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Ma anche il russo non è affatto chi sembra o dice di essere e per i due McClane sarà dura salvare la pelle tra Mosca e Chernobyl. Si , proprio quella Chernobyl, non un' altra dove ci sono montagne, neve e su cui si può sciare.
Sgombriamo il campo da ogni equivoco: io a Bruce Willis ci voglio un sacco di bene. Nel corso degli anni mi ha educato all'azione, all'ironia, l'ho conosciuto che faceva il barboncino a pelo liscio ( e già piuttosto rado) di una dea come Cybill Shepherd e con gli anni è migliorato come il buon vino, soprattutto non prendendosi mai sul serio.
E non riesco proprio a condannarlo per aver accettato un assegno a diversi zeri per fare un film come questo in cui sembra che faccia il traghettatore, per raggiunti limiti di età, a un nuovo reboot della serie, ormai arrivata al quinto capitolo, con un protagonista più giovane e sempre di famiglia.
Solo che se il suo sostituto è il mascellone australiano Jai Courtney, già visto in Jack Reacher dove faceva la parte del cattivone, che ha gli addominali più espressivi della faccia, allora marca male.
Perchè verrebbe perso del tutto il trademark della serie, cioè quella capacità di alleggerire con l'ironia le situazioni più complesse e la facilità di ridere di se stessi.
E poi Bruce ogni volta che è in scena cancella Jai come usasse il bianchetto che si usa sui banchi di scuola.
Che dire di Die Hard- Un buon giorno per morire? Poco, nel senso che è un action come tanti, con un budget spropositato rispetto alla resa artistica del prodotto ( che ha incassato meno del previsto) e l'ironia , da sempre presente nella serie, messa in un angolino e relegata solo a qualche battuta del McClane senior.
Per sorbirsi la storia ( elementare fino all'imbarazzante, magari nel prossimo Die Hard mettiamo una sceneggiatura nella dotazione di serie e non tra i costosi optionals a pagamento) bisogna sospendere l'incredulità ma aiutandosi con un' overdose di tequila, le esplosioni provocano un frastuono addirittura fastidioso ma i nostri eroi escono sempre senza un graffio anche buttandosi da un grattacielo. E continuano a menare a dei russi non particolarmente intelligenti che quando hanno l'occasione di uccidere i due americani senza tanti cerimoniali piantandogli una pallottola in testa si mettono a fare balletti...
La mano del regista John Moore ( una carriera e un curriculum al di sotto di ogni sospetto ) non è poi particolarmente felice nelle scene action che devono molto al glamourama bondiano.
Passi per l'inseguimento nelle affollatissime strade di Mosca con un camion blindato e vari altri mezzi di locomozione che comunque tiene incollati allo schermo, l'ispirazione non sembra regnare sovrana in sequenze soffocate da un montaggio triturante e che si susseguono praticamente senza soluzione di continuità.
E poi vogliamo parlare di questo rapporto padre figlio tenuto sempre sul filo della macchietta del figlio che chiama il padre per nome e lui non fa altro che ripetere che si trova in vacanza?
Ecco, meglio di no, è un qualcosa trattato in maniera talmente grezza e priva di sorprese che forse era meglio evitare.
Dopo aver visto il film mi sono spiegato anche il can can suscitato non si sa da chi per la presunta eccessiva violenza presente in questo film: a parte che in giro si vede di molto peggio, ma col senno di poi , si sente la puzza di battage pubblicitario per sollevare un prodotto non in grado di competere con i primi tre titoli della serie.
Qui siamo all'intrattenimento decerebrato: nulla di male ma se uno conosce già John McClane non potrà rimpiangere un po' il suo passato glorioso. Se uno non lo conosce si può anche divertire.
Due avvertenze per l'uso: McClane funziona meglio da solo, anche se le primavere sono 57 ( 58 tra poco più di un paio di settimane) lo stato di conservazione è ottimo per cui non gli servono spalle di manzo estrogenato come Jai Courtney.
La seconda è che comunque sia il film io a Bruce Willis anzi a brusuillis continuo a volerci un sacco di bene.
( VOTO : 5 / 10 )
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