C'è un motivo per cui non ho fiatato per due mesi: ero in ferie. Delle lunghissime ferie. Sì, perché mi sono detta: perché uccidersi di lavoro quando il lavoro è pronto a uccidere te? Si badi, io sono la prima appassionata del mio lavoro, ma a patto che si svolga in condizioni di dignità e soddisfazione per tutti. Ma siccome in questo frangente storico-economico siamo molto lontani dai concetti di dignità e soddisfazione, allora ho pronunciato la parola magica, quella parola che tutto può e tutto rivela, l'unica parola capace di dare vero conforto umano, di farci sentire bene e in pace con il resto del mondo: "fanculo".E ho passato tutta l'estate con i miei figli fino all'inizio della scuola, il 10 settembre. Abbiamo viaggiato, abbiamo visto posti nuovi, abbiamo anche preso la macchina per un'avventura on the road un po' a casaccio, e insomma, ci siamo divertiti.Niente telefono, niente rompicoglioni, niente Internet.
Adesso sono tornata. Lavoro di nuovo ma molto più tonica e zen. I bambini sono a scuola (fra l'altro il primogenito ha iniziato la prima elementare e non potete immaginare lo stato confusionale che questa cosa mi genera). Ma soprattutto, il blog è sempre qui, e ha sempre molti spunti per essere riempito.Per esempio, devo riprendere il filone Barbie, che è stato trattato qui, qui, ma soprattutto qui con la campagna When I grow up, e parlarvi della linea Barbie I can be.
Per chi si accosta solo ora a questo discorso, faccio un sunto: Mattel decide che nel ventunesimo secolo, forse, proporre la Barbie sempre e solo conciata come se fosse Cenerentola al ballo potrebbe risultare un po' fuori luogo. Quindi, prendendo spunto dalla realtà circostante, quelli del marketing notano che le donne fanno tante altre cose, oltre al ballo con il Principe. Tipo studiano, lavorano, diventano medici, avvocati, carabinieri, pompieri. E allora ecco che arriva la genialata: Barbie sarà sempre Principessa al ballo, ma anche cavallerizza, pilota di Formula 1, medico, pittrice, e in generale molte altre cose. Questa cosa ce la comunicano con lo spot When I grow up, un anno fa. Quindi io entro in un negozio di giocattoli per comprare una Barbie convinta di trovare il modello "lavoro interinale precario" e invece non trovo niente. Sembra che alle buone intenzioni del marketing non siano seguite quelle della produzione. Questo fino a un paio di settimane fa, quando torno sempre nello stesso negozio e scopro con meraviglia che dovevo avere soltanto un po' di pazienza.
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Sono stata molto contenta di comprare la veterinaria, alla fine. E anche la bambina che l'ha ricevuta in regalo sembra aver apprezzato. Ovviamente il mio primogenito mi ha chiesto perché dovevamo regalare una Barbie con un vestito così brutto e io ho tentato il suicidio.