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Diandra Elettra Moscogiuri

Creato il 22 marzo 2016 da Destinazione Libri @destinazionelib

Diandra 1Lei è Diandra ! Non  è possibile identificarla con il nome di autrice o ballerina o attrice e neppure di modella. Diandra è un’Artista a 360 gradi. Giovane, fresca, con tanta voglia di imparare e di fare. Tenace e con le idee molto chiare su quello che vuole fare. Una carriera che promette una strada importante da percorrere. Bella! Questa ragazza oltre ad avere talento artistico è bella, di quella bellezza che fa girare la testa anche alle ragazze. Un sorriso sincero, due occhi che brillano e trasmettono energia. Un’autrice che ha tanto da raccontare e lo fa con un suo stile.   Oggi è con noi e vi lascio alla nostra chiacchierata. 

Ciao Diandra,  benvenuta nelle pagine di Destinazione Libri,  rompiamo il ghiaccio, raccontaci qualche cosa di te. 

Ciao, grazie a voi per questa opportunità. La mia è una storia abbastanza banale, sono la classica ragazza cresciuta in un paesino di provincia, con la perenne sensazione di essere nata nel posto sbagliato, un po’ sola e incompresa. La danza, il teatro e la scrittura erano la mia valvola di sfogo, per poi diventare la mia unica ragione di vita. Dopo il diploma ho iniziato un percorso molto intenso, prima a Roma e poi a Milano,ho avuto grandi opportunità sia nel cinema indie che nella tv italiana, mi sono spostata spesso perché sentivo che confrontarmi con più realtà possibili mi avrebbe portato grandi soddisfazioni. Nonostante tanti sacrifici e ostacoli, per fortuna è stato proprio così.

 Quanti libri hai pubblicato?

Tequila Suicide è l’unico elemento della mia bibliografia al momento. Sono così affezionata a questo titolo che mi occuperò della pubblicità finché non sentirò che sarà arrivato il momento di svelare al mondo il mio secondo lavoro, ancora nascosto in un cassetto a lievitare. Questo mio primo romanzo mi impegnerà molto sia nella promozione nel prodotto ma anche nella stesura di una trasposizione cinematografica, a cui lavoro già da molto con Carlo Montanari. Quindi per ora c’è solo lui e sarà così per molto tempo.

Di cosa parla il tuo libro?

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Tequila Suicide è conciso quanto complesso. Mi piace pensare che abbia una corteccia e un midollo: all’esterno troviamo un linguaggio vicino al parlato, situazioni tragicomiche e personaggi assurdi, ma all’interno ci sono tematiche molto pesanti: abuso di droga, solitudine, identità, violenza, insoddisfazione e incapacità di essere felice. Gideon ha tutto, ma disprezza le sue stesse gioie, le vive come una prigione. Il suo amore, la sua famiglia, il denaro… Tutto ciò che ha lo soffoca perché è consapevole della sua dipendenza. Vorrebbe essere libero e non aver bisogno di nulla, vorrebbe essere atarassico, vuoto, indifferente a tutto e tutti. Una cosa che forse vorremmo in molti, ma purtroppo impossibile. 

 Cosa ti ha spinto a decidere di scrivere?

Ho sempre provato a scrivere un libro, era il sogno della mia vita da piccola. Ho ancora i disegni delle elementari che mi ritraevano con una penna e un quaderno in mano. Sapevo che un giorno ci sarei riuscita, se non lo avessi fatto non me lo sarei mai perdonato. Tequila Suicide è uscito un po’ di getto, diciamo che erano tante scene messe in sequenza a cui ho dato un senso solo dopo, a volte mi sembra che si sia quasi scritto da solo. Quando l’ho finito ho capito che stavo raccontando tante storie insieme, un po’ la mia, scissa nei quattro personaggi principali, un po’ quella di persone che ho visto distruggersi sotto i miei occhi.

Che lettrice sei tu?


Esiste la categoria lettrice spasmodica? Ho un rapporto molto intenso con ogni libro che leggo, e ogni momento vuoto della giornata è riempito con la lettura. Cerco di leggere di tutto, sia per il genere che per la casa editrice: ho ebook e cartacei di ogni tipo, sia bestseller che piccoli prodotti indipendenti, dal fantasy all’undeground. 

Qual è la fase più difficile  per te nella stesura di un libro?


Il terzo capitolo. Quando devi iniziare hai una grande voglia di scrivere e di buttare giù le idee. Al secondo sei emozionato perché la storia prende corpo, ma quando arriva il terzo, inizi a capire che tutto sta diventando reale e ti senti sulle spalle una grande responsabilità.

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Sei un’attrice, un autore, in quale di questi ruoli ti senti meglio?


Diciamo che si tratta più o meno dello stesso lavoro. In entrambi i casi mi immergo nella vita di qualcun altro, la racconto facendola diventare parte di me, o come direbbe qualcuno, sono io che divento parte del personaggio. Io sono Gideon, ma Gideon è me. Proprio come io e i personaggi che interpreto nel cinema finiamo col fonderci. Non potrei fare a meno né della scrittura né della recitazione, perché entrambe soddisfano i miei bisogni. Con la recitazione mi rapporto con gli altri, e con la scrittura mi isolo, due situazioni indispensabili per il mio equilibrio interiore. 

