Sono passati dieci anni da quel 12 luglio 2001, giorno che rimarrà negli annali della storia. Quel giorno viene ricordato per una feroce guerriglia urbana e per cariche della polizia e carabinieri, che pochi dimenticheranno. Fu definita come “macelleria messicana”. Due parole che fanno tornare alla mente Genova ed il G8. Mentre i grandi della terra discutevano in un palazzo super-blindato, fuori il caos, con manifestanti da una parte, “Black Block” da un’altra e forze dell’ordine in assetto da guerra. Ci scappò il morto, Carlo Giuliano, un ragazzotto di 23 anni che manifestava. Siamo in Piazza Alimonda. L’immagine che molti ricorderanno è quella di lui davanti al defender dei carabinieri, canotta bianca indosso ed estintore in mano. Il colpo partì dal militare Mario Placanica. Giuliano cadde a terra trascinato dal peso dello stesso estintore e la camionetta passò due volte sul suo corpo. La morte del giovane diede il via a quella che fu definita “macelleria messicana”, l’irruzione nella scuola di via Diaz, con pestaggi a sangue, arresti e tutto quello che ne conseguì.
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