Dicevamo della bionda.
Va bene, era un mezzo scherzo-gabbiano .
Ma un fondo di verità c’era, anche perché in genere c’è un motivo per tutto quello che pensiamo.
Niente, come vi dicevo tornavo a casa, credo mi dirigessi verso Via del Corso passando per via Frattina, e lì cerca di intercettarmi una ragazza, di quelle che devono venderti qualcosa, o farti firmare qualche contratto.
Allora faccio un cenno tipo “non ora” (si, mai!
La bionda era la sua collega che stava un po’ più là.
Allora mi giro e le faccio: “piacere!”, mentre me ne vado
Be’, dovete sapere che quando avevo diciott’anni mi ci hanno fregato con questi contratti firmati per strada.
Ebbene, ero un super tonto (sperando ora di essere un po’ migliorato). Mi fermarono mentre ero con un amico davanti a un negozio, un negozio di tale Euroclub. La ragazza comincia a farmi un’intervista sulla musica, che peraltro all’epoca non ascoltavo troppo, e poi dove si finisce? A firmare un contratto per fornitura di libri per, non so, mi pare due anni.
La scelta poi era piuttosto limitata, perché alla fine non è che fosse così assurdo comprare, mi pare, un libro ogni tre mesi.
All’epoca non mi pare ci fossero tutti questi “posti di blocco” sparsi per la città per farti firmare qualcosa.
Qualche tempo fa passavo per un’altra strada, e mi hanno chiesto qualcosa tipo “leggi?”. Oltre al fatto di poter rispondere “certo, e scrivo anche!”
, be’ si oltre a questo ho pensato – la prossima volta che passo, tanto stanno sempre lì – che se me lo richiedono mi fermo e gli dico “tieni, questo è il biglietto da visita del mio blog, seguimi e saprai qualcosa di quello che leggo” . Vorrei vedere l’espressione del venditore di turnoPer inciso, il biglietto da visita del blog non ce l’ho, ma potrei farne uno per l’occasione, con un bel gabbiano campeggiante al centro del cartoncino. Me lo vedo già