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Diablo III (recensione Pc)

Creato il 15 maggio 2013 da Edoedo77

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Diablo III compie un anno. Il 15 maggio del 2012, infatti, dopo anni ed anni di attesa, il terzo capitolo dell’acclamatissima serie action gdr targato Blizzard, si materializzò per la gioia dei milioni di fan di tutto il mondo.
A distanza di 12 mesi vogliamo dire la nostra (benché con immenso ritardo) su uno dei giochi senza dubbio più chiacchierati nel bene e nel male. Ma soprattutto nel male. Tanti gli episodi negativi da ricordare a partire da un lancio non troppo idilliaco ed alle polemiche legate all’obbligo di connessione perenne per giocare anche in offline. Un gioco che debuttò monco perché mancava la modalità PvP (i duelli, per intenderci) aggiunta molto dopo a seguito di diverse patch correttive.
Ma un titolo che ha venduto tantissimo nonostante, come andremo a spiegare, manchi di quel fascino che (secondo chi vi scrive) è ancora presente nel predecessore.
Bando alle ciance ed andiamo a dire la nostra…

TRAMA

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Potremmo anche saltarla, ma per dovere di cronaca la citiamo velocemente. La storia di Diablo III, ambientata nello stesso universo dei precedenti capitoli, inizia a Nuova Tristram, vent’anni dopo l’uccisione del signore della Distruzione, il demone Baal, fratello di Mephisto e di Diablo.
Diablo aveva corrotto la pietra del Mondo, l’antica roccia magica che da millenni rappresentava e garantiva l’ordine sul mondo di Sanctuarium.
L’arcangelo Tyrael fu così costretto a frantumare questa pietra in mille pezzi, tramite il lancio della sua spada incantata, El’Druin, cambiando definitivamente le sorti del mondo ma al tempo stesso salvando l’umanità dall’inesorabile fine che gli si prospettava. E quindi, in sostanza, nuovi nemici da affrontare e nuovi eroi vanno a sostituirsi a quelli precedenti, consumati mentalmente.

LO STILE DARK NON E’ COSI DARK

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Cominciamo a parlare di cose più concrete. La grafica di Diablo III. Si tratta sicuramente di un buon lavoro. Blizzard del resto, dal punto di vista artistico, ha ben poco da invidiare a nessuno. Tutt’altro. Bisogna ammetterlo. L’aspetto visivo è gradevolissimo ed anche la varietà delle location è incoraggiante ma assomiglia a qualcosa di già visto. Si sente tanto l’influenza di World of Warcraft, altro must di Blizzard, e somiglia parecchio a quanto visto anche in un rivale meno blasonato (Diablo è sempre Diablo, ndr) ma sicuramente di grande livello: Torchlight II anche se quest’ultimo è uscito circa quattro mesi più tardi (20 settembre 2012).
Ci sembra un peccato perché in un Diablo ci saremmo aspettati uno stile proprio e non influenzato da altri titoli. Piuttosto sarebbe stato auspicabile il contrario: che la concorrenza si fosse ispirata come fu per Diablo I e II.
Tornando a Diablo III, comunque, possiamo affermare che non ci sono cose negative da segnalare. La grafica, come abbiamo già detto è di alto livello.
Ed il tutto è legato da ottime animazioni e da un bel livello di iterazione piuttosto valido contornato da una fisica credibile, vero punto di forza del comparto visivo. Esplosioni o distruzione, inoltre, sono rese al meglio. Altra nota che sembra stonare un po’ è l’abbandono dello stile dark per sfumature meno tenebrose e più dolci seppur in tonalità scura. Certo, fa atmosfera, ma perde un po’ di magnetismo.
E’ rimasto lo stile isometrico che da sempre è tratto distintivo della serie e manca pure (strano a dirsi) un sistema di zoom. La telecamera rimane fissa. L’interfaccia è molto classica, funzionale e piuttosto intuitiva: fa il suo dovere e non disturba.

