Osservazioni sparse d'attualità televisiva e politica (che in Italia sono poi la stessa cosa)
Non m'importa delle sviolinate de Il Fatto Quotidiano o degli ultras a 5 stelle, Grillo da Renzi non m'è piaciuto per niente. Magari strategicamente si rivelerà efficace (io ne dubitavo, però forse sono troppo ingenuo), ma di base la penso come il Senatore Campanella
Il Sanremo di quest'anno è di una piattezza atroce, specie se confrontato con quello dell'anno scorso: gli ospiti rubano troppo tempo alle canzoni (anche più della norma), c'è da dire che però ho sentito un buon numero di brani interessanti, il problema sta proprio nel programma
Renzi è un puzzone, e il fatto che il suo governo nascente parta sotto l'implicito segno del Biscione (con spruzzate esplicite d'alfaniani e altri DC andati a male) mi farebbe quasi ridere, non fossi italiano (ma per fortuna o purtroppo lo sono [cit])
Sanremo trova una sua raison d'être grazie al commento radiofonico della Gialappa's Band e quello social dei The JackaL #NoiDireSanremo-
Noi vogliamo Sanremo!
Mi son piaciuti i pezzi di Raphael Gualazzi (viva viva il simbiote), Francesco Sarcina e (tra i pischelli) The Niro. E La canzone che Elisa (una geniaccia) ha scritto per Renga probabilmente mi piacerebbe, se la cantasse lei. (Renga torna nei Timoria! basta con questo buonismoooo)
Cat Stevens è stato fenomenale, e sotto la barba si cela l'identità segreta di Claudio Baglioni (anche se io volevo Sad Lisa)
Se Pippo Civati vuol far qualcosa di concreto a sinistra, il momento buono è questo. Certo, prenderebbe il 2.0% ad essere ottimisti, ma quello è n'altro discorso. E poi è Tom Branson di Downton Abbey. E uno Hobbit.
SPOILER
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Il festival l'ha già vinto ieri un giovane, lui
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Nel frattempo l'Ucraina affonda nel sangue. Film già visti.
Europa ad orologeria