Il primo articolo che scrivo tornata da un viaggio in Africa - ormai da qualche tempo - altro non è che un resoconto generale, un riassunto dell'esperienza fatta, delle emozioni provate, degli insegnamenti raccolti, dalle difficoltà incontrate. Anche questa volta quindi butto di getto qualche parola che esce dalla pancia prima che dalla testa, nell'attesa che i pensieri si strutturino in modo più ordinato e possa quindi farvi un resoconto più dettagliato dell'intero viaggio.
Ho trascorso due settimane nel cuore dell'Africa, in Uganda, un paese uscito di recente da anni di grandi sofferenze, anni politicamente difficili e tormentati. Un paese che sta rialzando la testa, ma che a causa del suo travagliato passato resta ancora una meta turistica poco battuta.
Prima di partire in molti mi hanno fatto la classica domanda: "Dove vai quest'anno?", e alla risposta "vado in Uganda" ho visto facce perplesse, stupite e qualcuno mi ha anche chiesto "perchè?". Ecco, questa è la mia occasione per spiegare perché ho scelto l'Uganda.
Le ragioni sono principalmente due: amo l'Africa, e desideravo ormai da anni vivere l'incredibile e rara esperienza di incontrare i gorilla di montagna. La verità è che, esattamente come la sottoscritta, le persone che scelgono l'Uganda lo fanno principalmente per i gorilla che, anticipo, da soli valgono l'intero viaggio. Come spesso accade però, il percorso regala altre esperienze che, alla fine del viaggio, hanno fatto sì che la mia lista dei perché andare in Uganda, oggi, si sia allungata.
Consiglio di andare in Uganda per l' immensa varietà di paesaggi davati ai quali ci si trova di fronte strada facendo: dalle grandi savane tipiche dell'Africa Orientale, trasformate in parchi dove si possono vedere tutti gli esemplari dei grandi mammiferi selvaggi, agli altopiani rigogliosi con estesi bananeti e piantagioni di tè, con villaggi e crateri vulcanici, agli immensi laghi da cui nasce il Nilo, alle foreste impenetrabili popolate dagli scimpanzè per finire nelle montagne che ospitano le famiglie di gorilla.
Consiglio di andare in Uganda per fare un trekking nella suggestiva foresta di Budongo popolata da scimpanzé che, sebbene l'occhio catturi a fatica per via del loro nascondersi in cima ad alberi alti fino a 60 metri, fitti tanto da oscurare il cielo, rendono la loro presenza evidente attraverso inconfondibili richiami e il rumore creato dal fruscio del fogliame che segnala il loro veloce passaggio.
Consiglio di andare in Uganda per ripercorrere il percorso del fiume Nilo, dal punto in cui sgorga dal lago Vittoria fino al punto in cui si fa varco tra strette rocce creando le spettacolari cascate Murchinson.
Consiglio di andare in Uganda per visitare i suoi numerosi parchi nazionali. Sebbene ancora non possano offrire la vista di grandi mandrie tipiche di parchi quali Serengeti, Masai Mara ed Etosha a causa dello sterminio scellerato avvenuto durante la dittatura di Amin, l'incontro con leoni, giraffe, rinoceronti, zebre, impala e ippopotami è assicurato e il desiderio di vedere questi animali nel loro ambiente naturale viene pienamente soddisfatto.
Consiglio di andare in Uganda anche a coloro che amano raggiungere certi traguardi: attraversare la linea dell' Equatore ed ammirare le sorgenti del Nilo credo possano inserirsi a pieno titolo e con grande onore nella lista dei "io ci sono stato"!
Consiglio di andare in Uganda perchè è più facile che un bambino allunghi ancora la sua mano verso di te perché cerca la tua piuttosto che per vedere se contiene qualcosa da dargli in dono.
Consiglio di andare in Uganda perché solo con un turismo serio, responsabile e rispettoso riusciremo ad addolcire sguardi a volte molto duri, sguardi di chi ha visto il rosso del sangue, di chi ha subito ingiustizie e che, per ovvi motivi, fa della diffidenza uno scudo dietro il quale nascondersi.
Consiglio di andare in Uganda perché, per chi ama l'Africa, gli elementi qui ci sono tutti: le infinite strade di terra rossa, i cieli stellati da perderci le notti per stare ad ammirarli e il giallo, l'arancione e il blu che dipingono il cielo all'alba e al tramonto.
E infine, come avevo anticipato sin dall'inizio, consiglio di andare in Uganda perché incrociare lo sguardo di un gorilla, fissarsi intensamente quando solo pochi metri vi separano, è un'emozione che non scorderete per tutta la vita.
Riporto brevemente una poesia di quella che è stata guida sapiente di questo mio viaggio e che, a mio parere, coglie con profondità e sensibilità molti aspetti di questo straordinario viaggio di cui io e i miei 15 compagni d'avventura siamo stati fortunati protagonisti.
UGANDA, SEDICI PERSONE E UN VIAGGIOSedici persone, una persona sola.Franco Ruggieri - Kisoro, Uganda 18 Agosto 2015Dove vai fratello lungo la strada polverosa?
...E poi acqua, acqua e ancora acqua,
impetuosa, assordante,
del Grande Fiume Sacro.
Sedici persone, un solo pensiero.
Maestosi elefanti e variopinti uccellini,
elusivi scimpanzè e affettuosi gorilla.
...E poi verde, verde e ancora verde,
senza vedere il cielo,
senza vedere il sole.
Sedici persone, una sola anima.
E l'abbraccio delle donne,
delle ragazze e dei bambini.
...E poi nero, nero e ancora nero,
il nostro volto bianco
i loro occhi sorridenti.
Sedici persone, un cuore solo.
Il cuore dell'Africa.
...E poi rosso, rosso e ancora rosso,
di una strada senza fine,
di una storia rossa di sangue e di violenza,
che si vuole dimenticare.
Africa, Africa!
Non sento più il tuo tam tam,
ma il battito del tuo cuore,
del cuore di sedici persone
e di un unico viaggio.
africaperché andareUganda