La dieta del gruppo sanguigno, nota anche come “emodieta”, nasce nel 1997 dalle idee di un naturopata americano, il dott. D’Adamo, il quale teorizzò una correlazione benefica tra le scelte alimentari e il gruppo sanguigno in funzione dell’evoluzione storica dell’essere umano.
I quattro gruppi sanguigni, (0, A, B, AB) vengono denominati rispettivamente, in modo fantasioso, come “cacciatore” il gruppo 0, “agricoltore” il gruppo A, “nomade” il gruppo B e infine “enigma” il gruppo AB. D’Adamo sostiene che in base al proprio gruppo sanguigno bisognerebbe escludere dalla propria tavola certi alimenti che potrebbero causare fenomeni di “agglutinazione”.
I presupposti scientifici sull’evoluzione e sulla conseguente differenziazione del gruppo sanguigno sono sicuramente interessanti e validi ma la restrizione di certi gruppi di alimenti è, a mio avviso, eccessiva e inutile. Vediamo di analizzare quali sono le caratteristiche indicate come tipiche di ogni gruppo ematico:
Gruppo 0: il “cacciatore” è il più antico sul piano genetico, risalirebbe al periodo in cui l’uomo si cibava esclusivamente di cacciagione, di frutta e piante. Questi soggetti, secondo d’Adamo, dovrebbero prevalentemente alimentarsi con proteine di origine animale ed evitare tutti gli alimenti che contengono farina di frumento e cereali.
Gruppo A: l’”agricoltore”, nasce in un periodo successivo rispetto al cacciatore e si sarebbe evoluto con la nascita dell’agricoltura. Questi individui dovrebbero, differentemente dai primi, alimentarsi prevalentemente di cereali limitando l’assunzione di proteine animali. Sono i candidati ideali ad un regime alimentare vegetariano.
Gruppo B: il “nomade” si sarebbe evoluto, a causa dei mutamenti climatici, intorno a 10.000 anni fa. Questi individui erano prevalentemente dediti alla pastorizia e il loro regime dietetico era basato sul consumo di carne, cereali, latte e formaggi. Gli appartenenti al gruppo B sarebbero quelli che, più fortunati degli altri, potrebbero avere un’alimentazione più variata.
Gruppo AB: l’”enigma” è il gruppo sanguigno di più recente comparsa, è quello meno diffuso e deriverebbe dalla mescolanza tra gli appartenenti al gruppo A e al gruppo B. In generale sono i più sfortunati poiché, secondo D’Adamo, dovrebbero evitare di mangiare sia gli alimenti sconsigliati per il gruppo dei “cacciatori” che quelli per il gruppo degli “agricoltori”… in pratica dovrebbero escludere cereali e proteine di origine animale…
D’Adamo suddivide gli alimenti in tre grandi categorie: alimenti benefici che hanno effetti curativi e preventivi, alimenti indifferenti che non sortiscono alcun beneficio ma non hanno neanche effetti nocivi e alimenti da evitare che, come si può intuire dal termine, hanno effetti nocivi per la salute. Un altro aspetto importante della teoria di D’Adamo è legato alle lectine (differenti sostanze proteiche contenute nei vari alimenti che possono avere la capacità di legarsi ad alcuni zuccheri presenti sulla parete cellulare dei globuli rossi), che sono presenti nei vari alimenti e che potrebbero, interagendo col gruppo sanguigno, causare una “agglutinazione” che potrebbe provocare la precipitazione delle cellule ematiche, in modo analogo a un fenomeno di “rigetto”, rendendosi quindi responsabili di sintomi legati all’intolleranza alimentare.
La domanda che dovremmo porci a questo punto è “quanto c’è di vero in tutto ciò?”. Nella realtà, seppur questa teoria è di per se affascinate, la scienza ha smentito quasi tutte le affermazioni del dott. D’Adamo e lo stesso naturopata, proponendo uno schema troppo rigido ed eccessivamente improntato al business, ha creato i presupposti sui quali si basano le maggiori critiche.
1) La ricerca scientifica ha dimostrato che le lectine possono causare agglutinazione solo in casi rarissimi quindi il presupposto che l’agglutinazione dei globuli rossi sia alla base dell’intolleranza perde validità scientifica. Le lectine sono largamente distribuite nelle piante, abbondano nei legumi e in particolare nella soia, sono presenti anche nel pesce e nei cereali. Solo raramente l’interazione delle lectine con le cellule ematiche può causare il fenomeno dell’agglutinazione in quanto non tutte le lectine interagiscono con i globuli rossi e non sempre dall’eventuale interazione scaturisce l’agglutinazione.
2) La statistica e l’epidemiologia non concordano con le teorie di D’Adamo. Basta valutare quanti soggetti sono intolleranti al glutine, al lattosio o al nichel e analizzare i dati in relazione al gruppo sanguigno. Dovremmo aspettarci una maggior prevalenza di soggetti intolleranti in funzione del rispettivo gruppo ematico… cosa non vera. La distribuzione della celiachia, ad esempio, non ha nessuna relazione col gruppo sanguigno, così come l’intolleranza al lattosio o al nichel.
3) La rigidità con cui vengono proposti i differenti schemi di alimentazione per i vari emogruppi, e l’esclusione di ampie categorie di alimenti porta con se una naturale riduzione dell’apporto energetico che conseguentemente può causare una riduzione di peso. Questo dimagramento, in modo simile a quello che può verificarsi con le diete da esclusione per le intolleranze alimentari, viene erroneamente considerato come una conferma alla validità scientifica della dieta dell’emogruppo. Nella realtà qualunque dieta che escluda ampie categorie di alimenti, causando una restrizione calorica, può determinare una riduzione del peso corporeo. In aggiunta a ciò una dieta troppo ricca di proteine, come quella consigliata al gruppo dei “cacciatori” (emogruppo 0) porta con se il rischio di sviluppare patologie renali e tumorali, mentre la dieta consigliata agli “agricoltori” (emogruppo A) troppo povera di proteine può causare danni all’apparato scheletrico/muscolare e disturbi del sistema immunitario per citarne solo alcuni.
4) Per finire l’aspetto commerciale e il business che è scaturito da queste teorie, a mio avviso, è un’ulteriore prova che l’idea, seppur affascinante, è nella realtà una operazione prevalentemente orientata al guadagno di alcuni e molto poco alla salute di tutti gli altri.
Sperando ancora una volta di avervi dato delle utili informazioni auguro a tutti una buona dieta.
Dott Pablo Belfiori
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