Lasciato il Nicaragua varchiamo il confine con il Costa Rica ed entriamo nella terra della " pura vida". Le procedure alla dogana sono abbastanza rapide anche se ci sono tratti abbastanza lunghi che si possono percorrere solo a piedi, o, nel mio caso, in stampelle. Il paesaggio cambia rapidamente e il Costa Rica risponde fin da subito alle aspettative di chiunque si rechi in questo paese: la natura è l'assoluta e magnifica protagonista.
Il nostro itinerario prevede una sosta a Monteverde, piccolo paesino che non offre molte attrattive, ma il cui punto di forza è lo straordinario paesaggio. Monteverde è il luogo che quasi tutti scelgono per sperimentare il canopy tour, ovvero la possibilità di lanciarsi nella foresta con imbracatura e carrucola che permette di sfrecciare sulle funi che collegano le varie stazioni. A seconda del grado di adrenalina che si vuole provare e del proprio coraggio, esistono diversi tipi di offerte, dal canopy standard a quello extreme che si aggirano tutti intorno allo stesso prezzo, ovvero 45 dollari americani. Io non l'ho potuto sperimentare per ovvi motivi ma i miei compagni di viaggio sono rimasti molto soddisfatti dall'esperienza.
Un po' meno entusiasmo l'ha riscosso invece il trekking nella foresta nebulosa ( bosque nuboso), una foresta umida sempreverde tropicale, caratterizzata dall'essere coperta in modo persistente da una cortina di nuvole a bassa quota. La Fortuna, distante poche ore d'auto, è invece il luogo ideale per sperimentare un'altra attività ad alto tasso d'adrenalina, ovvero il rafting. A ragion veduta posso dire che, quasi tutte le attività che offre questa zona del Costa Rica, per essere godute appieno richiedono due gambe perfettamente funzionanti!
Per fortuna però, ciò che per me rappresentava uno dei motivi principali che mi hanno spinta a visitare questo paese, è stata anche una delle cose che sono riuscita a vivere quasi senza problema nonostante le stampelle. Per farvi capire meglio devo dichiarare un mio grande amore: quello per i bradipi. Complice il film d'animazione "L'era glaciale" e i numerosi documentari che mi hanno inchiodata davanti allo schermo per parecchie ore, ho sviluppato un sentimento di estrema simpatia e tenerezza, mista a curiosità, per questo stravagante animale che trova proprio qui in Costa Rica il suo habitat ideale.
Proprio grazie ad uno dei tanti documentari, ero venuta a conoscenza dell'esistenza di un luogo chiamato Sloth Sanctuary - il "Santuario dei bradipi" - e io non potevo perdermi l'occasione di visitarlo. Questo centro si occupa dello studio e della salvaguardia di questa razza animale. Il Santuario è stato ufficialmente aperto al pubblico nel 1997 dando vita a molti studi sui bradipi.
La specie è sempre più a rischio a causa delle minacce causate dagli interventi degli uomini: molti bradipi vengono infatti investiti, aggrediti dalle persone (sembra incredibile ma purtroppo è pura verità!) o fulminati dai cavi dell'alta tensione. Al Santuario vengono portati tutti questi bradipi in difficoltà, compresi i piccoli orfani rimasti soli a causa della morte della madre per una delle tante cause sopra citate.
In molti anni di esperienza i risultati di questo centro sono stati molto confortanti poiché, non solo sono riusciti a far crescere alcuni piccoli forti e robusti e a curare alcuni adulti in condizioni disperate, ma sono addirittura riusciti a reinserire 120 esemplari nel loro habitat naturale, che oggi è la principale missione che il centro si pone.
La visita costa 25 dollari e comincia con un giro in barca sul fiume adiacente il centro che spesso permette, come è successo a noi, di avvistare alcuni bradipi sugli alberi. È poi possibile visitare il museo e, soprattutto, uno dei volontari accompagna i visitatori a conoscere alcuni degli esemplari che soggiornano nel Santuario. Dei 150 ospiti abbiamo avuto la possibilità di conoscerne solo dieci di cui però ci è stata raccontata la storia e le peculiarità caratteriali, ben rimarcate in ciascun esemplare. Dalla terrazza abbiamo poi avuto la possibilità di vedere alcuni volontari alle prese con gli esercizi per i più piccoli, che consistono in una vera e propria educazione al movimento di arrampicata, così da fornire loro tutti gli strumenti per essere rimessi in libertà.
Posso dire che qui in Costa Rica ho realizzata uno dei miei più grandi desideri e che già soltanto questa esperienza ha dato un grande significato a tutta la fatica fatta per proseguire il viaggio con il piede rotto.
Tutte le informazioni utili sullo Sloth Sanctuary le trovate sul loro sito web: http://www.slothrescue.org. Il centro si trova a 31 km da Limòn, sulla strada per Cahuita. Leggi la puntata precedente: speranze e delusioni sull'isola Ometepe