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Di rientri, New York e Italiani in vacanza

Creato il 06 giugno 2013 da Giupy
Uno dei lati piu' belli di fare un dottorato in materie umanistiche sono le lunghissime vacanze, che non si vedevano dai tempi del liceo. L'idea quindi di avere tre mesi a crogiolarsi nel sole italico mangiando formaggio e gelato ripaga in pieno tutte le volte in cui la gente, guardandomi dall'alto in basso, mi ha chiesto "ma te, quand'e' che ti trovi un lavoro serio?".
Questo preambolo per dire che sono tornata in Italia con il vago pretesto di fare della ricerca qui  piena di ottime idee su come fare degli studi qualitativi. Ma non disperate piccoli lettori, perche' ho comunque una carrettata di aneddoti & stranezze made in USA e non solo da poter condividere nei mesi estivi.
Avrei voluto iniziare parlando un po' del mio viaggio, ed in particolare della nostra amatissima compagnia di bandiera, cui quasi un anno fa dedicai un post pieno di affetto. (Cercate di leggere la tagliente ironia delle mie parole, please).
Ora, ad essere sinceri, c'e' qualcosa di positivo da dire su Alitalia. Infatti, volendo cambiare il volo (essi', ho questo vizietto di voler sempre spostare le date dei miei viaggi) chiamo il numero americano. mi risponde un tipo gentilissimo, che parla perfettamente italiano, gli do il numero del volo, lui controlla, mi da le opzioni necessarie e le possibili soluzioni.
Scopro che il costo per un cambio del volo equivale a uno dei miei - perfettamente funzionanti - reni, e dal momento che non sono una superfan della dialisi decido di tenermi la data che gia' avevo.
"Pero' guardi, la volevo proprio ringraziare per la sua gentilezza" dico al tizio per telefono "e farle i complimenti per il suo italiano perfetto"
"Grazie!" dice lui "Ma parlo bene l'Italiano perche' non sono Americano.. sono Albanese! Figurati se un Americano riusciva a parlare cosi' bene un'altra lingua!"
(e questo l'ha detto lui e non io, mi limito a riportarlo... )
La mia love story con Alitalia e' comunque durata pochissimo. Infatti arrivo in aereoporto con le mie 200 valigie dopo aver passato tre giorni a traslocare e aver avuto per casa uno stuolo di Indiani (esperienza che raccontero' quando apriro' un blog sull'India e avro' superato lo shock di aver vissuto un film di Bollywood sulla mia pelle). Per una serie di coincidenze piu' o meno fortuite arrivo in aereoporto con grande anticipo. Mentre sto li' a chiedermi se voglio uno Starbucks oppure fare subito il check-in, il mio sguardo viene attirato da qualcosa di strano sul tabellone partenze. Guardo il mio e-ticket dove c'e' chiaramente scritto che il mio volo e' alle 1130. Pero' c'e' qualcosa che non va. La hostess di terra, sorridente e cordiale, mi spiega dolcemente che il mio volo e' alle 830.
SONO le 830. Sorrido mentre il panico di impossessa di me. Mi vedo gia' a vendere tutti gli organi interni compreso un fegato un po' provato dagli spritz per comprare un altro biglietto.
MA, la buona notizia e' che Alitalia/Delta ha quest'ottima caratteristica di essere spesso in ritardo, e cosi' e' pure il mio volo. Con considerevole culo una bottarella di fortuna riesco quindi a prenderlo, forte del fatto che a me tutto va sempre bene.
Ma mi viene comunque da fare un'acida considerazione, anzi due. La gentilissima hostess mi ha fatto presente che 'sei tu che devi controllare se il tuo volo e' stato spostato!'. Cio' che mi viene voglia di rispondere e':
1) Ok io sono scema. Avrei dovuto controllare sul sito Alitalia e non l'ho fatto. Sto prendendo un PhD, ho passato la mia vita a viaggiare su e giu' da ogni tipo di aereo, dovrei sapere che di certe compagnie e' meglio non fidarsi. Mea Culpa. MA se io fossi stata la vecchina del Midwest che per la prima volta mette piede su un volo per coronare il suo sogno di mangiare a Roma le Fettuccine Alfredo, come cavolo mi sarei immaginata che la compagnia NON mi avverte dei cambi di volo MA devo scoprirlo io da sola? Oltretutto, pure le compagnie scaccione tipo Easyjet notificano i cambi di voli, perche' Alitalia NO? Almeno scrivetemelo sull'e-ticket piccolo piccolo "il tuo volo e' soggetto a cambiamento, controlla idiota!' e invece no, ho scandagliato tutto e non c'era nulla
2) Gentilissimo Albanese poliglotta con cui ho parlato una settimana fa, essendo che ti ho dato il numero del mio volo, l'orario e il giorno, ed essendo che tu per l'Alitalia ci lavori, non potevi dirmelo che il volo era cambiato, cazzo corbezzoli?
Oltretutto non c'e' spazio in cabina e imbarcano il mio trolley con tutto cio' che ho di piu' prezioso al mondo dentro, e passo un viaggio ad angosciarmi pensando che me lo perderanno e magari pure il mio volo New York- Milano e' cambiato.
Invece per fortuna non succede nessuna delle due cose, e posso godermi la mia New York Style Pizza al JFK. Perche' da New York, prima o poi, ci passano tutti.