QUEL SONORO CHE RICORDA IL PASSATO

La colonna sonora di Diablo III è senza dubbio una delle cose migliori del gioco. In genere, il comparto audio (doppiaggio italiano compreso) riesce a distinguersi. Le sonorità ricordano in alcuni tratti quelle dei mitici brani presenti nei precedenti Diablo. Russel Brower, Derek Duke, Glenn Stafford, Josep Lawrence, Neal Acree, Laurence Juber ed Edo Guidotti, i compositori che hanno firmato la musica hanno sicuramente scritto delle partiture apprezzabili. Ventitré brani compongono la colonna sonora presente in cd nella collector’s edition.
Discorso doppiaggio. Il cast è di alto livello. Avevamo accennato al fatto che fosse convincente e così è pur, probabilmente, senza brillare troppo.
Ecco l’elenco degli artisti che hanno donato la loro voce:

Barbaro

  • Femmina: Cristina Giolitti
  • Maschio: Gianni Gaude

Cacciatore di Demoni

  • Femmina: Emanuela Pacotto
  • Maschio: Maurizio Merluzzo

Monaco

  • Femmina: Cinzia Massironi
  • Maschio: Diego Baldoin

Sciamano

  • Femmina:Stefania Patruno
  • Maschio: Riccardo Rovatti

Mago

  • Femmina: Loretta Di Pisa
  • Maschio: Paolo De Santis

GAMEPLAY, DIVERTENTE IN COOPERATIVA MA NON CHIAMATELO ACTION GDR

Diablo III (recensione Pc)
Diablo III (recensione Pc)
Diablo III (recensione Pc)

Diablo III (recensione Pc)
Diablo III (recensione Pc)
Diablo III (recensione Pc)


Ed arriviamo ad uno dei punti più controversi dell’hack and slash di Blizzard. Il gameplay. Semplice ed immediato. Su questo non ci piove. Possiamo affermare con certezza che Diablo III è il gioco perfetto per i neofiti, ovvero per chi si cimenta per la prima volta ad un gioco che dovrebbe chiamarsi action gdr.
Di fatto, però, manca una cosa che a tutto il resto dei giocatori di ruolo manca anche se si tratta di un action gdr e quindi di un tipo di videogame votato all’azione. La componente ruolistica non esiste. Ci sono i passaggi di livello ma non è possibile distribuire i punti alle caratteristiche mentre i rami delle abilità sono guidati.
Questo toglie il piacere di personalizzare le caratteristiche del proprio personaggio. Comprendiamo che in un action gdr questo aspetto possa sembrare secondario rispetto ai gdr puri ma per noi non lo è. Alla fine la differenza la fanno le armi e le armature raccolte, non quanto voluto dal giocatore. Ma di base, tutti i personaggi di pari classe e pari livello sono identici. La progressione si sussegue per 60 livelli e questo si raggiunge in circa 30 ore di gioco. A questi si aggiungono anche i 100 livelli Paragon (o di Eccellenza) aggiunti con la patch 1.0.4 pubblicata ad agosto dello scorso anno.
Le cinque classi presenti in Diablo III danno comunque varietà al gameplay. Se siete amanti dei combattenti puri, il Barbaro farà al caso vostro. Anche in questo caso, tra le sue abilità ci sono le urla. Il Barbaro usa la Furia che viene alimentata da ogni attacco e permette di utilizzare gli attacchi speciali.
Il Mago è l’antitesi del tank ma il suo Potere Arcano è la sua forza, può vantare tanti incantesimi anche spettacolari da vedere.
Lo Sciamano, è una new entry in Diablo. E’ una classe particolare, utilizza il Mana. In Diablo III torna il Monaco, presente nel primo capitolo. Il personaggio attacca da vicino e riesce a potenziare e potenziarsi con incantesimi base. Utilizza lo Spirito.
Infine c’è il Cacciatore di Demoni (o Demon Hunter). Si tratta di una sorta di ranger che utilizza archi, balestre e balestrini. Per i suoi attacchi consuma l’Odio, per piazzare le trappole magiche la Disciplina.
La difficoltà è bilanciata piuttosto bene. Anche i livelli di difficoltà accompagnano il giocatore fino alla fine senza troppi passaggi traumatici anche se alcuni di essi sono piuttosto tosti. Nondimeno è possibile anche scegliere se aumentare o meno il livello di potenza dei mostri (chiamato PM) da 0 a 10. Questo serve non solo per avere un grado di sfida esageratamente più arduo ma anche per fare esperienza più rapidamente.