 Due mondi paralleli quello dell’attrice e dell’autore, eppure molto vicini, due modi di comunicare differenti, cosa ti affascina l’uno dell’altro?


Uno scrittore può nascondersi, un attore no. Un attore muore se gli viene tolta la scena, mentre lo scrittore rimane in disparte, dando vita a una storia. Ma c’è qualcosa che li accomuna: la fase della riflessione. Sia l’attore che lo scrittore hanno bisogno di un momento di silenzio, di analisi interiore, in cui danno vita alla propria arte. L’attore diventa il personaggio, lo scrittore lo crea, ed entrambi attraversano un periodo di studio profondo, fino a trovare gli strumenti giusti per compiere il lavoro. E’ l’unica cosa che mi fa sentire veramente viva. 

Il tuo libro: dove possiamo trovarlo?


Tequila Suicide è ordinabile in qualsiasi libreria, ma si può trovare online su Amazon, IBS e anche sui siti Feltrinelli e Mondadori.

http://www.ibs.it/code/9788867930753/moscogiuri-diandra-e-/tequila-suicide.html
http://www.amazon.com/Tequila-suicide-Diandra-E-Moscogiuri/dp/8867930753
http://www.lafeltrinelli.it/libri/moscogiuri-diandra-e/tequila-suicide/9788867930753
http://www.mondadoristore.it/Tequila-suicide-Diandra-E-Moscogiuri/eai978886793075/

 Il personaggio che ti ha dato più filo da torcere mentre scrivevi?


Sicuramente Elia. E’ un personaggio più complesso di quanto sembri, ho riscritto il suo soggetto così tante volte che mi sembra di aver creato dieci romanzi diversi. Forse mi ha creato così tanti problemi descriverlo anche perché rappresenta la parte più intima di me, quella che è stata ferita, che ha paura di soffrire, e che vuole chiudersi in un mondo tutto suo per scacciare ogni emozione. Lui e Gideon non sono poi così diversi, ma nel protagonista ho preferito mettere un condensato di errori, vedere cosa poteva succedere una volta deciso di agire, anche sbagliando. Elia è sospeso, non si muove, ed è davvero un punto di vista difficile dal quale scrivere.

Libro scritto, parti  riviste, poi la penna mette l’ultimo punto, che sensazione provi?

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All’inizio paura. Paura che faccia schifo, che non lo leggerà nessuno, che non troverò mia un editore. Non ho mai provato la sensazione di aver finito di scrivere, non tanto per la consapevolezza del processo di editing, più che altro perché penso che libri come il mio siano così tanto personali da non smettere mai di rinnovarsi, un po’ come sto facendo con la trasposizione cinematografica, ma anche perché continuando a parlarne nel tempo, a rispondere alle domande nelle interviste e condividendo gli articoli, sembra quasi che ogni volta venga aggiunto qualcosa in più, svelato un dettaglio, e la storia si approfondisce, continua, si rinnova. 

Che rapporto hai con i social?


Io adoro i social. Fanno parte del mio quoidiano quanto il cibo e l’acqua. Se non avessi facebook, instagram e twitter non sarei la persona soddisfatta che sono ora. Probabilmente non sarei mai diventata un’attrice e non avrei conosciuto tanti personaggi importanti del panorama cinematografico e televisivo di cui ora ho l’onore di far parte. In più, internet mi ha permesso di pubblicizzare tantissimo il mio libro e di incrementare le vendite come nessun altro mezzo avrebbe mai potuto fare.

I tuoi prossimi impegni?


Mi aspetta un periodo davvero intenso. Il ventitré marzo parteciperò a Ciao Darwin 7, il due e il tre aprile sono alla fiera del libro della Romagna a Cesena e presenterò Tequila Suicide, che verrà nuovamente presentato a Milano alla libreria Open la domenica seguente, il sette maggio sarò al Teatro Pime di Milano in occasione della commedia Musicario, e a giugno avrò la mia prima esibizione ufficiale come ballerina di Burlesque. Presto uscirà il trailer di Haunted, il film di Eros D’Antona in cui sono attrice non protagonista, e presto potrebbero esserci nuove collaborazioni con questo regista. 

Il tuo rapporto con i lettori? 


La cosa più strana che mi è successa è stata di essere invitata a cena fuori da un lettore! Ma al di là di questo amo scambiare opinioni e messaggi con chi ha apprezzato il mio libro. Alcune volte ricevo dei messaggi sulla mia pagina davvero commoventi, che rileggo quando non mi sento abbastanza sicura di me. Con alcuni lettori sono nate collaborazioni lavorative davvero interessanti, e anche delle vere e proprie amicizie: alcune volte ci si mette anche il destino. 