Io a New York ci sono stata sia come turista che come- piu' o meno- abitante, ma non la conosco molto. So solo che meta' della mia famiglia e del mio paese natio e' convinta che io stia a New York, perche' chi cavolo sa dov'e' il Colorado? Io di solito non li contraddico perche' non ho voglia di star li a raccontare che sto su un altipiano di orsi volanti, e forse una particina di me a New York ci vorrebbe vivere davvero.
Anche se, stando solo in aereoporto, mi sono accorta di una cosa che mi ha sconvolta. La gente mi ha TRATTATA CON FREDDEZZA, a volte quasi maleducazione. Mi sono avvicinata al controllo sicurezza e il tizio mi ha biascicato "You have to change the boarding pass", senza sorridere, senza guardarmi in faccia, senza chiedermi come va, senza dirmi che ho una bella giacca, senza accompagnarmi personalmente a cambiare il biglietto. Lasciarsi alle spalle la solarita' e la gentilezza dei Coloradiani puo' essere traumatico a volte. Pure da Starbucks la barista sembrava avere avuto una giornata no. Che a Boulder non succede mai, perche' e' una bolla felice di orsetti rosa pace e amore.
Di rientri, New York e Italiani in vacanzaIl Colorado according to Giupy
Sul volo fino a Milano prevedevo di guardare Argo e poi cadere in coma. Ma non avevo fatto i conti con una specie ben peggiore dei Newyorkesi scortesi: gli Italiani in vacanza. Ora, miei affezionati lettori, sono sicura che voi, qualora andaste in vacanza a New York, sareste composti e beneducati e silenziosi. MA quelli che ho trovato sul mio volo erano una sorta di scolaresca in gita attempata, e dai discorsi che si gridavano da una fila di posti all'altra ho potuto capire a che specie appartenessero: intera famiglia compresa di zii e nipoti per la prima volta sul suolo americano, ragazza della Bocconi in viaggio premio del post-laurea, famiglia con bambini piccoli che per tutto il viaggio hanno urlato come aquile guardando Spongebob sul loro cazzo di IPad. Io amo l'Italia e amo gli Italiani. Ma molti Italiani non dovrebbero viaggiare, perche' poi finiscono a ripetere mille volte alla madre sul volo di ritorno "Ommioddio devo scrivere le cartoline alla Francy" o a chiedere alla hostess la pasta perche' "Ommioddio e' una settimana che non la mangio", o a tentare di comunicare in questo pseudoitaliano dal vago accento anglosassone e le 'r' arrotate all'ennesima potenza e senza 'h', per poi lamentarsi che nessuno parla Italiano. Questi sono gli Italiani che mi trovo sempre quando torno in Italia e che mi fanno discorsi del tipo "No ma guarda che io SO come sono gli Stati Uniti, perche' sono stato una settimana a New York l'anno scorso". E si, lasciatemi essere snob, antipatica, pretenziosa e tutto quello che volete, ma questi milanesi scampati alla crisi che ancora hanno voglia di regalare soldi ad Alitalia, mi piacciono molto di piu' quando vanno a Sharm nel villaggio Club Med a fare i balli di gruppo e i giri in cammello con i finti beduini.
In conclusione, che ci piaccia o no New York e' un po' dentro tutti noi. Prima di partire sono andata all'ufficio International Students per firmare dei documenti e ho chiesto informazioni su dove trovare una certa persona.
"Sei una studentessa internazionale oppure un'americana che deve andare a studiare all'estero?" mi ha detto il tipo della reception, gentilissimo (perche' Coloradiano).
"Sono felice che tu mi prenda per Americana" dico sorridendo "ma penso si capisca dal mio accento italiano che non lo sono"
Lui, con sincero stupore, mi dice "Ah e' un accento italiano? Ero convinto tu fossi di Brooklyn! "
Tutto sommato, durante l'estate l'America mi manchera'.
Di rientri, New York e Italiani in vacanza
La tipica pizza pepperoni che in America va tanto. Vi prego, confermatemi che in Italia non l'avete mai vista ne' mangiata.. 

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