Riprendo, dopo qualche mese, la rubrica dedicata a uno dei dialetti parlati in Umbria, quello della media Valnerina.
Le parole in realtà sono comuni a un'area più vasta che coinvolge anche Spoleto, il ternano e l'alta Valle del Nera, ma è opportuno dare una precisa localizzazione per evitare che qualcuno non riconosca pienamente la parlata come propria. Meglio ripetere che l'Umbria è una regione molto composita anche dal punto di vista linguistico e che non sempre il vernacolo parlato a pochi chilometri di distanza è lo stesso. Montagne, fiumi e percorsi storici hanno inciso differentemente sul modo di esprimersi.
La scelta dei vocaboli di oggi mi viene suggerita dalle discussioni sul tema della settimana attuale ovvero l'esito e le conseguenze delle elezioni politiche che non consentono ad alcun partito di formare un Governo autonomamente. Le tre forze principali elette fanno capo al Partito Democratico, al Movimento cinque stelle e al Popolo della Libertà attestate per ora su posizioni diverse.
L'argomento accende appassionati dibattiti in casa, nei luoghi di lavoro, al bar, sulle panchine e sui social network, oltre che nelle sedi deputate e nei media tradizonali, con abbondante uso del dialetto che sembra conferire maggiore incisività alle discussioni.
Terminata, dunque, la consultazione elettorale (nella nostra parlata gergale definita più sbrigativamente 'Le votazioni') ecco i suoni degli umori e delle analisi di scienza politica.
Rognicà: voce verbale dell'infinito, ha il significato di rognare, cioè protestare mostrando i denti come fanno i cani con fare arrabbiato. Je parìa da ji ssu cuscì come gnente, invece hanno trovatu chi rognicava più de loro. (Pensavano di essere eletti facilmente, invece hanno trovato chi protestava più di loro).
Scimpriciottu: aggettivo maschile che significa sempliciotto, persona credulona. Se credono che l'Italiani so' tutti scimpriciotti, ma ci hanno raggione fino a un cèrto punto. (Credono che gli Italiani siano tutti ingenui, ma nel dire questo hanno ragione solo un po').
Scutizzà: voce verbale dell'infinito, ha il significato di spolpare la carne dall'osso fino all'ultimo pezzo. Se so' scutizzatu tuttu e pritinniano che je fossimo rghiti appressu come se gnente fosse statu! (Hanno spolpato tutto fino all'osso e pretendevano che li avessimo seguiti di nuovo come se nulla fosse successo!)
Sgrignà: voce verbale all'infinito, con significato di digrignare, mostrare i denti in segno di minaccia. Dice che hanno votato Grillo perché je sgrigna li denti a quilli de prima. Speriamo che non se sbaglia e che non ce li roppe a nui! (Dicono che Grillo è stato votato perché digrigna i denti ai partiti già in carica. Speriamo che non si abagli e che non li rompa a noi!)
Prùibbitu: aggettivo maschile che significa recidivo. Te pare a tte che unu prùibbitu come quillu, co' tuttu quello che ci ha missu a crede, ripijava tutti sti voti? (Ti sembra normale che uno recidivo come quello, con tutto quello che ha fatto credere, riprendeva tutti questi voti?)
Sicurtà: voce desueta della lingua italiana. Ha significato di garanzia, fiducia. Ce vengu a chiede la sicurtà ogni po' d'anni. Nui jela demo e poi ce la pijamo intersacco. Vengono a chiederci la fiducia ogni pochi anni, noi gliela diamo e poi rimaniamo buggerati. Per il significato di quest'ultimo termine si può accedere al sito web specifico.
L'òmo sarvaticu ha paura de lu tempu bòno perché sa che dòppo vène quillu cattìu. (L'uomo selvatico ha paura del tempo buono perchè sa che dopo viene quello cattivo).
Leggi gli altri post sul dialetto umbro
(La vignetta è tratta dal sito www.haisentito.it)