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Diario africano/9 - Pigrizia

Creato il 26 settembre 2014 da Mapo
Lacor Hospital, 25 settembre
Il mio oroscopo di Internazionale di questa settimana inizia così:
“Per un lavoro difficile scelgo sempre una persona pigra”, ha detto una volta Bill Gates, il secondo uomo più ricco del mondo. “Perché troverà sicuramente un modo semplice per svolgerlo”. In questo momento mi sembra un buon consiglio anche per te, Toro. Faresti bene a metterti in contatto con il tuo scansafatiche interiore. Lascia che il fannullone che è in te scopra il modo meno stressante per portare a termine il tuo difficile compito. Secondo la mia analisi, non hai nessun bisogno di soffrire e di sforzarti troppo per svolgere il tuo lavoro.
Ora, io non ho ancora capito se il mio lavoro qui sia più o meno "difficile", ma quando parla Rob Brezsny tendo a sentirmi chiamato in causa.Anche oggi sta scivolando via una giornata come un'altra al Lacor Hospital, questo piccolo grande ospedale "cacciato a casa di Dio", per rubare un'espressione cara a mia mamma. Te ne accorgi quando viene sera; qui il tramonto non esiste, basta voltarsi un attimo, magari il tempo di fare la pipì, e improvvisamente (ma con disarmante puntualità!) è buio. Buio sul serio. E allora ti viene voglia di fare una doccia calda, rilassarti un po' e tirare le somme.
Diario africano/9 - Pigrizia
Una giornata come un'altra iniziata con il comfort di acqua ed elettricità nonostante un temporale notturno degno di un uragano statunitense. Uno piccolo, d'accordo, giusto per non drammatizzare troppo.Arrivo in reparto, chiedo come stanno i pazienti e mi rispondono "well".La mattina, anche se non hanno bevuto il caffé, qua sorridono tutti. E ti danno la mano per salutarti, con quel fare a metà tra il lascivo e il deciso, che non capisci mai se devi prima prenderla con la classica stretta (quella del "piacere", per capirci) o quel palmo contro palmo nella mossa tipica, più informale, del braccio di ferro. In inglese, penso, non discriminano tra tu e lei e, forse, le convenzioni sociali stanno tutte nel come ci si da la mano. Immagino non abbiano ancora capito bene come prendermi, dato che finisce ogni mattina a dita (bianche) insaccate.Qualche minuto e capisco che ne sono morti 4. Non potrei ripetere i loro nomi - qui i malati ruotano con una velocità impressionante perfino quando sembrano gravissimi e sono alle prese con il difficile compito di distinguere quelli dei colleghi - ma provo a ricordare i due che avevo incontrato: un bambino di 9 anni con un tumore ematologico in attesa del referto di una biopsia del midollo e un anziano signore, altissimo, con delle brutte ulcere agli arti inferiori.I loro letti sono già occupati da altri pazienti, altri nomi difficili da imparare, altri fogli nelle cartelle e quella fastidiosa sensazione di un'umanità vissuta un po' "al chilo".
Diario africano/9 - Pigrizia
Nel pomeriggio vado in ambulatorio di ecocardiografia. Il tecnico si chiama Maxwell, è proprio in gamba e siamo diventati un po' amici. Lui prova a spiegare ai pazienti come sdraiarsi per fare in modo che a me non venga un'ernia al disco nel fare l'esame (in Uganda si parlano almeno 27 lingue diverse) e io in cambio gli racconto tutto quello che so di valvole cardiache e affini. A me sembra un buon accordo, perlomeno è una delle poche consuetudini che sono riuscito a stabilire qui.I pazienti, qui, hanno mediamente mezzo secolo d'età meno che in Italia. In un paio d'ore, sul lettino capitano una pericardite costrittiva, un'insufficienza mitralica severa da cardite reumatica, una cardiopatia dilatativa alcolica e una signora di sessantacinque anni, obesa come solo chi ha patito per anni la fame può diventare, che non si capisce bene come mai sia entrata in questo ambulatorio a fare l'esame.Aiuto Max a cercare il cuore in mezzo a tanta abbondanza, facciamo parecchia fatica ma alla fine anche lui è contento di vedere come, lavorandoci un po', anche con il torace più difficile si riesce a portare a casa il risultato. Provo persino a dirlo in inglese. Ride, e guardate che Max non ride quasi mai.Mentre scrivo il referto a computer mi tocca sulla spalla, mi volto e vedo mi indica lo schermo: "Nephroblastoma", dice guardando una massa bozzuta che sembra schiacciare del tutto il piccolo rene destro. Lo sguardo scende lungo il filo dalla macchina alla sonda. Sotto c'è una bambina di poco più di mezzo metro di altezza. E' bellissima, ma il nefroblastoma non lo sa, e almeno secondo Wikipedia è "una delle forme più aggressive e ad esito infausto che siano mai state scoperte". Magari si sbaglia, ma guardate che Max non sbaglia quasi mai.
Basta! Se continuo così va a finire che mi tocca sentirmi persino un po' inutile. In prestito, a galleggiare poco sopra un mondo fatto di morbi incurabili e bambini bellissimi che si ammalano e muoiono.Pensieri troppo pesanti, di quelli che tirano a fondo. Meglio lasciar perdere, almeno questa settimana ho tutto il diritto di essere pigro. Del resto, lo dice il mio oroscopo!

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