Mentre per talune cose apprezzo gli americani, per altre li ritengo grossissime teste di cavolo. Dare una multa per 18 miliardi di dollari alla Volkswagen per aver “taroccato” i test antismog la ritengo una colossale cretineria, specie se rapportiamo l’entità della sanzione a quelle comminate a General Motors (900 milioni) per auto difettose che avrebbero potuto provocare centinaia di vittime o alla Toyota (1,2 miliardi) sempre per problemi legati alla sicurezza.
Tempo addietro Volkswagen aveva denunciato all’Unione Europea che i criteri per diminuire i livelli di inquinamento delle auto per passare a categorie euro sempre superiori costavano all’industria automobilistica fior di miliardi in progettazione, costi che si ripercuotevano naturalmente sugli acquirenti, senza per altro raggiungere obiettivi che valessero detti investimenti. Le riduzioni di elementi tossici, già ottime con gli euro 4, erano ininfluenti a livello ambientale.
La scorrettezza della Volkswagen, ammessa, è sì da condannare, ma l’entità della sanzione è certamente in relazione al fastidio che questa marca dà all’industria automobilistica americana. (In America vendono tante marche europee, ma le auto del gruppo Volkswagen Audi vendono più di tutte, e se riescono a vendere in quel paese è segno che i loro prodotti sono buoni). Ma la fobia tutta americana per gli NOx, ossia gli ossidi di azoto è anche spropositata, in quanto detti composti sono anche una conseguenza dei fulmini che si scaricano al suolo e, guarda guarda, rendono il terreno più fertile. (Ed in quanto ad uso di fertilizzanti chimici, gli statunitensi non sono secondi a nessuno).In poche parole, quello che più rode agli americani è stato il fatto di essere stati presi per i fondelli.
“Per abbattere gli NOx negli Usa è stato introdotto un dispositivo in più, obbligatorio, l’SCR (Selective Catalyst Reduction): un catalizzatore che riduce gli ossidi di azoto prodotti dai gas di scarico trasformandoli in vapore acqueo e azoto. «Questo sistema – spiega De Vita – non è ancora obbligatorio in Europa, dove è presente solo su alcuni modelli anche perché l’ossido di azoto è un gas sostanzialmente innocuo per l’uomo. E non dimentichiamo che l’SCR per funzionare consuma gasolio, quindi l’obiettivo delle minori emissioni si raggiunge negli Usa aumentando i consumi». (da un’intervista all’ing. Enrico De Vita, editorialista di Automoto ed esperto di sicurezza stradale, inquinamento e problemi legislativi e fiscali relativi al mondo dei motori).
Ecco perché le emissioni per la stessa auto in Europa e negli Stati Uniti sono diverse in quanto riferite a test differenti, con un limite di 31 mg per l’EPA contro gli 80 mg nella Ue. Nessuna discussione, dunque, sul futuro dei motori a gasolio e sulle ulteriori possibilità di un loro sviluppo, ma molte perplessità invece sui rapporti Usa-Europa in tema di emissioni, di rispetto ambientale e di politiche per il raggiungimento dei risultati. «Forse una spiegazione dell’attacco talebano dell’americana EPA agli ossidi di azoto – conclude De Vita – è dato dal fatto che gli NOx rappresentano oggi l’unico punto debole dei motori diesel. Visto che col FAP il particolato è sparito e i vantaggi nelle emissioni di CO2 diventano incolmabili rispetto ai motori a benzina, sorge spontaneo il dubbio che il target nascosto dell’EPA non fossero gli NOx ma l’industria motoristica europea dei diesel».”
(da un’intervista all’ing. Enrico De Vita, editorialista di Automoto, esperto di sicurezza stradale, inquinamento, problemi legislativi e fiscali relativi al mondo dei motori).
Ma il punto principale è un altro: un tracollo della Volkswagen significherebbe un collasso europeo. Il gruppo VW produce ben 5,5 milioni di auto , includendo anche Audi e Skoda, e di queste ben oltre il 70% è destinato al mercato estero. Il PIL tedesco, che traina tutta l’Europa, è circa il 30% del PIL europeo. Quindi la caduta della Germania trascinerebbe dietro di sé il resto dell’Eurozona. Bisogna considerare poi l’indotto, tutte le fabbriche che forniscono componentistica, e tra queste ce ne sono moltissime italiane: per noi significherebbe un’ulteriore perdita di posti di lavoro, che andrebbero a sommarsi ai posti persi per il ridimensionamento o addirittura la chiusura di molte concessionarie. Per non parlare delle azioni, presenti in vari pacchetti, che in nquesti giorni hanno subito pesanti deprezzamenti.
Altri parlano addirittura di un problema politico, ossia una ritorsione per le aperture della Germania nei confronti della Russia e della sua politica estera nei confronti dell’ISIS. Se così fosse, la demenza americana sarebbe assoluta.
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