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DIARIO D'AGOSTO - No Tav, un disastro annunciato nè di destra nè di sinistra
Creato il 29 agosto 2011 da CalcisulcalcioINTRODUZIONE
Da mesi ormai si parla dei "No Tav", dei violenti scontri tra forze dell'ordine e cittadini dei movimenti della Val Susa, è venuto il momento di fare un pò di chiarezza.
Grazie ad una studentessa universitaria che ha approfondito l'argomento vi forniamo alcune basi per capire meglio la situazione, anche perchè non vogliamo correre il rischio che si travisi il problema per farlo diventare il solito scontro tra frange opposte della politica, o peggio ancora tra centri sociali e forze dell'ordine, qui il punto è totalmente diverso, si parla di salute contrapposta al progresso.
Da parte delle istituzioni non c'è nessuna volontà di mediare, il guadagno economico e gli interessi sono troppo forti, anche se si rischia un sicuro disastro ambientale che comprometterà la salute degli abitanti di tutta la zona.
Vi proponiamo il pezzo di Grazia Manfrè, che senza troppi giri di parole cerca di spiegare una verità inconfutabile che purtroppo non viene mai affiancata agli articoli che trattano di "No Tav", speriamo così, almeno a voi affezionati lettori, di aprirvi la mente su un grande problema d'attualità senza incappare in false ideologie.
di Cristian Amadei
NO TAV: UN DISASTRO ANNUNCIATO
Durante gli anni del fascismo e delle sanzioni della Società delle Nazioni per le conquiste africane d’Etiopia, in una miniera scavata dai valsusini, morirono quasi tutti gli operai. Era una miniera di ferro della FIAT, e le morti sospette vennero attribuite alla silicosi, una malattia polmonare dovuta all’inspirazione di polveri di silicio. La silicosi può essere considerata la prima causa conosciuta di morte bianca in quanto tipica malattia dei minatori. La miniera venne chiusa non appena cessarono i contributi dello stato.
Negli anni ’60 arrivarono sul posto degli specialisti del Centro Ricerche Termonucleari dotati di contatori Geiger e perforatori; il contatore Geiger è un rivelatore sensibile alle radiazioni ionizzanti prodotte nel decadimento radioattivo. Questi esperti individuarono a cento metri dalla ex miniera un filone di pechlenda, la roccia dell’Uranio. Oggi ormai è stata dimostrata la presenza di giacimenti di Uranio e di Amianto in queste montagne, montagne dove si vuol scavare per il passaggio dell’alta velocità.
La costituzione del nuovo collegamento ferroviario transalpino Torino-Lione, collegamento ad alta velocità di 72 km prevede gallerie dell’ordine di decine di chilometri che si scaveranno nelle montagne della Val di Susa con l’obbiettivo di far percorrere a treni passeggeri, con velocità di punta di 300km/h, la distanza Torino-Lione in 1:30.
Tutti possono immaginare il gravissimo impatto ambientale che deriverebbe da una fuga di questi materiali che andrebbero ad inquinare irreparabilmente ambiente e falde acquifere con conseguenze disastrose per gli abitanti del posto e in seguito per il resto del paese. Non tutti sanno però quali sono i rischi che stanno correndo gli abitanti di quelle terre...rischi tanto grandi da combattere ogni giorno contro un sistema che li vuole sopraffare con la brutalità.
Amianto è il nome generico di una serie di silicati fibrosi naturali molto diffusi in natura e molto friabili, è un materiale generalmente innocuo a meno che non venga esposto ad erosione da fattori ambientali o a trazioni meccaniche provocate dell’uomo. Le fibre che lo compongono penetrano con facilità all’interno dei polmoni e mentre quelle più corte sono efficacemente depurate e distrutte dalle cellule di difesa dell’organismo, i macrofagi, le fibre più lunghe persistono nei polmoni diventando nocive. La malattia che deriva dalla loro inalazione è l’asbestosi, scambiata negli anni ’60 per silicosi. L’asbestosi è una malattia respiratoria polmonare a decorso progressivo che causa insufficienza respiratoria cronica, le fibre di amianto oltre a creare cicatrici nel tessuto polmonare distruggono gli alveoli impedendo di fatto la respirazione. Inoltre l’amianto può causare tumori polmonari.
A questo si contrappone la modernità, l’interesse europeo, il benessere dei viaggiatori e il traffico di merci che passa da fumosi Tir a treni poco inquinanti, ma per ottenere questo progresso c’è realmente bisogno di una linea ferroviaria con nuove gallerie?
Il Piemonte è al giorno d’oggi, uno dei territori con il maggior numero di grandi gallerie di collegamento internazionale e, effettivamente, basterebbe potenziare le linee già esistenti per guadagnare minuti sul tempo di percorrenza delle tratte.
Il NO TAV, non è di destra né di sinistra, e non lo è per una presa di posizione ma perché ha nel cuore il futuro della sua terra e dei suoi abitanti.
di Grazia Manfrè
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