Come volevasi dimostrare.
Se metti le tette e i culi nel titolo del post il successo è assicurato.
Quasi 1000 visualizzazioni in un giorno , circa il 25 % in più di una media mensile che era già ragguardevole rispetto agli altri mesi ( del 25 % superiore alla media degli altri mesi), quasi 350 visualizzazioni del post in questione che è di gran lunga il post più visualizzato nel giorno di uscita, addirittura più della mitica intervista al Moz che smosse metà della blogosfera a guardare nel mio blog ( all'epoca nel primo giorno quell'intervista totalizzò circa 250 visualizzazioni).
Per altri saranno numeri anche normali, bassi, ma per il mio blog sono assolutamente di rilievo.
E siamo arrivati a un numero di commenti che si piazza nelle posizioni alte della top ten del blog (senza contare i miei la media è 1 commento ogni 10 visualizzazioni contro la media normale di 1 ogni 60 )
Vi cito l'aridità dei numeri solo per rendere l'idea di quello che succede in giro: addirittura vedendo le parole chiave per arrivare al blog e al post in questione ho trovato anche uno che ha messo nel motore di ricerca " blogger di culi".
Esiste veramente un blogger di culi?
No, parliamone, se esiste veramente, direi che abbiamo un problema.
Un altro è arrivato nel mio blog mettendo nel motore di ricerca " figa albanese".
E anche qui direi che abbiamo un problema a meno che da quelle parti abbiano qualche differenza anatomica che a me sfugge.
Ma io voglio pensare altro.
Voglio pensare che il mio post sia stato così visualizzato perché parlava di un argomento che mi e ci preme moltissimo, non voglio pensare a quelle masnade di porconi che vanno in giro per il web cercando emozioni a buon mercato.
Emozioni di pixel.
Che tristezza.
Altra cosa che forse ieri non sono riuscito a spiegare bene: non voglio chiudere il mio blog, almeno non ora.
Qualche mese fa ci avevo pensato ma ora non ci sto pensando assolutamente.
Ma ciò non toglie che quando vedo blog belli e di successo come quello di Davide che chiudono oppure vedere blog abbandonati a se stessi nelle deriva della blogosfera il turbamento mi assale e con lui una certa inquietudine.
Riporto una frase del mio amico Franco Battaglia ( amico vero e non solo di web!) che sintetizza come meglio non si potrebbe quello che provo
" Come se entrassi in una casa devastata da un virus che ha fatto scappare tutto ciò che è vita ma lasciando la caffettiera sul gas (spento), il letto disfatto ma ovviamente vuoto, il giornale di dieci anni fa poggiato sulla lavatrice. Ma tutto senza polvere o ragnatele, perché la blogosfera cristallizza l'attimo dell'abbandono e te lo preserva in eterno. Entri in quella casa, perché un blog morto è pur sempre aperto, e trovi un mondo che fu. Resti in silenzio, gironzoli senza toccare nulla e riprendi l'astronave della curiosità."
E con questo chiudiamo sull'argomento
E vediamo con la figa nel titolo in quanti si avvicineranno a questo post.Da domani si torna a parlare di cinema.Promesso!