Una protesta clamorosa giunge dalla Calabria e in particolare dal catanzarese, dove un gruppo di persone trapiantate e dializzate riunite in assemblea ha deciso di manifestare nei confronti del commissario per il piano di rientro dal disavanzo sanitario in Calabria. La protesta dei dializzati e dei trapiantati è una conseguenza della situazione molto grave connessa alle condizioni della nefrologia e dei centri di dialisi della provincia di Catanzaro che, a causa delle carenze di personale legate ai tagli connessi al piano di rientro, non sono in grado di assicurare la piena copertura dei servizi ai pazienti.
Alla luce di questo, la protesta dei dializzati e dei trapiantati promossa dall’Aned consiste nel ritardare di dieci minuti l’inizio dei diversi turni previsti per le dialisi e di rifiutarsi di accettare la colazione durante il trattamento salvavita. Un gesto in qualche modo simbolico che, però, ha un grande significato e dimostra il fatto che i dializzati e i trapiantati vivano sulla propria pelle quelle che sono le conseguenze del piano di rientro della Regione Calabria per porre freno al disavanzo creato dalle gestioni del passato.
Una situazione che, dunque, sembra essere fortemente in contrasto – alla luce di quanto evidenziato dall’Aned – con quello che risulta essere un diritto di tutti alla salute, sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana e che le Regioni come Enti della Repubblica stessa devono comunque garantire perché, disavanzo o meno, non possono essere i cittadini (e ancor di più i più deboli perché dializzati e trapiantati) a dover pagare le colpe delle Amministrazioni poco oculate e lungimiranti.