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Dializzati in protesta in Calabria

Creato il 28 maggio 2014 da Makinsud

Una protesta clamorosa giunge dalla Calabria e in particolare dal catanzarese, dove un gruppo di persone trapiantate e dializzate riunite in assemblea ha deciso di manifestare nei confronti del commissario per il piano di rientro dal disavanzo sanitario in Calabria. La protesta dei dializzati e dei trapiantati è una conseguenza della situazione molto grave connessa alle condizioni della nefrologia e dei centri di dialisi della provincia di Catanzaro che, a causa delle carenze di personale legate ai tagli  connessi al piano di rientro, non sono in grado di assicurare la piena copertura dei servizi ai pazienti.

dializzati
Ancor di più, si sono evidenziati i forti rischi di una paralisi nell’erogazione dei servizi dei centri di nefrologia sempre a causa della mancata assegnazione di un adeguato numero di risorse umane, ma anche a causa della mancata distribuzione di medicinali, l’assenza di letti o poltrone per dializzati, e la presenza di strutture realmente fatiscenti, con infiltrazioni di acqua piovana oltre che spifferi dalle finestre. Inoltre, ad un quadro già così complesso si aggiunge anche la totale assenza di politiche sanitarie di prevenzione delle insufficienze renali croniche che dovrebbero essere condotte da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.

Alla luce di questo, la protesta dei dializzati e dei trapiantati promossa dall’Aned consiste nel ritardare di dieci minuti l’inizio dei diversi turni previsti per le dialisi e di rifiutarsi di accettare la colazione durante il trattamento salvavita. Un gesto in qualche modo simbolico che, però, ha un grande significato e dimostra il fatto che i dializzati e i trapiantati vivano sulla propria pelle quelle che sono le conseguenze del piano di rientro della Regione Calabria per porre freno al disavanzo creato dalle gestioni del passato.

Una situazione che, dunque, sembra essere fortemente in contrasto – alla luce di quanto evidenziato dall’Aned – con  quello che risulta essere un diritto di tutti alla salute, sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana e che le Regioni come Enti della Repubblica stessa devono comunque garantire perché, disavanzo o meno, non possono essere i cittadini (e ancor di più i più deboli perché dializzati e trapiantati) a dover pagare le colpe delle Amministrazioni poco oculate e lungimiranti.


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