Diaz: confermata azione abusiva per gli atti di Genova insieme all’assoluzione per De Gennaro

Creato il 28 maggio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Simona Zecchi
Nuove svolte nessuna novità sul processo che ha visto coinvolti i più alti dirigenti della Polizia Gianni De Gennaro (attuale sottosegretario alla Presidenza dei Ministri con delega ai Servizi) e l’ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola (ora vice questore a Torino). 
 Nella motivazione alla sentenza dello scorso novembre 2011, la Cassazione – VI sezione penale – stigmatizza come siano stati «Inqualificabili>> le violenze perpetrate ai 93 occupanti della scuola Diaz in quella notte di luglio del 2001 a Genova. Le motivazioni che avevano invece portato alla condanna del 2010 lo stesso De Gennaro a un anno e 4 mesi e a Mortola a un anno e due mesi, sono per la cassazione non credibili. 
La condanna «pone confusamente in relazione la vicenda (…) ad una questione di immagine compromessa della polizia che (…) essendosi tradotta in inqualificabili violenze compiute sugli occupanti della scuola Pertini-Diaz, avrebbe indotto l'allora Capo della Polizia a prendere ogni distanza possibile dall'operazione e a persuadere o ad esortare Colucci (l'ex questore di Genova) a modificare le anteriori sue dichiarazioni sulla vicenda».  Insomma, confusioni dice la cassazione, solo confusioni avrebbero portato a collegare le violenze usate (che ancora Amnesty International sintetizza come “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”) con l’azione dell’allora Capo della Polizia De Gennaro che in realtà dunque non avrebbe indotto nessuno a testimoniare il falso. 
Inoltre, aggiunge la Suprema Corte sull’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:<< non si è acquisita alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell'operazione Diaz». Le motivazioni terminano poi con un generale “J’accuse” ai giudici evidenziando le «palesi lacune» e i «palesi errori di diritto». Intanto, per il prossimo 11 giugno si è fissato il processo principale sui fatti della scuola Diaz. Fatti che vedono imputate 25 persone tra funzionari e agenti di polizia. 
Il particolare più controverso al centro dell’irruzione nei locali della scuola, ovvero il ritrovamento delle due bottiglie incendiarie poi sequestrate, è stato poi smentito. L’inchiesta ha fatto emergere infatti come le due molotov siano state portate dagli agenti inequivocabilmente e appositamente: in particolare il vice questore aggiunto Pietro Troiani. Il suo autista, l’agente Michele Burgio, fu assolto definitivamente lasciando solo nelle colpe Pietro Troiani
Il fatto delle molotov giustificò un blitz sanguinario collettivo, eppure il colpevole è rimasto unico :né vertici né aiutanti. Altra solitaria condanna, ma slegata al fatto delle molotov, è quella decisa per un’agente della Caserma di Bolzaneto, dove le violenze sono poi continuate, che comunque risarcirà le vittime senza scontare il carcere perché il tutto andato in prescrizione. 
Per queste vicende il Comitato Verità e giustizia aveva chiesto la sospensione del servizio e una legge sulla tortura. Abbiamo chiesto al signor Troiani se volesse rendere una sua dichiarazione in merito alle motivazioni addotte dalla cassazione che non lo coinvolgono direttamente ma che lasciano quella colpevolezza unica sospesa. 
L’agente non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione al momento, noi aspettiamo per capire di più; per capire quanto di quella colpa orrenda che lo ha visto condannare a 5 anni e 8 mesi e da cui si dovrà difendere il prossimo giugno è tutta a lui ascrivibile.

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