“Diamo un volto alla creatività” è lo slogan che pubblicizza questa originale campagna di guerrilla marketing.
A Roma, i passanti incuriositi e stupiti si sono trovati davanti ad un manichino senza volto.. intento a leggere un giornale con la copertina che simulava una rivista di design, grafica, fotografica ecc. e che pubblica concorsi, borse di studio e occasioni per mettersi in mostra dal nome Mood (simula, perchè nella realtà non esiste).
L’idea vuole denunciare la situazione attuale in cui si trovano i giovani creativi, designers, fotografi, stilisti, fumettisti e non solo che si trovano soli ad affrontare il mondo del lavoro senza grande successo.
La performance realizzata da Giulia Pira vuole dare un volto a questi giovani senza un identità riconosciuta.
Ma.. chi è Giulia Pira?
Giulia è una giovane che vuole far sentire la propria voce e non perde tempo nel farlo!
Mi sono laureata da pochissimo in disegno industriale e la mia passione è sempre stata comunicare: attraverso la grafica, l’arte, la pubblicità e le parole avvicinare le persone al mondo della creatività. Sono siciliana di origine ma vivo a Roma da 4 anni.. diciamo che ho trovato il mio “habitat”!
Come è nata l’idea di questa campagna?
L’idea in origine è nata per la mia tesi di laurea. Sono partita dalla mia esperienza di tirocinio presso una testata romana che tratta di creatività e ho pensato ad un modo originale per promuoverla.. e quale modo migliore se non il guerrilla marketing?
Dopo circa un mese di idee andate a vuoto ecco che si illumina la lampadina! Riflettendo sullo stato attuale delle cose e le difficoltà che ci sono ad approcciarsi al mondo del lavoro da parte di noi giovani, mi sono sentita come senza volto perché ho pensato: chi conosce le mie idee? chi sa di me? chi può darmi un opportunità?
Ho immaginato un volto senza bocca per parlare delle proprie idee, senza occhi per guardare al futuro. Il manichino però trova un modo per mettersi in mostra, e quindi un volto, attraverso la copertina del giornale! Ho proposto la mia idea alla suddetta testata ma non è stata approvata e così, ancora più convinta della potenzialità del messaggio che volevo lanciare e del bisogno che abbiamo noi giovani di avere visibilità, ho continuato per la mia strada.
Secondo te, cosa dovrebbero fare i creativi per riuscire a mostrare la loro faccia?
Non è facile rispondere a questa domanda. Secondo me devono perseverare, sbatterci la testa, cadere e ricominciare! Pubblicizzarsi, proporsi e darsi da fare. Mai stare fermo ad aspettare! Andare dalle aziende, fare vedere i propri lavori in giro e dare così valore alle proprie idee.
E dall’altro lato.. cosa dovrebbero fare le aziende e le agenzie?
Beh su questa invece avrei molto da dire! Molto spesso le aziende/agenzie cercano giovani creativi che abbiano però minimo 30 anni o se va bene 2/3 anni di esperienza.. non è giusto! L’esperienza e la creatività sono senza dubbio molto importanti ma anche i giovani talenti hanno molto da dire. Le aziende hanno bisogno di giovani che stiano a contatto con i giovani e si comportino da tale, che conoscano bisogni e tendenze!
Anche agli stessi concorsi proposti dalle aziende per i giovani vincevano i miei professori! Non è paradossale? Dovrebbero darci più fiducia e opportunità.. reali!
Seguiranno altre campagne o resterà un caso isolato?
Ho visto che molti giovani, ma non solo, appoggiano la mia iniziativa. Mi hanno anche consigliato di crearla veramente la testata Mood.
Domandando alla gente per strada ho avuto conferma che il messaggio arriva “forte e chiaro” e incuriosisce tutti! Quindi stavo valutando l’idea di continuare questa campagna, cambiare posti, città. Sicuramente dopo la pausa estiva comunque. In ogni caso sarete i primi a saperlo.Ringraziamo Giulia per la disponibilità. Tutte le altre foto nella galleria.