Può sembrare assurdo e perfino grottesco, nel 2011. Tuttavia, che ci crediate o meno, le indagini di mercato registrano (dopo una flessione in negativo durante il quadriennio 2005-2009) una nuova ripresa nell'ambito del commercio delle pellicce.
Prova ne sono articoli come quello (chiacchieratissimo e - per fortuna! - avversatissimo) pubblicato sul numero di novembre della rivista "Amica" (di cui si è parlato approfonditamente sui blog(La) Cassandra e Il Dolce Domani, a cui rimando, qui e qui) o, in ambito televisivo, lo spot pubblicitario della linea di abbigliamento per giovanissime "Fix Design", che fa bella mostra di borse, giacche e stivali guarniti di inserti di pelliccia. Alcuni blog di moda definiscono addirittura la pelliccia il nuovo " must have" della stagione invernale 2011-2012: notizia destinata ad allarmare (e non poco!) tutti coloro che ritengono barbaro - oltre che raccapricciante - adornarsi del pelo di animali uccisi solo per rispondere ai dettami del mercato della moda.
Come già rilevato più volte sulle pagine di questo blog, l'industria delle pellicce costituisce un autentico abominio: ogni anno, vengono allevati dall'industria delle pellicce almeno 70 milioni di animali; i restanti 10 milioni sono catturati in natura: vittime innocenti che saranno rinchiuse in squallide, piccole gabbie; esposte al gelo invernale affinché sviluppino una pelliccia più folta; e infine uccise per mezzo di colpi brutali alla nuca o sul muso, iniezioni letali, frantumazione delle ossa cervicali o soffocamento.
Questa è infatti la sorte orribile a cui sono destinati (per il piacere delle signore più frivole) visoni, nutrie, castorini, cincillà, conigli, volpi; ma anche cani e gatti, nel caso di capi d'abbigliamento scadenti, importati dall'Asia e dalla Cina.
Ecco l'orrore indossato dagli amanti delle pellicce e da tutti coloro che non riflettono prima di acquistare un capo d'abbigliamento:
Proprio per contrastare questa moda cruenta, barbara e incivile e per tentare di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento (arginando così i danni causati dalle tendenze del mercato), la LAV sarà in piazza il 10 e 11 dicembre, con tavoli e gazebi che distribueranno il materiale informativo della campagna Basta alle pellicce .
Si spera in un buon successo di pubblico e in una partecipazione numerosa, soprattutto da parte delle donne: quale occasione migliore, per gridare forte che essere donne significa ben altro che essere schiave di gioielli e pellicce, come affermato da Rosa Matteucci nel suo (vergognoso) articolo su "Amica"?
Quasi nessuna donna, nemmeno quella più sensibile, per storia personale, educazione familiare o indole, ai fondamenti dell'etica animalista, resiste al piacere di accarezzare e di indossare una pelliccia. [...] Le donne sono per istinto attratte dal lusso e dal piacere del contatto fisico con le pellicce. Forse sarà una sorta di primordiale appagamento, ovvero un risarcimento morale, per la lotta senza quartiere e senza tempo che ogni signora ingaggia, sin dall'adolescenza, con i propri peli superflui, ma quello della pelliccia è un diletto per molte irrinunciabile. [1]
(Per conoscere le date e le ubicazioni dei tavoli nella provincia di Alessandria, controllate il "boxino" nella colonna laterale di questo blog.)
Note:
[ 1] Dall'articolo apparso sul numero di novembre 2011 della rivista "Amica".