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Micro sta meglio, oggi e' tornata all'asilo, dove continuera' da ora in poi il suo training sul vasino. Sono stati giorni strani, gli ultimi. Giorni che hanno visto una Mammadesign combattuta tra la decisione di continuare ad oltranza lo spannolinamento durante i giorni di febbre, oppure dare l'ennesima tregua alla sua cucciola malata. No, non potevo continuare. Non potevo proprio. Almeno non quando la febbre saliva a 38-39 e la cucciola aveva bisogno solo di conforto. Rimandare il tutto a dopo la malattia? Di questo passo, pero', c'e' sempre una scusa buona per non imparare! Senza contare il fatto che Micro si ammala spesso, e che siamo arrivati a questa eta' proprio grazie alle continue interruzioni che Mammadesign-cuor-di-mozzarella le ha malauguratamente concesso (e al terrore cieco di Macro, devo ammetterlo, che lei rovinasse la moquette nuova che ci siamo trovati in casa, cosa che ha bloccato anche me, in realta', piu' per paura dei suoi rimproveri che altro - ah, santa pazienza, se riuscissi a mandare a quel paese il difetto di voler soddisfare sempre tutti! E poi lui ha la speciale capacita' di farti sentire una m.... se non trovi la soluzione perfetta al problema: aaaaaarrrggghhhhh!).
Comunque nei giorni di malattia ho optato per la classica via di mezzo: pausa nei momenti di crisi acuta, mutandine quando stava meglio. Esattamente il contrario di quello che tutti i metodi (un po' drastici, a mio avviso) inglesi consigliano. Dicono che la continua alternanza tra mutandina e pannolino crea confusione nel bambino. Sono d'accordo. Ma non me la sentivo proprio di torturarla cosi' quando gia' non si sentiva bene.....
Cosi', mentre mi trovo ad affrontare questa ennesima dura prova (niente al confronto di altre, figuriamoci!), ed attendo con trepidazione l'esito della prima giornata "spannolinata" all'asilo (ricordiamoci che le insegnanti parlano anche un'altra lingua!), mi dedichero' a qualche riflessione su questa avventura che tutte le mamme si trovano (prima o poi) a dover affrontare.
Sullo spannolinamento, qua in Inghilterra, esistono precise raccomandazioni del ministero della salute pubblica, utili pero' anche a chi si trova fuori dal paese.
Di metodi per il potty training (come e' chiamato, in maniera molto piu' elegante nella lingua inglese) tuttavia, ne esistono a bizzeffe.
C'e' l'Infant potty training, che prevede la mancanza totale del pannolino e l'uso del vasino fin dai primissimi mesi di vita (entro i 6 mesi): uno stress indicibile. La madre (o chi si occupa dello sfortunato infante) dovrebbe osservare in continuazione le espressioni del bebe' per capire quando sta arrivando la scarica microbica, bianca o scura, e metterlo sul vasino giusto un attimo prima. Infattibile. Dovreste passare ventiquattr'ore su ventiquattro ad osservare la faccia di vostro figlio. Una vita regolata da pipi' e pupu'. Non oso pensare allo stato psicologico di quei poveri bambini cresciuti con questo metodo da campo di concentramento. O dei loro genitori! Senza contare il fatto che un infante di uno o due mesi non sa nemmeno tenere la testa ritta sulle spalle, figuriamoci stare seduto su una tazza per espletare! Sono d'accordo con l'origine del metodo, ancora utilizzato in quei paesi del Terzo Mondo dove il consumismo e la mancanza di infrastrutture non hanno ancora portato alla diffusione smisurata dei 150.000 tipi di pannolini esistenti nel mondo "sviluppato" (chi conosce la mia formazione ed il mio interesse sui Paesi in Via di Sviluppo e' autorizzato a ridere di questa affermazione!). Ma il ritorno alle origini, per quanto amante della natura e dell'ecologia io sia, mi sembra in questo caso, e nel nostro lifestyle, una forzatura esagerata.
C'e' poi il metodo Potty training in one day, che non e' uno spannolinamento rapido e indolore a tempo razzo come sembra, ma il risultato di una serie di operazioni di preparazione che conducono al "Big Day" (il Grande Giorno), quello in cui vostro figlio sara' libero definitivamente dalla schiavitu' del pannolino ma non necessariamente dai piccoli incidenti quotidiani. Se avete dimestichezza con l'inglese (cioe', con l'americano...) in questo video l'autrice del metodo ve lo spiega chiaramente. In bocca la lupo, se avete intenzione di adottarlo.
Il Dr.Phil ha fatto suo questo metodo di successo, personalizzandolo con una bambola che beve e si bagna proprio come un vero pupo (potrei scrivere un libro sui metodi di potty training, mi sto divertendo come una matta!). L'idea di base e' che il bambino, insegnando alla bambola ad andare sul vasino, lo impara contemporaneamente lui stesso, con poca fatica e tanto divertimento. Se volete farvi un'idea guardate il video.
Tra parentesi, senza il bisogno di libri specialistici e' anche quello che stiamo facendo noi: Micro ha avuto in regalo a Natale un mio vecchio Cicciobello, proprio quello che beveva e si bagnava, e da li' all'idea di metterlo sul vasino, farlo bere e pulirlo, il passo e' stato breve (eppure non mi sento una psicoterapeuta infantile....). Il problema e' che, trattandosi di una bambola un po' "vecchiotta", il suo funzionamento non e' ormai piu' ottimale, e quello che ne e' venuto fuori non e' decisamente una pisciatina DOC! In compenso, proprio ieri, mentre Micro giocava a mettergli il pannolino, e' uscita un po' di acquetta sporca (la polvere di trent'anni!) dal suo piccolo pipi' e dall'attaccatura delle gambe. Non vi dico la sorpresa: Cicciobello aveva fatto pupu'!
L'entusiasmo e' stato tale che abbiamo dovuto pulirlo, lavarlo e pure mettergli un pannolino nuovo di zecca. Il Dr. Phil sarebbe rimasto sconvolto da questo evento! (anche la pupu' si fa nel vasino....Ma cosa insegni a questa bambina, scriteriata!).
Comunque, tutto questo per dirvi di non dare MAI una bambola usurata a vostro figlio, il metodo del Dr.Phil e' un metodo serio e testato che dal 2002 ha un consenso notevole negli Stati Uniti (ma sono sicura che e' passato anche da casa vostra, senza nessuna nozione di metodi).Sul comodino ho invece il libriccino di Gina Ford (Potty training in one week), avuto in regalo comprando una rivista inglese di puericultura. E' molto, molto preciso. Se sgarrate non funzionera'! Potrebbe avere anche risultati sorprendenti per voi, chissa'. Io personalmente non me la sono sentita di seguirlo: il mio approccio troppo italiano (= morbido) e troppo psicologico me lo ha impedito. Con il risultato che siamo ancora a meta' strada. Sicuramente e' colpa della mamma, non del metodo.
Qui trovate tutta la lunga lista dei piu' accreditati metodi di potty training, se volete farvi una cultura al riguardo. Io li leggero' con calma. E nel frattempo andro' avanti un po' ad intuito, seguendo i consigli di nonna G., che di figli ne avuti tre e forse qualcosina ci chiappa.
Au revoir!
Prossimamente su questi schermi si parlera' di vasini (e come evitarlo?).
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