Il biglietto aereo ingiallisce ogni giorno di più e il ritorno è sempre più lontano… dal mio arrivo.
Rieccola. Di nuovo la sensazione di dover far qualcosa, di nuovo quello strano stato d’animo, come se il mondo smettesse di girare e fossimo noi a dover alimentare la sua spinta.
Non è così, è solo che non c’è un progetto, un lavoro o forse un giorno sembra esserci, poi diventa incerto, improbabile, sospeso, bisogna aspettare. Bisogna essere flessibili dopotutto, ci dobbiamo saper adattare, trovare le posizioni giuste.
Una riunione, un’altra, poi penso che tutto stia per succedere. No, dobbiamo vedere come andranno certe cose: il rientro dall’estero di qualcuno, l’uscita di un bando o l’arrivo di alcuni finanziamenti.
Si procede ancora a vista, così va avanti anche la mia vita, con le mani avanti… ad attutire il colpo. Mi devo guardare intorno, aprire altre porte, sapere che questo potrebbe non essere il mio lavoro, impegnarmi per ottenerlo ed imparare a fare altro per evitare il peggio.
Non voglio continuare a vedere la mia vita dallo spioncino.
Luca, 27 anni, Roma