Novembre sta rotolando verso la parte bassa del calendario, regalando inaspettatamente un po’ di tenue e rassicurante tepore. Non abbiamo ancora acceso il riscaldamento in casa, né riposto nell'angolo più inaccessibile dell’armadio le magliette di cotone.L’unica sciarpa che mi vanto d’indossare sono le braccia che Alice Ginevra mi avvolge attorno al collo ogni volta che mi corre incontro, all'uscita dell’asilo.Lei è sempre radiosa.Con la sua cronica impazienza di infilarsi la giacca imbottita, il civettuolo cappello di lana e di stringere al petto l’adorata sorellina, tutta infagottata nel suo cappottino bianco. Con la voglia di arrivare a casa, di sbarazzarsi in fretta delle scarpe e sedersi finalmente a terra, con i riccioli che le cadono di sbieco, in mezzo a un fitto mucchio di pagine e di figure. Prestando la sua voce a libri altrimenti muti. Impaziente di dare sfogo ai suoi bisogni piccoli, ingenui e, ansiosi, se non subito soddisfatti.Sulla via di casa, allunga sorpresa il ditino e mi mostra la novità.“Ohhh guadda di qui”. Mi fa sempre tenerezza il suo personale uso delle preposizioni e degli avverbi (di qui, di lì, di là, di su, di giù). Osservo il suo “di qui”.I vicini di casa hanno già montato e collaudato le lucine natalizie intorno alla siepe, fresca di trenta euro di parrucco.Luca, con un’ espressione incredula che s’inarca e fuoriesce da sotto alle lenti degli occhiali, mi domanda “A metà novembre?” allungando le ultime sillabe e il punto interrogativo a seguire. Considerando che già a settembre sono comparsi i panettoni nei supermercati, la cosa ha una sua logica. Meglio anticipare che deficere. Meglio tenersi stretti quegli spiragli di libertà che ancora ci restano.Di sacro, facendo la conta, rimangono cosa, se non gli affetti, le favole e parlando di festività, il Natale! Vorrei aggiungere la salute, ma quando come stamattina, leggi sul giornale che i tempi d’attesa per una mammografia a Bologna, si aggirano sui diciotto mesi, ti rendi conto che la salute è considerata alla stregua di un bene di lusso.Così come quando ascolti il raccapricciante racconto di un pentito della camorra che traccia una mappa precisa di tutti i veleni sepolti in Campania, dello sporco business, delle connivenze e di uno Stato che a più riprese ha sempre e solo insabbiato la verità.Fatti, fummo, per vivere come bruti. La virtute e la conoscenza ormai parlano altre lingue. Segno dei tempi. Segno che il tempo, i tempi sono sempre più tesi, come una corda che minaccia continuamente di spezzarsi.Hanno tutti fretta, una fretta fottuta di sorpassarlo, il tempo, di parcheggiare in doppia fila o più semplicemente di rispondere ad uno spasmodico desiderio di dare una svolta.Le nostre stesse tradizioni legate a ricorrenze di carattere religioso sarebbero a rischio di estinzione come lo sono i panda, sarebbero destinate ad essere apparecchiate solo davanti all'intimo focolare domestico se non rappresentassero, per assurdo, la famosa gallina dalle uova d’oro intorno alla quale ruota una buona fetta di economia. Ritenute offensive nei confronti degli altrui credo, sono già state e saranno presto rimosse con un lesto colpo di spugna da tutte le scuole, insieme al crocifisso e al nome di Dio.Sdoganare i panettoni a settembre, dal mio punto di vista, è semplicemente il modo più democratico per togliere dalle confezioni la sovversiva etichetta di dolce natalizio.Il mondo e tutto ciò che lo riguarda da vicino, oramai viene prevalentemente codificato in termini di accettazione o di rifiuto, tralasciando le numerose sfumature intermedie, la ricerca, la divagazione, le innumerevoli possibilità di incontro. Si decide quindi più semplicemente, con mano elastica ed erroneamente accomodante, di rimuovere piuttosto che di proteggere ciò che da sempre ci appartiene.Piuttosto che aggiungere ed integrare nell'accezione corretta del termine.Non resta che incassare l’ennesima sonora e sconsolante sconfitta che personalmente mi provoca un fastidioso sentore di smarrimento. Di questo passo ci rimarranno solo, la bandiera tricolore, forse, e la Nazionale di calcio a rappresentarci. Cataratta di pessimismo?Rivendico l’importanza delle tradizioni e dello spirito intimo che le accompagna. Come simbolo di identità, come retaggio, come forma di espressione e di linguaggio di un intero popolo.
Al telefono con papà
Le tradizioni, d’altro canto va detto, di questi tempi spesso si traducono in mere e consumistiche ripetizioni di sequenze che danno ai gesti solo l’impronta impersonale di quello che è il rito.Ripetitività fine a se stessa, che sa essere indiscutibilmente insopportabile e piena di nonsenso, come tutto ciò che è puramente decorativo e privo di una qualsiasi firma.A volte ho l’impressione che si viva come dentro ad una rappresentazione dove di sé non si lascia nulla. Anonimi teatrini messi in scena solo perché si deve, per pura convenzione.E che traccia, che traccia vuoi che lasci il vuoto dentro agli occhi?******************************Oggi presentiamo un piatto corroborante e confortante al tempo stesso. Una delle nostre amate zuppe che si sposa meravigliosamente con la stagione, dal momento che è stata preparata con gli ingredienti autunnali per eccellenza, i funghi e le castagne.
ZUPPA CON FUNGHI E CASTAGNE
Ingredienti per 4 persone:2 scalogni2 patate di misura media150 gr di castagne lessate1 fogliolina di alloro300 gr di funghi misti1/2 bicchiere di vino bianco seccobrodo vegetaleprezzemolo1 macinata di pepe neroolio extravergine d'oliva
Per prima cosa lessiamo le castagne con la buccia, tuffandole in acqua bollente insieme ad una fogliolina di alloro, lasciandole cuocere per il tempo che occorre. Una volta pronte, le facciamo raffreddare e successivamente togliamo la buccia e la pellicina e le teniamo da parte.In un tegame di terracotta scaldiamo un generoso filo di olio extravergine d'oliva, aggiungiamo gli scalogni tritati e facciamo saltare per un paio di minuti. Uniamo i funghi e li facciamo rosolare a fuoco medio anch'essi per un paio di minuti. Aggiungiamo il vino bianco e facciamo sfumare.Nel frattempo tagliamo a cubetti le patate sbucciate e le versiamo nel tegame. Mescoliamo ed aggiungiamo il brodo vegetale (1 litro e mezzo abbondante).Facciamo cuocere a fuoco medio per circa 40 minuti, fino a riduzione del brodo. Aggiungiamo una macinata di pepe nero e poco prima di togliere dal fuoco, aggiungiamo anche le castagne lessate.Teniamo da parte un po' di funghi interi, scolandoli con la ramina.Con il minipimer frulliamo grossolanamente gli ingredienti della zuppa. Aggiungiamo il prezzemolo tritato e i funghi interi che abbiamo tenuto da parte.Impiattiamo completando il piatto con un sottile filo di olio extravergine d'oliva di qualità ed eventualmente con dei crostini di pane.