UN ACCENNO ALLA LONGEVITA’

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Solitamente accorpiamo tutti gli aspetti del gameplay e tra questi anche la longevità. Questa volta facciamo un’eccezione. Il gioco consta di quattro atti più o meno lunghi ma per arrivare al livello sessanta ed accedere così ai livelli di eccellenza bisogna affrontare circa 30 ore di gioco se non di più. A questi atti bisogna aggiungere anche il livello segreto piuttosto colorato che fa il paio con il Cow Level di Diablo II. In questo mondo i nemici sono pony ed altri avversari piuttosto lontani dall’avere un aspetto tetro.
Diablo III offre un buon grado di ri-giocabilità grazie alle cinque classi presenti ma anche al comparto online che rappresenta una buona fetta del gioco. Le patch nel corso di questi 12 mesi hanno notevolmente migliorato bilanciamento e contenuti con aggiunte importanti. E questo per evitare di annoiarsi nel nostro viaggio a Sanctuary. Per quanto ci riguarda è preferibile giocarci in compagnia. Riteniamo inoltre che quattro atti siano pochini. Una run non dura tantissimo. C’è da dire che comunque il gioco è variegato. Gli autori hanno pensato a diverse aggiunte come l’ampliamento del concetto del crafting (benché limitato solo all’uso dell’assemblaggio di pietre alle armi o la possibilità di unire i pezzi di pietre, rubini, smeraldi e così via.

LA CASA D’ASTE

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Un’altra caratteristica che ha condizionato gli autori e che ha imposto la connessione perenne è senza dubbio la casa d’aste. Ce ne sono due. Una con moneta di gioco; l’altra con moneta reale.
In sostanza è possibile vendere tramite asta gli oggetti raccolti, riparati o forgiati. Ovviamente, più raro o particolare è l’oggetto, più si potrà pensare di venderlo sperando di fare soldini. L’idea potrebbe essere simpatica ma potrebbe (ed in molti ha fatto questo effetto) sminuire il senso del gioco riducendolo ad una grossa sessione per trovare oggetti e venderli. Un po’ triste.
Anche questo aspetto di Diablo III è stato molto chiacchierato. Pochi giorni fa è stato risolto un bug scaturito dalla patch 1.0.8 che consentiva di duplicare l’oro. Blizzard ha risolto l’inconveniente, scovato i circa 400 utenti che ne hanno fatto uso, cancellato le loro transazioni e devoluto in beneficenza il ricavato di queste vendite “illecite”.

CONCLUSIONI

Diablo III ci ha deluso. Il gioco in sé è di livello. Qualitativamente non crediamo di dover discutere tante cose. Lo stile grafico influenzato? Si, ma sono scelte artistiche e dal punto di vista tecnico non c’è niente da dire. Questo bisogna tenerne conto. Tanti i tocchi di classe, come l’iterazione con gli ambienti e la fisica veramente ben fatta. Il sonoro fa il suo dovere e regge il confronto col passato. Sono le scelte di Blizzard che ci fanno storcere il naso.
La gestione del personaggio non esiste e se gli sviluppatori speravano di tracciare una nuova strada e linee guida per i prossimi action gdr a seguire, chiediamo agli autori di titoli dello stesso genere di evitare di andarci dietro. Non è gdr. Ma solo mera azione alla caccia del dannato drop da potere usare o vendere alla casa d’aste. Così non va.
E’ giusto ricordare che chi acquistasse oggi il gioco lo troverebbe “completo”, chi lo prese al day-one ha avuto a che fare con tanti problemi ed una versione monca. Livelli d’eccellenza, ulteriori bilanciamenti delle classi e dei ritrovamenti di oggetti ed armature, nonché i duelli (PvP) ed altro sono arrivati dopo. Molto dopo. Ci si chiede il perché dopo tanti anni di attesa ci si sia imbattuti in questo Diablo. Diciamo che se non si fosse chiamato Diablo, staremmo parlando di un titolo interessante. Ma avendo un blasone che non è stato rispettato (ed onorato) il nostro rammarico è ancora più grande. Il gioco è stato annunciato per PlayStation 3 e PlayStation 4 ma non avrà né casa d’aste né tantomeno avrà bisogno della connessione costante. Blizzard ha quantomeno imparato la lezione. Adesso però attendiamo un’espansione che dia più corpo al gioco. Diablo III non è brutto, ci mancherebbe, ma lo consigliamo solo ai neofiti ed agli appassionati. Certo, i numeri danno ragione a Blizzard, ma questo può valere fino ad un certo punto. Potremmo definire il gioco come Belloccio senz’anima. 

PREGI: Diablo III ha comunque molto fascino. L’atmosfera rimane alta. Tecnicamente ineccepibile.

DIFETTI: Ha meno fascino dei precedenti Diablo. Componente ruolistica inesistente. Tante patch per aggiungere cose che sarebbero potute essere presenti all’esordio. Case d’asta irritanti. Connessione perenne iniqua.

VOTO: 6,5/10 (Una media tra il 4 che avremmo dato all’esordio e l’8 che avremmo dato oggi, più un mezzo punto di “simpatia”).


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