Di viaggi e di malanni.

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Maggio è in iniziato in modo movimentato.
Abbiamo approfittato del ponte per fare un viaggetto in Germania: siamo andati a Legoland.
Che dire, mi sono divertita ed entusiasmata come non mi capitava da tempo.
Anche Elisa ed Ettore si sono divertiti parecchio.
Attila ha apprezzato moltissimo il davanzale dal quale ha potuto ammirare il panorama, con sguardo sognante.
Questa foto gliel'ha fatta la Purulla.

Il parco è bellissimo (per chi ama il Lego) e ben gestito.
L'unico problema è il clima.
L'Elisa aveva attivato il culetto, come le avevamo chiesto prima del viaggio.
L'attivazione del culetto permette di trovare parcheggio vicino all'entrata nelle ore di punta, di far sì che arrivi quella telefonata, di trovare bel tempo in Germania e così via.
Ha piovuto ininterrottamente venerdì (il giorno del nostro arrivo) e domenica (il giorno della partenza), così come fa sempre da quelle parti.
Sabato, neanche una goccia.
In quei giorni mi faceva molto male la gamba sinistra.
Imputavo il dolore al tentativo maldestro di scendere dal letto a castello che si trovava nella camera del garni.
Invece lunedì sera mi sono accorta che la gamba era gonfissima, il doppio della destra dal ginocchio in giù.
Sono andata alla guardia medica, dove mi ha accolto una dottoressa sui cinquant'anni, molto somigliante alla mia prof di italiano del liceo.
Si è preoccupata per me come fosse una parente, tant'è che l'avrei abbracciata.
Mi ha spedito al pronto soccorso, parlando di sospetta tromboflebite, così ci sono andata di corsa.
Mi ha raggiunto mia mamma che mi ha dato supporto morale durante le lunghe, lunghissime, interminabili e scomode ore di attesa.
Abbiamo fatto people watching, che è sempre formativo, e abbiamo potuto parlare come non accadeva da tanto tempo.
Abbiamo un rapporto strano, mia mamma ed io, fortissimo e complicato dal fatto di essere molto diverse: col mio babbo basta uno sguardo, con mia mamma sono necessarie parole, spesso troppe parole. La capisco molto meglio da quando sono mamma a mia volta (grazie, mamma, anche se so che non mi leggi).
Alla fine non era tromboflebite, è che ho il linfedema congenito (cosa che so da vent'anni) e i lunghi viaggi in auto hanno fatto la loro parte.
Sono stata molto orgogliosa di Elisa, che non è abituata a vedermi uscire la sera ed era un po' preoccupata, avendomi vista andar via di corsa (o meglio, zoppicando).
IlMioAmore ed io siamo riusciti a tranquillizzarla e si è addormentata serenamente col suo papà. non prima di avermi inviato i messaggi amorosi della buonanotte su Whatsapp.
Ogni esperienza, anche quelle più fastidiose, è utile e interessante, e questo credo di averlo già trasmesso alla Purulla.
Quel lunedì sera ho visto tante persone.
Un signore distinto, che si è presentato in pronto soccorso alle 22:45 perché gli faceva male un'unghia.
Un giovanotto cagacazzi che si era ferito tirandosi una racchetta in testa (in certi casi invocherei la selezione naturale, ma è meglio che taccia).
Un fratello e una sorella, più o meno della mia età, dall'aspetto che traeva in inganno, lei in particolare sembrava avercela col mondo intero, poi parlando è venuto fuori un animo buffo.
E infine una signora africana in abito tradizionale, anziana, dagli arti lunghi e magri, accompagnata da due figli grandi che la accudivano con un amore e un rispetto più unici che rari.
Mia mamma e io ci siamo commosse.

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