Chissà che un giorno non capiti davvero che Di Maio alzi il telefono e faccia felice Ville. Del resto il grillino campano è un tipo alla mano e non ha niente a che vedere con le vecchie volpi della Prima Repubblica alla Giovanni Leone, a cui la sua Pomigliano D’Arco ha dedicato pure una piazza, senza tener conto di cosa sia la storia e il disprezzo per la corruzione del Belpaese.
Faccio un giro nei dintorni di Lecco, convinto che la Lega avesse preso in ostaggio Renzo e Lucia. Invece no. I “promessi sposi” manzoniani strizzano l’occhio agli attivisti 5 stelle della zona. Sono in auto e faccio quattro chiacchiere con Ville. E’ uno spasso osservarlo battibeccare con la moglie, una salernitana simpatica con cui è felicemente sposato dal 2001. Mentre Ville mi racconta la triste storia dell’amica Grazia Mennella, la radiologa grillina licenziata dall’ ospedale di Lecco per le sue denuce, ecco che squilla il telefono.
Carramba, che sorpresa! E’ proprio Luigi De Maio al telefono. L’attivista finlandese e il politico napoletano si parlano come se si conoscessero da sempre. Ville è contento e nei suoi occhi c’è quel pizzico di temerarietà che si portò appresso quando, dopo aver rinunciato al suo lavoro di ingegnere ad Helsinki, si trasferì nel nostro Paese. A Ville continuano a ripetere che i movimenti in stile “Grillo” in Italia sono mode temporanee. Il finlandese “5 stelle” insiste e resiste. Non molla.