Di procrastinazioni e reclusioni coatte

Creato il 07 febbraio 2012 da Nina


Mentre fuori il freddo imperversa e qui la neve non accenna a sciogliersi. E dicono pure che peggiorerà. Merda.Mentre si annuncia un'altra precipitazione per il prossimo fine settimana e io sto facendo del mio meglio per restare calma, non sclerare, per non cedere alla noia mortale che aleggia nel grottino, ormai quasi del tutto smantellato. Mentre penso che la casa nuova è lì, in attesa da sabato e chissà quanto ancora dovremo aspettare per iniziare quel che avevamo in programma (leggi: andare a fare il sopralluogo per i lavoretti della doccia e per i colori alle pareti con l'amico; andare a comprare letto e armadio e divano e soprattutto portare i primi scatoloni, cominciare il trasloco e pittarla). E' vero, io sono Miss Procrastinazione, sono la regina del che fretta c'è, ma solo se decido io.Mentre questa inattività, questa stasi forzata mi svilisce, robba che se penso a un altro wikkend così...voglio morì! Mentre il maltempo sta rallentando di brutto tutti i nostri progetti, considerando che finché non montano i condizionatori (che devono arrivare da..boh...ma la neve impedisce ai trasportatori di raggiungere la meta) noi non possiamo usare le nostre chiavi. Perché? direte voi. Perché così facendo smagnetizziamo la chiave di cantiere e inneschiamo una serie di reazioni a catena, effetto domino, che sarebbe meglio evitare. Questo è il futuro baby!Morale della favola: abbiamo le chiavi e non possiamo usarle fino a che non montano i condizionatori, ma anche potendo entrare sabato prossimo ci sarà di nuovo neve perciò tutti i progetti se ne vanno a puttane per un'altra settimana minimo. Fanculo. Oddio come me rode...Ad aggravare il quadro ci mettiamo pure che sono in pieno ciclo, arrivato con la neve assieme al down ormonale e umorale: un mix davvero letale. Nell'impossibilità di reperire anfetamine, mi faccio di teina e caffeina e cioccolatina. Riesco a mantenere una parvenza di decoro e umanità leggendo libri (in fissa con Philip K.Dick) e dedicandomi alle retrospettive cinematografiche, ho rivisto, ad esempio, capolavori come Roma di Fellini.E mentre cerco di non incazzarmi che poi divento brutta e cattiva, l'unica alternativa che trovo oggi è impegnarmi a scrivere un post carino, diverso dal solito, che mi aiuti a distrarmi dal loop mentale in cui sono caduta. Un post che ha per tema la tanto bramata Micia. Si, proprio lei: a grande richiesta ecco a voi l'amichetta pelosa che abita casa Nina.

Di lei si può dir tutto, tranne che sia una gatta soprammobile, d'appartamento. E' felina fin nel midollo, il suo istinto predatore la spinge a uscire la notte, anche quando fuori ci sono i pinguini e gli orsi polari che giocano a palla.E' selvatica, poco incline alle comodità della vita civilizzata. Se ci sono un morbido cuscino e uno scatolone tra cui scegliere, preferirà senz'altro dormire su quest'ultimo. La vita spartana le si addice di più.E' cacciatrice, esploratrice, la sua attività principale consiste nel controllare e proteggere il suo territorio - esterno - da eventuali intrusioni. Non tollera la presenza di estranei della sua stessa specie. E' misantropa e asociale.L'ho vista tener testa a gatti maschi grossi come montoni, di quelli pieni di cicatrici - che testimoniano scontri cruenti ed efferati, lotte di quartiere con altri maschioni - eppure davanti alle sue unghie, ai suoi canini appuntiti, alle sue minacce soffiate se la sono data a zampe levate. Giuro. Nessuno osa sfidarla. Nessuno si azzarda. Tutto quel che circonda la casa è suo e non si tocca. Fine. Ho una gatta da guardia io, non da compagnia.E' prepotente e bulla, insolente, come uno scugnizzo sprezzante del pericolo.Ma ha anche un lato dolce, per carità, solo che è a tempo. Le sue coccole, le sue effusioni hanno la scadenza. Lei decide quando cominciano, sempre lei ne decreta la fine: bruscamente, azzannandoti una mano con garbata ed educata indifferenza. Quando dice che è No, basta!  non ci sono santi: inizia ad agitare la coda, abbassa le orecchie, gli occhi a saracinesca, lo sguardo assassino alla psycho, tesa e pronta per sferrare l'attacco. A quel punto non ti resta che togliertela di dosso. Ha un carattere mediamente nervoso, pronto allo scatto.Anche quando dorme non ha pace: fa a botte, sia agita nel sogno, ringhia e fa versi strani. She's a riot!Non è una gatta semplice, ha un carattere forte e determinato, una personalità ben strutturata, una volontà testarda. E' fatta così, poco accomodante...prendere o lasciare.Sono un po' preoccupata (spaventata!) per il trasloco, a dir la verità. Non avere più la possibilità di uno spazio esterno su cui dettare legge e spadroneggiare chissà che effetto collaterale avrà su di lei. E su di noi, soprattutto. Speriamo bene, pregate per me :)

E poi un giorno di febbraio arriva la neve, cambia le regole, scardina le certezze e smonta gli scenari del possibile e dell'immaginabile. Ed eccola la guerrigliera, la ribelle, la forza della natura, l'indomabile felina....

Bloccata anche lei tra le quattro mura domestiche, nell'impossibilità di uscire a seminar terrore per mantenere il controllo sul quartiere, costretta ad abbandonare le scorribande e la vita avventurosa, ecco come si lascia andare al tedio e allo sconforto, nel tepore di casa. Ecco come si trasforma in uno zerbino molle, senza più spina dorsale, né volontà. Arrendevole, docile sembra dire: - Fate di me quel che volete... io e il divano siamo una cosa sola. -Mh, mi ricorda qualcuno....si, sto parlando di me che in questi giorni non ho fatto nulla per distinguermi dall'arredamento. Non c'ho manco provato.

Prova a svolgere piccole attività, come lavorare al picci, ma crolla quasi subito esausta sulle mie gambe

Che non si dica di lei che si è arresa senza combattere, questa foto ne è la prova. Dopo ore di incertezza e paure finalmente si è lanciata, superando se stessa! Certo due secondi dopo era di nuovo in casa, ma pian piano è riuscita ad allungare il tempo di permanenza fuori: cinque minuti massimo!

Apparteniamo a due razze diverse ma in questi giorni siamo legate a filo doppio perché condividiamo lo stesso ingrato e amaro destino: prigioniere del grottino, recluse e in gabbia ci agitiamo come animaletti in pena.Siamo simili, la guardo e mi rivedo, rassegnata e annoiata attendo che mi venga restituita la libertà di disporre dell'esterno come meglio credo. Uscire, andare, decidere di me e delle mie giornate.Sarà per questo che mi sono convinta a fare una cosa che mai avrei creduto: parlare della mia gatta, descriverla, dedicarle addirittura un post. Non sono tipa da Amore della mamma mentre mi rivolgo a un animale e non lo sarà mai. Non sono tipa che smarona gli altri con i racconti del suo piccolo, come parlasse di un figlio. NO, MAI! Sono anche poco amante dei gatti, per la verità...Però a modo mio le voglio bene e in parte credo sia vero che l'animale e l'uomo arrivano a somigliarsi, quando vivono insieme. Io sono irrequieta, proprio come La Micia.
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DAL DIARIO DI UN GATTO





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