Darle un nome suo è opportuno e necessario, direi imperativo, e nasce il problema della scelta di quale nome dare. L'importanza del luogo è innegabile: è la porta sud del nucleo centrale urbano di Fidenza.
La toponomastica fidentina ha conosciuto varie fasi legate spesso a fattori storici ma anche ideologici. Abbiamo la toponomastica postrisorgimentale e anche massonica di fine ottocento, quella fascista del ventennio, praticamente "epurata", quella del dopoguerra con i nomi dei protagonisti della nuova era politica e quella che si richiama a episodi resistenziali. Abbiamo, e non poteva essere altrimenti, la toponomastica che rimanda a episodi e personaggi della nostra storia e della nostra terra. Numerose vie e piazze, particolarmente nelle periferie, fanno riferimento ad illustri italiani come poeti, scrittori, artisti, musicisti e studiosi oppure a città come le importanti Via Trento e Via Trieste che ricordano gli entusiasmi irredentisti di un secolo fa.
Mancano all'appello ancora vari nomi di fidentini meritevoli la cui parabola si è chiusa nella seconda metà del novecento od anche prima, dovremo trovare il modo di onorarli. Tempo fa segnalai Emma Gramatica e Valdemaro Vecchi, illustri personaggi che a Borgo hanno avuto i natali. Tuttavia questa può essere l'occasione per un nome che abbia grande respiro di apertura. E' un luogo da cui le strade confluiscono e si dipartono, strade che portano al borgo e nel contempo si rivolgono all'esterno, simbolicamente al mondo.
Indicherei Papa Giovanni Paolo II, personaggio chiave che in qualche modo chiude i conti del tribolato novecento, ma anche un papa che a Fidenza è venuto, che a Fidenza ha parlato e ne ha percorso le strade, che nella cripta del nostro Duomo si è inginocchiato davanti al sacello di San Donnino.