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Dieci segni inconfutabili che necessiti di una vacanza

Da Rory

Dieci segni inconfutabili che necessiti di una vacanza

Decalogo sperimentale

1. Siete insonni. Se di notte non prendete sonno prima delle cinque (che in effetti è mattina) e dopo pranzo collassate anche dopo aver mangiato solo un’insalatina, vi avviso: siete stressati.

2. Perdete le cose. Non importa cosa, tanto l’avete perso. Anche il vostro prezioso ipod shuffle (regalo del vostro ex) tutto rosa. E non ricordate assolutamente come-dove-perché possa essere successo.

3. Quando riuscite a dormire, fate solo incubi. Non è piacevole appisolarsi e sognare un tipo/a che ti piace che si bomba un’altra (!), oppure il diluvio universale con tanto di Traghetto di Noè (giuro che è successo). Uno ha bisogno di dormire. Tranquillo, possibilmente.

4. Salutate sconosciuti. Ma non perché salutate gente a casaccio, è che li prendete per vostri amici. La cosa diventa strana quando questi attaccano bottone, magari per provarci.

5. Vi confondete. A Napoli si dice “prender o c*zz pa’ banc’ e l’acqua”. Leggete una cosa per l’altra, confondete le strade, i giorni della settimana, gli appuntamenti. Vale anche quando rispondete affettuosamente su facebook a uno credendo sia il vostro collaboratore, quando è invece un rapper discutibile.

6. Sentite esigenza della prima birra alle 17. Non dico prima perché fa troppo caldo. Quando il vostro corpo richiede alcol non è mai un buon segno.

7. Vi imbambolate davanti alla tv. Non importa che ci sia Chef Rubio oppure l’ennesima replica della fisciò “L’Amore e il Rispetto”, se andata in catalessi davanti al teleschermo è l’inizio della fine e non vi accorgete nemmeno se Ferrara fa a panzate con Parenzo (ok, l’ho messo per l’assonanza panza-panza. Sono triste).

8. Siete ipocondriaci. Iniziate a pensare il peggio del peggio, dall’arrivo degli alieni al fatto che rimarrete disoccupati a vita. Probabilmente c’è un fondo di verità in entrambe le cose, se fate i giornalisti ma comunque non è proprio indice di serenità mentale.

9. Vestite come clochard. Altro che nu jeans e na maglietta, qui basta che il corpo sia coperto e tutto fa brodo. Anche se siete amanti del fashion, un forte esaurimento instillerà in voi la malsana abitudine di abbigliarvi come Moira Orfei al Circo di Mosca e Pechino (se non peggio). Stendiamo un velo pietoso sui capelli, che vengono lavati raramente e sul make up diventato oramai inesistente.

10. La sindrome di Stoccolma. Siete arrivati a odiare il vostro lavoro e il vostro capo ma continuate a pensarci e a parlarne.


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