 Hai partecipato a qualche concorso? se si a quali? se no a quali ti piacerebbe partecipare?


Ho partecipato a diversi concorsi, così tanti di cui non ricordo nemmeno il nome: i più importanti sono il premio Carver, Amarganta e Nabokov. Ho anche mandato un mio racconto (parte del mio prossimo progetto ancora non annunciato) al concorso Il racconto del cassetto, sentivo che era la cosa giusta. Mi sono iscritta da poco e spero di avere almeno una medaglia per il terzo posto, ma se mi dovesse andare male si può sempre riprovare ogni anno! L’anno prossimo vorrei provare a partecipare a Sanremo Writers 2017, penso che sia un’ottima occasione per il mio libro, che avendo come protagonisti due pianisti può prestarsi bene a questa opportunità. Incrociamo le dita!

Diandra cosa pensi dei blog letterari?


Penso che siano una vera manna dal cielo per noi scrittori emergenti, un’ottima possibilità per farsi conoscere nonché un’ottima attività per chi li gestisce. 

Hai mai scritto in self publishing?


Mai. Rispetto le scelte degli altri, ma è una cosa che non mi piace. Voglio che qualsiasi cosa io scriva passi sotto occhi esperti e competenti, che sia approvato da un editore, che sia corretto da un editor e affiancato al nome di una casa editrice. 

Quanto è difficile far conoscere i propri libri?


Per chi fa l’attrice è molto più semplice! Ahahahah. Scherzo, bisogna saper usare internet. Una pagina, un post, una foto, possono far fioccare le vendite. Sta tutto nel marketing, ma anche negli investimenti. Quando sento che alcuni sono contro l’idea di spendere soldi per pubblicizzarsi, che siano anche solo cinque euro per sponsorizzare la propria pagina, inorridisco. Tutti investiamo, non mi pare che il proprietario di un negozio non paghi l’affitto del locale o le bollette. Bisogna saper dare il giusto peso alle proprie scelte, e capire cosa è meglio fare e cosa no. 

 La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi?


Mi aspettavo qualche domanda sull’editore. Francesco Dell’Olio è una delle persone più gentili che abbia mai conosciuto e gli sarò sempre grata per aver realizzato il mio sogno più grande. E’ anche molto attivo, grazie a lui ho preso parte a ben sei fiere del libro in tutta Italia come autrice, e mi aiuta anche a pubblicizzarmi come attrice sui suoi portali.

Cosa ti piacerebbe rimanga al lettore di questo libro?


Mi auguro di trasmettere un insegnamento: bisogna apprezzare quello che si ha, e non dobbiamo avere paura che le cose belle ci abbandonino e ci feriscano. Tutti soffrono, ma fa parte del percorso dell’uomo. Siamo fatti di carne, lacrime ed emozioni, non possiamo trasformarci in automi senza paure, e tutto questo può essere molto meglio di quel che sembra. 

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Diandra 1

Quanto sei presente tu nei tuoi personaggi?


Più di quanto io voglia ammettere. Gideon è l’insieme di tutti i miei errori, Elia delle mie paure. Noah mi aiuta a sfogare la rabbia e la violenza che mi si agita dentro, mentre Timo è come vorrei essere: serio, adulto e controllato, ma persino lui vacilla. Sono tutti uomini perché è il solo modo che conosco per sfogare il mio lato maschile, una parte di me che cerca di farsi sentire in tutti i modi, e per ora ha deciso di esprimersi attraverso la scrittura. 

La situazione che è stata più emozionante da scrivere?


Questa è una bellissima domanda. Sicuramente il capitolo extra dedicato a Noah, lì c’è davvero tutto. Secondo molti meritava un romanzo a parte, ma non era quello il suo destino. 

Stai pensando ad un prossimo libro?


Esiste una storia scritta molto prima di Tequila Suicide, un thriller a tinte noir, a cui vorrei dedicarmi molto presto. Ma non credo che vedrà la luce prima del 2020, perché sto pensando di farne un romanzo illustrato: amo disegnare e vorrei lasciare una traccia di me anche nel mondo dell’arte. Posso già svelare il titolo: Artemis’Cabaret. 

Quanto è importante la copertina per il tuo libro?


La copertina è tutto: molte persone si fermano a sfogliarlo solo perché attratte dal disegno, vedo spesso questa scena alle fiere e alle presentazioni. Mi sono impegnata molto per trovare l’immagine giusta, finché non ho visto una vecchia foto di Macaulay Culkin, dove sputa davanti a sé con un sorrisino beffardo. Era l’immagine perfetta: una persona impertinente che sputa davanti al suo futuro: praticamente Gideon. Ho ridisegnato quell’immagine semplificandola e devo ammettere che è stata un’ottima scelta, è piaciuto molto anche all’editore e ha subito approvato la mia proposta. 

Diandra 1
Ti ringraziamo Diandra    per essere stata  con noi, per aver voluto raccontarci di te. Prestissimo tornerai in queste pagine per parlare del tuo libro.

Grazie a voi, è stato un vero piacere per me



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