Una settimana fa, scrivendo un post per il film Barfly, riportai un breve elenco di quelli che possono essere i motivi per i quali lo studio domenicale di uno studente universitario può fallire. Subito dopo aver pubblicato il suddetto post mi venne un'idea: perché non ampliare tale elenco?
Bene, rieccomi qua.
Una breve avvertenza è d'obbligo, in quanto prima di leggere l'elenco mettetevi nelle condizioni necessarie, un piccolo esercizio mentale che non fa male: siete uno studente universitario, sono le dieci di domenica mattina, siete reduci da un sabato sera al vetriolo e il libro di testo vi sta guardando con occhi famelici. I motivi per cui non riuscirete a toccare nemmeno un appunto sono i seguenti:
- abbiocco post-operatorio (v. pranzo, V edizione del dizionario dell'Accademia della Crusca);
- la scoperta che il cuscino del proprio letto è in realtà una strana pergamena scritta in ungherese antico, e rendersi conto che per leggerla bisogna stendervisi sopra;
- il tormentone «ma sì, mi guardo UN video su Youtube, poi comincio a studiare»;
- aggiornamento ossessivo della homepage di facebook;
- scrittura del post-capolavoro per il proprio blog;
- un unico ritornello: «Devo finire il libro sul comodino. Devo aggiornare la mia libreria di Anobii»;
- la voglia di scrivere il nuovo capolavoro della letteratura extra-senso-universale. Pena: passare ore e ore a rimirare la prima e unica riga scritta, per poi cancellarla a ora di cena;
- «Sì dai. Io, te e Beppi. Ci sediamo al tavolo in cucina e studiamo finché non rischiamo di morire di fame». Dieci minuti dopo sono impegnati col torneo dei tornei a PES;
- il «ma sì, mancano due mesi agli esami»;
- senti l'impellente bisogno di pulire a fondo la tua stanza. Spolveri i libri pagina per pagina, smonti i battiscopa, ciucci ogni vite di ogni singolo armadio, ecc. Riporti la tua camera da letto allo stadio primordiale (potresti rispedire tutto all'IKEA di fiducia);
- hai deciso che non puoi fare a meno di cucinare la super-ciccio-torta che Sonia Peronaci ha pubblicato sul suo sito. Riuscirai a raggiungere un risultato soddisfacente solo verso le 2 di mattina... di martedì;
- decidi di fare un giretto per digerire gli involtinobesi cucinati dalla nonna. Raggiungerai quel puntino sperduto all'orizzonte, scoprendo di esserti perso in quel di New Delhi;
- il reparto proibito della tua videoteca ti chiama. Come per magia, attorno a te sorgerà un cineforum di intellettuali neofascio-sinistronzi che ti obbligheranno, inginocchiato sui ceci, a guardare i capolavori indiscussi del regista russo Sergej M. Ejzenštejn. A fine visione si terrà la solita e classica discussione su quanto «l'occhio della madre» e «la carrozzella col bambino» colpisca il cuore di ognuno di loro, ma tu, merdaccia, citerai Alvaro Vitali, Lino Banfi e Paolo Villaggio;
- il libro di neo-fono-morfo-pragmatattica-linguistica neozelandese è in realtà il portale d'ingresso a un mondo in cui prodi guerrieri armati di biro e dizionario morfo-fonetico, davvero un ottimo scudo dato il suo spessore, combattono schiere infinite di sintagmi e verbal phrases per liberare il mondo dalla tirannia dall'odiatissima Schwa;
- ti illudi di essere Peppino Gesualdo Alighieri, uomo che, al contrario del ben più famoso fratello, saltellava in mezzo a schiere di guelfi e ghibellini canticchiando "non me ne fotte na seha!";
- il libro di testo è stato gettato in un rogo purificatore durante la mega sbornia della sera prima.
Non nego che quanto scritto appartiene al più fantasioso dei mondi e che, per una cosa o per l'altra, il vero universitario troverà il modo di studiare nonostante le condizioni sfavorevoli. Perché per lui lo studio è ormai una condizione necessaria alla propria esistenza e la prima volta che si trova a vivere senza di esso, dopo qualche ora-giorno di felicità, si annoia a morte cominciando a fissare il libro di testo.
Avete altri motivi per cui un universitario non riuscirebbe a studiare di domenica? Commentate e i vostri suggerimenti verranno citati all'interno del post.
A presto!
E.