Alla base di questa possibilità troviamo uno studio clinico "cross-over" (ossia a fasi alterne), condotto congiuntamente dalla Georgetown University School of Medicine e dall’associazione di medici pro-vegetariani Physicians Committee for Responsible Medicine (Barnard, 2000), in cui - rispetto alla fase di studio con una pillola placebo - fu osservata una significativa riduzione di durata ed intensità dei dolori adottando per alcune settimane una dieta vegetariana (più precisamente vegan) a basso contenuto di grassi, ossia senza cibi di origine animale e fonti sostanziali di grassi come oli, avocado e frutta a guscio, ma ricca invece in cereali, legumi, frutta e verdura.
L’unica supplementazione in questo intervento fu quella della vitamina B-12, raccomandata a tutte le person vegan, e che anzi potrebbe essere particolarmente importante in questo caso: nello stesso anno di questo trial, infatti,un altro studio condotto in Danimarca (Deutch, 2000) suggerì un ruolo di questa vitamina nella dismenorrea, sebbene il meccanismo biologico non sia stato chiarito ed i risultati non ci risultano approfonditi in ulteriori pubblicazioni.
La scelta del basso contenuto di grassi fu dettata dalla volontà di contenere direttamente i livelli degli estrogeni, ossia gli ormoni sessuali in grado di influenzare la produzione di prostaglandine nel tessuto endometriale, a loro volta responsabili dell'ischemia e delle contrazioni uterine che causano i dolori. Questa riduzione degli estrogeni fu osservata in altri studi precedenti con diete “low-fat”, ma di fatto non si verificò nel caso in questione: quindi l'effettiva importanza di questo aspetto rimane molto dubbia. A conferma dei dubbi, possiamo anche citare uno studio di tipo cross-sectional dal Giappone, che non ha trovato associazioni tra apporto alimentare di grassi e dismenorrea, rilevandolo invece, seppur modestamente, solo per l'apporto di fibra, ossia di cibi vegetali integrali, compatibilmente con il trial in questione (Nagata, 2005).La principale ipotesi avanzata dagli autori sul meccanismo biologico alla base di questi risultati stava nell'aumento delle globuline leganti gli ormoni sessuali (SHBG), quelle glicoproteine che “legano” ed inattivano gli estrogeni. Di fatto, però, non riuscirono a trovare precise associazioni statistiche tra le concentrazioni di SHBG ed intensità/durata del dolore, e non siamo a conoscenza di altri studi che abbiano approfondito questa ipotesi.
La seconda ipotesi avanzata è che influissero i fitoestrogeni della soia nella dieta vegetariana, i quali potrebbero "competere" con gli estrogeni veri e propri, impedendo a questi di legarsi ai rispettivi ricettori: anche questa ipotesi, però, non è supportata da ulteriore ricerca, ivi compreso il già citato studio dal Giappone, dove parimenti ai grassi anche la soia non dimostrò associazioni con la dismenorrea. Infine, fu proposto un effetto anti-infiammatorio derivante da un miglioramento del rapporto tra acidi grassi omega-3/omega-6, ma senza presentare nessuna evidenza che questa situazione si fosse effettivamente verificata nella fase sperimentale dello studio.Indipendentemente dalla mancanza di un chiaro meccanismo biologico, una persona particolarmente e giustamente scettica potrebbe far notare l'ovvia possibilità di bias, essendo uno studio su un piccolo numero di persone condotto da un gruppo di ricercatori che sostiene su basi ideologiche la nutrizione vegan (come personalmente facciamo anche noi!), e fino ad oggi mai replicato. A questo si aggiunge, in particolare, l'inadeguatezza del controllo placebo, considerando la sostanziale differenza psicologica tra l'assunzione di una pillola e un cambiamento radicale di tutta la propria dieta, che comporta persino variazioni nel peso corporeo. Aspetto, questo, che fu ammesso anche dagli autori dello studio.
Queste limitazioni - insieme anche alle nostre personali osservazioni, che (per quello che valgono!) non hanno costatato relazioni tra dieta vegan e basso tenore di grassi con la dismenorrea, ci spingono ad essere cauti, e considerare semmai le diete a base vegetale come parte di un approccio terapeutico ai dolori mestruali più vasto e articolato, con indicazioni che approfondiremo in ulteriori post.
Bibliografia:
Barnard ND, Scialli AR, Hurlock D, Bertron P.Diet and sex-hormone binding globulin, dysmenorrhea, and premenstrual symptoms. Obstet Gynecol. 2000 Feb;95(2):245-50.
Deutch B, Jorgensen EB, Hansen JC. Menstrual discomfort in Danish women reduced by dietary supplements of omega-3 PUFA and B12 (fish oil or seal oil capsules). Nutr Res 2000;20:621–631
Nagata C, Hirokawa K, Shimizu N, Shimizu H.Associations of menstrual pain with intakes of soy, fat and dietary fiber in Japanese women. Eur J Clin Nutr. 2005 Jan;59(1):88-92.