Siamo tornati, e allora? Suona così, quasi come una sfida, il ritorno di Federico Fiumani insieme ai nuovi Diaframma sulle scene che contano. Come se non fosse successo niente, come se trent’anni non fossero passati portando con sè le ruggini, le rughe, i tanti successi da Siberia fino ad oggi.
E allora non ci vuol niente a comprare il disco e scartarlo, con l’impazienza che solo i supporti fisici sanno indurre, mentre il freddo inverno illude di ascoltare di nuovo New Wave. Ma no, non ce n’è bisogno di un inverno senza amore per crederlo. L’Entropia mistica del frontman fiorentino è tale da superare i confini prestabiliti del tempo (e del senso logico), e riporta con un’innata semplicità ad atmosfere antiche, mai sopite nella discografia dei toscani. Si ritorna a casa, a suonare come se il punk fosse storia di ieri e come se noi italiani vivessimo all’ombra di una spinta creativa più importante della nostra. Storia vera, tra l’altro, e anche un bel pò attuale. Dove starebbero i Verdena senza il grande rock dei Nirvana e dei Beatles, e chi si filerebbe Caparezza se qualche freak non avesse portato a casa nostra il rap? La solita solfa, insomma, che si dimentica sempre quando si parla di musica d’autore, già, proprio come quella dei Diaframma. Non la dimentica Fiumani, che anzi la rinnova e la estremizza, prendendo un basso, una batteria, e una chitarra, facendo la cosa più semplice che gli sia venuta in mente: tornare ai gloriosi vent’anni (che bruciano ancora dentro al cinquantenne), e suonare con lo spirito di un allegro, no, di uno speranzoso giovane. Chi sta ancora leggendo i testi per coglierne le sottili ambivalenze, chi le novembrine affermazioni di maturità, sta perdendo tempo. Non perchè non ci siano, ma perchè allontanarsi da un sound come quello di Niente di Serio è un vero delitto. Consigliato agli apostati del rock ed ai suoi amanti occasionali, perchè tutti gli altri dovrebbero averlo già ascoltato.
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