© brunifia
Apro la sella dello scooter e tiro fuori il casco del passeggero.Me la immagino mentre percorre quei pochi metri che la portano da me.La strada è in discesa e lei, come una goccia di pioggia, scorre lentamente, fermandosi ad ogni piccolo ostacolo per raccogliere l’acqua della scia e superarlo.Arriva allegra, bagnata d’amore, affascinata, mi sente, la sento vibrare.Appena in sella infila la mano sotto la maglia per toccarmi.Ebetitudine.Non si stringe ha paura della moto.Ma le sue mani mi girano sul petto, sulla pancia ed io vorrei girarmi e baciarla.Possiamo stare insieme 20-30 minuti e in questo tempo dobbiamo raggiungere la stazione.Non corro e sento solo lei.La sento addosso, dentro, la sento che ride, è felice.Non siamo due adolescenti, abbiamo molto vissuto, tanto da non credere più, e lei più di me che forse non ho mai vissuto.E’ presto, ci possiamo fermare 10 minuti al Colle Oppio.Come due ubriachi camminiamo dondolando e poi semirigidi.Intorno bambini e tutto quello che ci deve essere in un parco primaverile subito dopo l’uscita da scuola.Il tavolo pronto per il compleanno di un piccolo, le giovani colf a passeggio col fidanzatino, le mamme severe pronte al richiamo e dimentiche di essere donne, e giù, in fondo, all’ombra, un baretto all’aperto che ospita gli sguardi curiosi dei più anziani.Panchina un po’ all’ombra davanti alla fontana. Tutti ci possono guardare, chissà quanti ci guardano.Noi ridiamo.Io allungo le gambe.Silenzio, uno sguardo, ci baciamo.Parliamo di noi prendendoci in giro, ridiamo.Io cerco di occupare lo spazio nel parco, di fare una parte muovendo le gambe o piegando il busto in avanti e poi indietro. Lei attaccata a me.Ci accarezziamo le labbra, io le sue con le mie, lei le mie con le sue.Lei mi attira a se, vicino, mi stringe e mi bacia. E’ la prima volta.L’acqua continua a uscire dalla fontana, la gente, che non vediamo più, seguita a muoversi.Il tempo ha continuato a scorrere... Orologio, alle 16,28, binario 19, non posso stare molto.Andiamo allo scooter, infiliamo i caschi ancora un bacio, le cammino con le mani sui pantaloni.E’ difficile staccarci e allora parliamo degli impegni della giornata, per staccarci, per tornare.Non l’accompagno sino alla porta della carrozza, un ciao brusco e improvviso, uno sguardo gentile, complice e via, treno di qua, scooter di là.Abbiamo trasformato il tempo, prima l’abbiamo moltiplicato in un altro elemento fatto di gioia, intensità e allegria, e poi l’abbiamo ridotto, accorciato fatto a pezzi quasi l’abbiamo annullato.E’ durato troppo poco.Mitico
© brunifia
Ti ho scritto: che bello. Hai scritto: questo era bello? Anche e non solo. Dimenticato una piccola cosa. Non lo sai, non puoi sapere. Neanche io. Colto sorpresa. Emozione forte. Dita delicate. Sul Viso. No carezza. Solo tocco. Scivola piano. Ora qui ora lì. Tentennare. Vanno piano. Come un bambino. Appoggiano, ma non si fermano. Sfiorano. Titubanti. Scoprono. Come un cieco che non sa la strada. Percepire che ci sia. Percepire la pelle. Conosciamoci. Conoscersi. Come un cieco. Cercano contatto. Polpastrelli. Immaginazione. Non dormo. Mi rigiro. Disagio sms. Domanda. Perché obsessionato? Definizione scomoda. Non mi piace. Vedere mancanza. Cercare mail. Non tace. Dona. Levo lenzuolo. Ci sarà. Attesa. Frenesia. Era questo bello? Trovato. Ti bevo, lungo... quanto hai scritto? tanto... poi rileggerò. Dopo. Primavera sorprendente. Un secondo, un occhio, un pezzo di baffo che sorride, una coscia strofinata. Accaparro tutto in un solo momento. Sono sazia, ora. Pochino, anzi tanto, non lo so. BOH.Tempra
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