Tell Asmar. Bagdad, Iraq Museum)
Pagine: 267
Note: ho letto questo libro per la terza tappa di Reading History.
Link al libro: IN LETTURA – ANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 19 febbraio 2012
fine lettura: 6 settembre 2012

Sfide: OBIETTIVO 2012, Sfida Ridammi 3 Parole, Sfida della NON-Narrativa 2012.Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (a destra) è stato realizzato da me.

Un po’ di frasi

Immaginiamo una cinepresa installata su un satellite artificiale che riprenda all’acceleratore gli eventi verificatisi dall’VIII al IV millennio a.C. fra il 30° e il 130° grado di longitudine dell’emisfero boreale del nostro pianeta, cioè fra il Nilo e il Mar Cinese. E quindi sviluppiamo questo film muto.[incipit]La presa del potere da parte dei generali non è un’invenzione dell’epoca moderna. Anche la dittatura militare ha la sua origine in Sumer o, più esattamente, a Ur.(Pagina 249)Bufera crudele ha infuriato,
il tempo ha oscurato, la legge ha abbattuto.
Distrutto è di Sumer il giusto ordine antico
è passato il tempo ei buoni sovrani.
In rovine stanno le città de reame,
deserti sono gli ovili, le stalle.
Dove sono i pesanti bovi dietro i recinti
dove le pecore, che figliavano agnelli?
Amara divenne l’acqua del canali
erba cattiva copre i campi di grano
la steppa non dà più che l’erba del dolore.
La madre non protegge più il suo bambino
il padre non chiama dolcemente la sposa
né l’amata riposa lieta sul petto dell’amato.
Il ginocchi della madre non culla più i bimbi.Poesia sulla fine di Sumer(Pagina 265-266)Ciò che rimase – la scrittura, la matematica, l’architettura, il sistema giuridico, il sistema scolastico, l’ordinamento religioso – si staccò dal nome di Sumer e, fattosi autonomo, sopravvisse nel tempo e divenne quello che oggi chiamiamo «civiltà»; quella civiltà, nominando la quale noi occidentali non pensiamo minimamente che ciò di ci andiamo tanto fieri è stato in gran parte pensato e formulato nei deserti iracheni fra Tigri ed Eufrate.Ci piaccia o no, si tratta dell’eredità dell’Oriente, dell’antica Mesopotamia: di quella Sumer, riscoperta da soli cento anni e a noi ancora tanto poco familiare, della quale la maggioranza di coloro che oggi ne godono i frutti non conoscono – semmai lo conoscano – che il nome.[explicit]

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