C’è qualcosa che ti colpisce immediatamente quando giri l’angolo e trovi davanti a te questa Cattedrale a picco sul mare. Il contrasto fortissimo tra queste mura imponenti e l’infinito blu alle sue spalle. E’ un disegno perfetto. Colori che si incontrano e si contrastano con una forza che ti sorprende e ti piace.
La cattedrale sul mare di Trani è dedicata a S.Nicola Pellegrino ed è stata fondata nel 1097. La storia narra che San Nicola Pellegrino morì nel 1094, durante un pellegrinaggio alla chiesa di Santa Maria, per la stanchezza e per i colpi delle bastonate inferte dai cavalieri che lo prendevano in giro. Esattamente dove morì San Nicola, tre anni dopo, venne poi eretta la cattedrale ed è proprio nella cripta che si trovano le sue spoglie.
All’interno si trovano tre chiese sovrapposte. Il portone d’ingresso non è quello originale. Il vero portone lo troviamo esposto all’interno, subito sulla destra, appena si entra.
Peccato rimangano, nella zona dell’altare, solo frammenti dei mosaici che probabilmente un tempo si trovavano in tutta la chiesa.
Siamo vicino al porto, affollatissimo di persone e barche (alcune bellissime!), e camminiamo incuriosendoci per queste incisioni che portano i nomi dei consolati che una volta si affacciavano su queste vie e che ora si ritrovano magari a decorare l’ingresso di un bar.
Proseguendo con lo sguardo più avanti troviamo il Castello Svevo , risalente al 1233,che sembra quasi immergersi nel mare.
Prima di addentrarci nell’area dove sorgeva il quartiere ebraico sorseggiamo l’ennesimo caffè in ghiaccio e forniamo carburante al pulcione con un bel gelato.
Le strade strette consentivano di controllare più facilmente dall’alto le aggressioni esterne e quindi di difendersi.
Vediamo la Sinagoga e anche le chiese dedicate al culto cattolico che venivano appositamente posizionate a ridosso del quartiere ebraico in modo, diciamo così, da difendere i confini religiosi!
Sono molte le chiese e le chiesette a Trani. Molte non ci sono più, ingiustamente cancellate nell'espansione della città e nella ricerca di nuovi spazi, e ce ne raccontano solo il ricordo. Si dice che il grande numero di chiese fosse dovuto al voto fatto dai marinai in partenza e che comportava, nel caso fossero riusciti a tornare a casa, la costruzione di una chiesa come segno di ringraziamento e gratitudine per essere sopravvissuti.
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