Una banda di rapinatori di banche utilizza un misterioso gas che paralizza per alcuni minuti le persone, permettendo loro di agire impunemente. Indagando sulla scomparsa di uno scienziato, Dick Tracy scopre che alla guida della gang c’è Gruesome (Boris Karloff), uno spietato criminale.
Quarto e ultimo capitolo cinematografico dedicato al personaggio creato da Chester Gould, Dick Tracy e il gas misterioso è certamente il migliore per tutta una serie di ragioni che lo contraddistinguono, a partire dalla presenza, nel ruolo di villain principale, di Boris Karloff, che sui cartelloni pubblicitari dell’epoca venne sottolineata inserendo il nome dell’attore prima di quello del protagonista, cosa visibile anche nei titoli di testa della pellicola. Inizialmente la RKO spinse per intitolare addirittura la pellicola Dick Tracy Vs. Karloff, ma fu lo stesso attore a bocciare l’idea, non ritenendola appropriata.
Karloff dona alla pellicola un’aura in più di mistero e terrore in un film che ha tra i punti di forza una trama prettamente fumettistica rispetto ai precedenti capitoli, la quale fa da trampolino per una serie di scenette comiche, che vedono nuovamente al centro il personaggio di Pat Patton (Lyle Latell).
Questo non toglie che, nonostante l’umorismo sia presente, ancora una volta il tutto sia equamente bilanciato con una trama seria, che vede Ralph Byrd all’apice della sua interpretazione del celebre detective, qui dipinto come un mastino che non lascia la preda finché non l’ha messa con le spalle al muro, come nel caso della dottoressa Learned (June Clayworth), attraente ma sfortunata scienziata collegata alla banda di rapinatori capeggiata da Gruesome.
Una banda che vede al suo interno personaggi come X-Ray, interpretato da Skelton Knaggs, noto caratterista che prese parte a numerosi film horror, e che già si poteva intravedere in Dick Tracy Vs. Cueball in un piccolo ruolo, e Tony Barrett, attore che in seguito sarebbe divenuto sceneggiatore di numerose serie televisive, e che nel ruolo di Melody si ritaglia un piccolo spazio accanto alla soverchiante bravura di Karloff.
Come nel precedente film, anche in questo è da segnalare un cambiamento nel cast riguardante il personaggio di Tess Trueheart. La giovane Kay Christopher infatti viene sostituita dalla sensuale Anne Gwynne, attrice e modella ricordata per essere stata una tra le più celebri pin-up durante la Seconda guerra mondiale. Oltre al lato sexy (in un paio di sequenze viene sottolineata la bellezza delle sue gambe), l’attrice qui dimostra anche una forte simpatia, che la rende la migliore fidanzata del detective sullo schermo assieme ad Anne Jeffreys.
È quindi un peccato che questo fosse l’ultimo lungometraggio per il grande schermo dedicato al personaggio. La RKO di lì a poco avrebbe infatti chiuso con la produzione di film di serie B, che comunque si erano rivelati, per gran parte degli anni ’40 una miniera d’oro commerciale.
Per quanto riguarda il personaggio di Tracy, nel 1948 Chester Gould propose alla major, all’epoca in pieno fermento organizzativo dopo la vendita dello studio al miliardario Howard Hughes, di riprendere la serie proponendo nuovamente Morgan Conway (che di lì a breve avrebbe terminato la sua carriera di attore) come protagonista, ma i dirigenti declinarono l’offerta.
Per il detective la rinascita avvenne nel 1950, questa volta sul piccolo schermo, in un serial della ABC nuovamente con protagonista Byrd, il quale avrebbe ricoperto il ruolo fino alla sua improvvisa morte, avvenuta il 18 agosto 1952 a soli 43 anni. La scomparsa dell’attore segna la fine degli adattamenti basati sul celebre detective. Fino al 1990, con il famoso film interpretato e diretto da Warren Beatty. Ma questa è un’altra storia…
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