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Di stronzate ne continuo a sentire troppe

Da Andreatamburelli
Di stronzate ne continuo a sentire troppeSono oggettivamente stufo.
La stufaggine non è una cosa soggettiva, quando inizia a prendere il sopravvento nelle bachece della gente e si iniziano a ricamare stronzate su avvenumenti giusto per il gusto di esserci, affermare la propria "authorship" in un commento...diventa oggettiva.
In questi giorni ne ho sentite di tutti i colori, e non voglio allacciarmi e sfruttare un avvenimento molto popolare che ha visto come player SMM, blogger, opinionisti della domenica e gente che ama digitare lettere.
Quello su cui mi voglio soffermare è su quante persone si arrogano il diritto di imporre la propria visione delle cose, senza pensare che magari stanno sparando solo che emerite stronzate.
Si parla di marketing.
Il marketing, nella sua definizione base è :
"Il marketing è quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotti e valori. È l’arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto"

Punto. Siamo tutti d'accordo? Lo sa anche mio nipote di 14 anni...
Ok adesso quello che voglio chiarire è che la nostra dimensione è sempre più sociale, e lo sarà sempre di più, sarà sempre più coinvolgente e potente, soprattutto farà sempre più gola ai player.
Siamo d'accordo anche su questo?
Di stronzate ne continuo a sentire troppeE' talmente sociale che siamo in grado di influenzare attraverso le nostre scelte altre persone, si sta rivivendo quello che facevano le casalinghe della Stanehome nei salotti con le loro amiche, solo in termini molto più vasti, daglle Alpi alle Ande, senza barriere e vincoli: non è novità che su Facebook compaiano stati del tipo "Finalmente ho scoperto come posso sostituire il formaggio e dimagrire per la spiaggia" ed una bella foto del formaggio spalmabile alla soia con tanto di confezione e marca...non è branding questo è comunicazione: sono user-generated-contents, ma meglio definita user-generated-advertising
Di stronzate ne continuo a sentire troppeHo detto che sono stufo di sentire stronzate: la più grande è che le aziende devono creare loro il web e non ritagliarsi uno spazio di visibilità, apparsa in una bacheca X.
Stronzata colossale!
La realtà è che il web è sempre più costruito attorno all'utente, i prodotti sono sempre più costruiti attorno all'utente (c'è un'app anche per attaccare il chewing gum sotto il sedile dell'autobus, ormai) è sempre più attento alle sue aspettative, bisogni, comodità, pensieri, abitudini, vizi, orari, discussioni e sta cambiando talmente tanto in fretta che se le aziende non cambiano visione ed asset inteso come visione e modo di presentarsi e presentare i loro servizi/prodotti rischiano di essere totalmente fritte (per non dire altro).
Io che sono azienda, da oggi (e domani sempre di più) dovrò dialogare ed il mio lavoro, la mia professionalità nel piazzare il mio prodotto dovrà essere "giocare" con l'utente nel suo territorio, sfruttando  le sue parole, il suo slang, prestando attenzione alle sue abitudini, dovrò capire talmente tanto bene i meccanismi della comunicazione del mio target da essere in grado di fare una "guerra ad armi pari in territorio neutro" e per territorio neutro intendo un web in cui l'utente non è più colui che legge ma che soprattutto parla, che detta le regole perchè ha potere decisionale ed ha potere di influenza negli altri (parla bene e ti fa vendere e parla male e ti fa scoppiare) ed interagisce con altri player (ed intendo brand/azienda/utente).
Mi chiedo: perchè le tanto lungimiranti OTA hanno dato importanza ai commenti degli utenti?
(Ovviamente ne sono nati casi pessimi di taroccamenti ma non sono qui per parlare di questo).
Su queste cose potrei scrivervi un trattato sulla riprova sociale e tutte le altre teorie sulla persuasione e sulle tecniche di marketing ma non sono un professore e non sono qui per questo. Basta stronzate, per cortesia.
Morale della favola/sfogo: non esiste più il sito aziendale, autoreferenziale con i contenuti inseriti in paginette belle belle che fanno gola a chi cerca un servizio, o meglio, il buy-cycle non parte da lì, non più: è una tappa!!.
Di stronzate ne continuo a sentire troppeERGO: Chi cerca un servizio/prodotto segue un preciso buy-cycle che non è più quello di qualche tempo fa e se non ti accorgi (azienda) che stai rimanendo indietro, rischi di perdere la battaglia perchè già altre aziende si stanno svegliando ed hanno capito la potenza del web e dei social in particolare.
Conclusione: personalmente ho scritto un libro cartaceo tre anni fa ed ho investito in pubblicità per venderlo: pay-per-click, cazzi&mazzi, ed ho avuto un risultato (per far contenti i saputelli un ROI).
Oggi per vendere un libro sfrutti l'utenza, la tua cerchia di amici e raccogli selfie della gente con il tuo libro in mano...non dev'essere la religione dell'advertising ma solo un esempio per dirti "Guarda che si fa in modo diverso da oggi, e da domani sempre di più...aggiornati, cambia metodi, stile".
Divagando ma non troppo è quello che sta facendo anche quel furbacchione di Roberto Cerè che dopo aver lanciato il suo "best seller" su Facebook tutti i lettori hanno scritto affianco il titolo "Se vuoi puoi"...e li ha resi "ambasciatori" del suo prodotto (forse anche inconsapevoli) oppure quella stupenda community di Smalfiland dove il cielo è sempre azzurro ed il mare caldo e pulito che ha coniato anche il termine giusto per i suoi appartenenti, per farli sentire parte di qualcosa (gli smalfers) e che non fanno che parlar bene della situation rendendosi veicolo del brand e del business (piramidale tra l'altro)...se poi gli chiedi un'intervista non te la danno ma il brand punta sulla gente e fa gola a chi si sente "fuori dal cerchio".
Quella è la nuova frontiera della pubblicità, la user-generated-advertising e del marketing: le 4p (il prodotto c'è, ha un prezzo, lo piazzi nelle mani di un utente e fai vedere che lo utilizza con un beneficio e la promozione è assicurata), sono sempre quelle ma il contesto si è leggermente modificato e chi non lo capisce rimane aggrappato alla scialuppa di salvataggio.
I musicisti possono essere quelli, gli strumenti sono sempre migliori...ed allora, cambiamo musica!!!

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