Nella motivazione alla sentenza dello scorso novembre 2011, la Cassazione – VI sezione penale – stigmatizza come siano stati «Inqualificabili>> le violenze perpetrate ai 93 occupanti della scuola Diaz in quella notte di luglio del 2001 a Genova. Le motivazioni che avevano invece portato alla condanna del 2010 lo stesso De Gennaro a un anno e 4 mesi e a Mortola a un anno e due mesi, sono per la cassazione non credibili.
La condanna «pone confusamente in relazione la vicenda (…) ad una questione di immagine compromessa della polizia che (…) essendosi tradotta in inqualificabili violenze compiute sugli occupanti della scuola Pertini-Diaz, avrebbe indotto l'allora Capo della Polizia a prendere ogni distanza possibile dall'operazione e a persuadere o ad esortare Colucci (l'ex questore di Genova) a modificare le anteriori sue dichiarazioni sulla vicenda». Insomma, confusioni dice la cassazione, solo confusioni avrebbero portato a collegare le violenze usate (che ancora Amnesty International sintetizza come “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”) con l’azione dell’allora Capo della Polizia De Gennaro che in realtà dunque non avrebbe indotto nessuno a testimoniare il falso.
Il particolare più controverso al centro dell’irruzione nei locali della scuola, ovvero il ritrovamento delle due bottiglie incendiarie poi sequestrate, è stato poi smentito. L’inchiesta ha fatto emergere infatti come le due molotov siano state portate dagli agenti inequivocabilmente e appositamente: in particolare il vice questore aggiunto Pietro Troiani. Il suo autista, l’agente Michele Burgio, fu assolto definitivamente lasciando solo nelle colpe Pietro Troiani.
Il fatto delle molotov giustificò un blitz sanguinario collettivo, eppure il colpevole è rimasto unico :né vertici né aiutanti. Altra solitaria condanna, ma slegata al fatto delle molotov, è quella decisa per un’agente della Caserma di Bolzaneto, dove le violenze sono poi continuate, che comunque risarcirà le vittime senza scontare il carcere perché il tutto andato in prescrizione.
Per queste vicende il Comitato Verità e giustizia aveva chiesto la sospensione del servizio e una legge sulla tortura. Abbiamo chiesto al signor Troiani se volesse rendere una sua dichiarazione in merito alle motivazioni addotte dalla cassazione che non lo coinvolgono direttamente ma che lasciano quella colpevolezza unica sospesa.
L’agente non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione al momento, noi aspettiamo per capire di più; per capire quanto di quella colpa orrenda che lo ha visto condannare a 5 anni e 8 mesi e da cui si dovrà difendere il prossimo giugno è tutta a lui ascrivibile.
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