Magazine Diario personale

Di Santi fate , folletti e magie varie.

Da Michele Orefice @morefice73

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Antefatto – Natale 2013.
Succede che affittiamo un film in DVD insieme a parenti che visitiamo in questi giorni di festa. Il film tratta la storia di Peter Pan. Un film, non un cartone. La storia è sempre quella ma il regista si è lasciato a qualche licenza poetica. Nulla di che. Verso la fine del film, quando Peter sta per soccombere a capitan Uncino, i bambini dell’isola iniziano a gridare in coro “io credo alle fate”. Sul momento non è successo nulla. Il giorno dopo però mia figlia ha intavolato, a nostra insaputa, una discussione con i nostri vicini sull’esistenza delle fate. Noi siamo stati forse fin troppo rigidi da tempo sull’argomento: chi crede ad altre cose oltre a Gesù, crede in satana, nel diavolo. Troppo? Forse.

Ma chi crede alle fate, poi può credere alla magia, al malocchio e a tutte le altre affinità che vengono dal padrone del mondo:dal diavolo.

La cosa carina è che questi parenti/vicini hanno affrontato questo argomento con Sofia, senza coinvolgerci ma semplicemente inveendo che qualcuno ha riempito la testa della stessa Sofia con queste assurdità. Si l’assurdità è non credere a Peter Pan ma credere in Gesù, non credere o non pensare che ci sia Dio. Non è assurdo? I bambini quindi devono essere tenuti nella bambagia, devono credere che la morte non ci sia, che le cose brutte non esistono, che il mondo è come un cartone animato o un film in cui basta un po’ di polvere di fata e si può volare, dove i cattivi vengono mangiati dal coccodrillo.

In realtà il discorso è complicato. Infatti per quanto riguarda il Natale continuiamo a dire ai nostri bimbi che i regali li porta il barbuto vestito di rosso, che per il 6 gennaio bisogna appendere le calze al camino. Trovare la giusta via di mezzo è cosa non facile e un po’ di magia vogliamo mantenerla. Ma come sapere quale sia quella giusta? Insegnare ai bambini che le fate, gli gnomi e le streghe non esistono insieme a babbo Natale e la befana? Oppure cercare appunto una via di mezzo? Una di queste parenti/vicine ci ha poi detto che se a nostra figlia abbiamo detto che non esistono le fate le abbiamo precluso una parte dell’infanzia. Ho considerato questa affermazione un po’ forte ma lei dice che è suffragata da varie letture che ha fatto. Sta bene. Ho preso la leva del tempo e l’ho spostata alla mia infanzia, non che sia speciale ma è una partenza. Sinceramente non mi ricordo di favole con fate. La mia mamma mi raccontava favole ma inventate da lei, sempre diverse e con personaggi pressoché reali ma buffi e simpatici. Forse per questo sono diventato un ingegnere? Ma i bambini hanno bisogno di credere alle favole per qualche motivo? Per sviluppare la fantasia? Ma come entrano nella realtà? Guardando indietro nel mio passato non ricordo effettivamente quando sia successo. Forse essendo figlio di separati è iniziato per me quando sentivo i miei tirarsi i piatti. Quindi le domande rimangono nella mia testa : i bambini devono vivere le favole oppure credere solo a Gesù e a quello che ha fatto, se gli facciamo credere a un po’ di favole, quando dobbiamo fargli assaggiare la realtà? Qual’e’ il metodo giusto? E chi decide quale sia il metodo giusto e come?

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E che fine hanno fatto i Santi?
In contrasto con la prima parte, purtroppo oggi si sente sempre più spesso gente che dubita dei miracoli e quindi dei Santi magari che li hanno ottenuti per intercessione. Si scrollano le spalle dicendo che ormai da un paio di secoli non ci sono più veri Santi, stralciando con un colpo di spugna persone che hanno dato la vita per il cristianesimo giusto giusto nel secolo appena finito. L’uomo oggi si concentra quindi su quello che riesce a toccare, misurare, vedere e quello che è stato tende a dimenticarli. Tende a dimenticare quello che appunto tanta gente ha deciso di sacrificare, in nome… Già , in nome di cosa? In nome di cosa si sono fatti decapitare alcuni? In nome di Gesù e per portare la Sua parola al prossimo. E gridiamo ora che sono cose passate? Che non sono vere? Che Massimiliano Kolbe ad Auschwitz forse non è morto? Forse non è sopravvissuto per dieci giorni con altre sei persone senza acqua e cibo? O forse padre Pio non ha fatto miracoli? Non sapeva i peccati di chi gli si sedeva di fronte?

La lista potrebbe essere infinita, sono infatti molto affascinato alla vita di queste persone fantastiche. Ritengo sia una particolarità straordinaria della mia religione : avere com esempio una persona assolutamente normale che innamoratasi di Gesù compie cose assolutamente straordinarie perché vicine al Padre. In altre religioni, per la mia modesta cultura teologica, non esistono cose del genere.

Ma queste cose le vogliamo buttare tutte in nome delle fate, di Disney e tutto il resto. Tendiamo a nascondere ai bambini quello da cui veniamo, quello che è davvero la nostra tradizione senza spiegare cosa c’è dietro, la sofferenza, la scelta di una vita veramente al limite che ha optato una persona normale ad essere appunto Santo. Cerchiamo di dimenticare tutto questo, buttiamo tutto nella spazzatura, calpestiamo tutta quella che è una cultura millenaria basata su sudore e sangue, chiudiamo la porta alla fede ma esaltiamo il palcoscenico. Esaltiamo la magia di un cartone animato, la dolcezza del volo di Peter Pan attorniato dalle lucette fasulle impresse sulla pellicola.

Perché tutto questo?
Perché diventa importante gridare “io credo alle fate” e invece diventa stupido fare lo stesso dicendo “io credo in Gesù”? È così cambiata la morale generale? Siamo così tutti impegnati nel lavoro per non pensare più? Oppure è la luce a cui fuggiamo, è la luce vera che se vicina illuminerebbe tutte le ombra che abbiamo dentro da cui fuggiamo? Questo spiegherebbe tutto. Darebbe un senso il credere a un eroe di cartone. L’eroe di cartone infatti non ha carne e sangue, è semplicemente cartone. Non lo possiamo imitare appunto perché fatto di materia diversa. Il confronto con il Santo invece è su un piano diverso. Lui è come tutti gli uomini ma ha fatto una scelta, una scelta inconcepibile ai giorni nostri. Ma siamo sicuri che non facendo quella scelta, anche noi giorno per giorno, non stiamo facendo la scelta contraria?>


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